L’ex progettista di Rayman Origins svela la sua ultima creazione

L’ex progettista di Rayman OriginsRomain Claude, dopo aver lasciato gli studi di Ubisoft Montpellier per cominciare una carriera su altri generi di videogame, ha iniziato un’avventura durata quattro anni, e finalmente entro la fine del mese uscirà il suo ultimo progetto: Splasher. In questo nuovo titolo indie 2D si dovrà impersonare un giovane eroe che dovrà sconfiggere il suo acerrimo nemico “Il Dottore“, CEO di INKORP, che trasformerà le sue vittime in mostri a forma di patata. Il gioco sarà disponibile su PlayStation Store dal 27 settembre.




Shenmue 1 & 2 in arrivo per Xbox One e Ps4?

Secondo vari venditori dell’est Europa, i primi due capitoli di Shenmue  arriveranno sia per Xbox One che per Playstation 4. Anche se non ci sono notizie ufficiali, i vari leak danno credibilità a questi rumour.
Sono infatti spuntate durante il weekend i giochi in boundle per Ps4 e Xbox One su Alza, un rivenditore ceco, e sui siti sloveni Heureka, GetGame e MadGamer.
Sega non ha commentato, ma una remastered giocherebbe a favore dell’azienda dato il lancio previsto nel 2018 del terzo capitolo della saga.
Tra tutti solo GetGames ha dato una periodo di rilascio, molto vaga tra l’altro, ovvero il 2017, a un prezzo di €49,99 mentre MadGamer lo aveva segnato a €59,99.

Shenmue nacque come gioco per Sega Saturn, con protagonista Akira di Virtua Fighter, anche se lo sviluppo finì poi su Sega Dreamcast per uscire infine nel 1999 in Giappone; il terzo capitolo è stato invece finanziato grazie a Kickstarter.




PS4: nuovo dock di raffreddamento in arrivo?

Pare che Nesbull stia per iniziare a produrre un “Cooling Pad Stand multifunzione 3 in 1” per gli attuali modelli della famiglia PlayStation 4, il quale servirebbe a raffreddare la console con due potenti ventole e addirittura due dock per ricaricare il DualShock 4. Sarà provvisto di un touchscreen nella parte anteriore che consentirà di controllare la temperatura della PS4 (usando le impostazioni predefinite o settandole manualmente) e mostrerà anche lo stato della batteria del controller.
Per il momento, non siamo in grado di valutare la veridicità di questa notizia non essendoci state conferme dal produttore, pertanto aspetteremo di vedere se più avanti verrà fuori qualcosa.




Life is Strange: Before The Storm – Episodio 1: Svegliati – Una Parola è Troppa e due sono Poche

Life is Strange è oggi conosciuta come una delle migliori avventure grafiche degli ultimi anni, avvalendosi di molti premi e sicuramente una delle migliori sorprese del 2015. Con uno stile peculiare e soprattutto una caratterizzazione di personaggi e ambienti di molto sopra la media, il titolo – o per meglio dire – la serie Dontnod Entertainment è riuscita a creare una storia tangente il Teen drama ma lontano dalle banalità che purtroppo siamo abituati a vedere ultimamente: tante, belle, storie personali, tanti intrecci e soprattutto messaggi di fondo che rimangono impressi, magari per alcuni scontati, ma narrati con una tale forza, che difficilmente potrete trovare lo stesso in opere simili. In attesa della seconda stagione, prevista per il 2018, Deck Nine Games – sviluppatore in questa occasione – ci porta di nuovo ad Arcadia Bay, cittadina protagonista delle prime vicende, ma due anni prima. Before the Storm è infatti un prequel, dove approfondiremo la natura di Chloe ma soprattutto quella  di Rachel Amber, perno del primo Life is Strange.

The Chloe show

Svegliati è il primo di tre capitoli che usciranno prossimamente. Sin da subito si può notare un cambio stilistico che incide soprattutto sui dialoghi, più incisivi, diretti e sicuramente più conformi alla ben più temeraria e ribelle Chloe, rispetto alla timida Maxine che abbiamo conosciuto in precedenza. Nonostante questo, e l’assenza soprattutto del riavvolgimento temporale, Before the Storm è un Life is Strange in tutto e per tutto, dove protagoniste diventano le storie, prima dei singoli personaggi. Proprio come la serie ci ha abituato, il tutto è un intreccio di parole, pensieri, ansie e paure di ragazzi e ragazze che sognano un futuro quanto più roseo a dispetto delle difficoltà.
Molte delle domande fatte nell’opera originale troveranno subito risposta in questo primo episodio a cominciare da Rachel Amber, figura divenuta quasi mitologica nel corso dell’avventura. Grazie all’ottima scrittura sapevamo già molto, ma vederla e interagire con lei è tutt’altra cosa: una ragazza modello, bellissima, intelligente, affascinante, forse troppo bella per essere vera. Nelle circa tre ore della nostra vita passata insieme a lei notiamo però tutte le fragilità di una ragazza che si appresta a diventare donna, ignara del destino che l’attende. Ma è proprio il rapporto tra lei e Chloe il vero protagonista di questo prequel e che probabilmente verrà sviscerato più avanti: un rapporto basato su bisogni diversi ma reciproci, che comincia quasi per caso ma che segnerà profondamente la vita di entrambe. Chloe e Rachel risultano una coppia meglio assortita – e forse più bella da vedere – rispetto a Chloe e Max proprio perché, come vedremo meglio tra poco, è un rapporto più vero e scaturito da una sola e singola scelta. Decisioni che si scontreranno anche con vecchie conoscenze, più o meno simpatiche, per le vie di Arcadia Bay. Anche qui, personaggi che abbiamo imparato a conoscere mostreranno qualcosa di nuovo, arricchendo il puzzle della loro caratterizzazione.
Anche l’avere tre capitoli a disposizione, rispetto ai cinque precedenti, aiuta a condensare le vicende eliminando il più possibile i cosiddetti tempi morti. Il risultato è che già a partire da Svegliati assistiamo a tante vicende diverse, tutte con il proprio peso e momenti che non annoiano.

Ne uccide più la lingua che la spada

Uno degli elementi distintivi di Life is Strange, nonché della tipologia di gioco in questione, è la serie di dialoghi a scelta multipla, che possono più o meno, influenzare la direzione che prenderanno alcune vicende.
Se però, nell’opera originale, potevamo contare quasi su un checkpoint volontario, sfruttando il potere di Max, qui le cose si fanno più complicate in quanto, come nella realtà, si sceglie una volta sola. Se siamo abituati a farlo con titoli Bioware, ad esempio, in un titolo come questo ogni decisione ha un reale peso specifico non solo in base al carattere del nostro interlocutore ma anche al contesto. Bisogna prestare attenzione a ciò che viene detto, a quando viene detto e soprattutto al “come”. Ne consegue così un’attenzione per i dialoghi che raramente si vede in altre opere, con una scrittura sapiente e calibrata. Proprio riguardo l’attenzione al dialogo è riservata una feature particolare, novità introdotta con questo capitolo e  – possiamo dirlo – peculiarità di Chole: alcuni dialoghi di un certo peso, che influenzano in maniera più determinante il corso della storia, diverranno delle vere e proprie boss fight in cui bisognerà prestare ancora maggiore attenzione alle parole pronunciate dal nostro rivale per ritorcergliele contro.
Oltre alla scorpacciata di linee di testo, è presente l’ormai rodata esplorazione dell’ambiente, sempre in terza persona, che in questo frangente diviene ancor più importante: trovare oggetti, carpire frasi dette da terzi e, novità, vie alternative, diventano tutti elementi che influenzeranno le vicende. Quindi, non è importante soltanto cosa dite, ma anche cosa fate e come. Questo porta a una rigiocabilità infinita, cercando di studiare tutti gli intrecci possibili in un’Arcadia Bay mai così viva.
Come Maxine, anche Chloe possiede un suo diario e, ovviamente, l’immancabile cellulare: se sul diario troveremo tutti i suoi pensieri dedicati ai fatti accaduti e persone incontrate, gli sms del telefono saranno ulteriori linee di dialogo utili ad approfondire i rapporti tra i vari personaggi. Questi stessi messaggi, scambiati in maniera del tutto automatica, saranno influenzati nei toni dagli avvenimenti che abbiamo contribuito a influenzare.
Cambia anche la questione obiettivi: se per caso dimentichiamo cosa fare, basterà premere il grilletto destro del vostro joypad per trovare l’informazione scritta a penna, sulla mano di Chloe. Resta inspiegabile come una mancina riesca a scrivere sulla stessa mano che sta utilizzando, ma son dettagli di poco conto.

Dì che sei un artista

Life is Strange e, di conseguenza, Before the Storm, non verranno certo ricordati per un impianto tecnico d’eccellenza. Se sulla direzione artistica intrapresa da Dontnod Entertainment, e portata avanti da Deck Nine Games non c’è nulla da eccepire, è sulla qualità visiva che questo titolo mostra il fianco. Bellissimi dialoghi aiutano a focalizzarsi su ciò che si dice, questo è vero, ma fa storcere il naso pensare alle poco eleganti animazioni, facciali e non e a texture talvolta davvero pessime. Non stiamo certo parlando di un tripla A, sia ben chiaro, ma è impossibile non rimanere indifferenti di fronte ad alcune lacune tecniche che, un titolo del 2017, non dovrebbe avere. In ogni caso, anche se quasi impercettibile, troviamo un miglioramento di alcuni filtri, rispetto al titolo originale, tra cui un miglior antialiasing e filtro anisotropico oltre ad un leggero miglioramento di definizione generale. Ma è davvero troppo poco per portare questo titolo, almeno tecnicamente, su livelli decenti.
Ciò che manca visivamente, fortunatamente viene compensato a livello uditivo con musiche che spaziano tra diversi generi e sempre adatte al contesto. Come per Life is Strange con protagonista Max, la colonna sonora risulta naturale, ben amalgamata al contesto al punto da rendere immagini e musica una cosa sola. Se il resto degli effetti sonori possiamo classificarli come normali, menzione d’onore va ai doppiatori/doppiatrici che hanno fatto davvero un buon lavoro per un titolo assai complesso come questo. Nonostante il cambiamento di doppiatrice per Chloe, Rhianna DeVries riesce a regalarci la ragazza che abbiamo imparato ad amare, se non di più, riuscendo a utilizzare la perfetta tonalità nelle situazioni in cui è richiesto. Anche Rachel Amber è resa molto bene, forse diversa da come l’avevamo immaginata, ma sempre intrigante e difficile da leggere. Ne risultano così personaggi reali, con una vita reale e soprattutto, reazioni audio-visive reali.

In conclusione

Il primo episodio del nuovo Life is StrangeBefore the Storm, riesce nell’intento di amalgamarsi perfettamente nella storyline di Arcadia Bay. Tutto risulta naturale e le vicende di Chloe Price e Rachel Amber vi terranno incollati allo schermo fino all’uscita del prossimo episodio. Proprio la caratterizzazione della Amber esce con prepotenza da Before the Storm, una ragazza fino a qualche settimana fa misteriosa ma che nonostante tutto continua ad esserlo, diventando un personaggio dalle mille sfaccettature, sola in un mondo dove è amata da tutti. A dispetto di un comparto tecnico antiquato ma di un comparto audio che fa la voce grossa, questo nuovo Life is Strange è un titolo da non farsi scappare se avete amato le vicende di Maxine Caulfield.




Si torna tra i campi con Real Farm Sim

Le case di Soedesco e Bandai Namco Entertainment Italia hanno annunciato che il 26 ottobre 2017 è in previsione l’uscita del nuovo titolo Real Farm Sim.
Si tratta di simulatore, appunto, dove si vestiranno i panni di un contadino che dovrà badare alla propria fattoria. Sono 2 le principali modalità di gioco: “Carriera” e “Gioco Libero“. Nella modalità libera il contadino sarà in possesso di una fattoria già avviata con molti clienti e con una certa fama, invece nella Carriera il giocatore partirà da zero e solo svolgendo missioni e soddisfacendo la clientela riuscirà a far diventare famosa la sua fattoria; inoltre con i soldi guadagnati sarà possibile acquistare dei nuovi oggetti o ingrandire la fattoria rendendola molto più spaziosa.




Annunciata partnership tra PES 2018 e l’Inter

Konami ci ha ormai abituati alle esclusive dedicate alle singole squadre, oltre alla tanto pubblicizzata Champion’s Legue. Così dopo Barcellona, Borussia Dortmund, Liverpool, arriva la prima squadra italiana ad usufruire di queste nuove feature: l’F.C. Internazionale Milano. Il roster così si arricchisce – nonostante l’ormai classica mancanza di licenze – di una delle squadre più titolate al mondo, con tantissimi trofei nazionali e internazionali, nonché unica squadra italiana ad aver centrato il cosiddetto Triplete, ossia la vittoria di campionato nazionale, coppa di lega e Champion’s Legue nella stessa stagione calcistica.
In PES 2018 dunque, oltre al Meazza perfettamente riprodotto, vanterà una riproduzione fedele dell’intera squadra, oltre a tre campionissimi che faranno parte del roster Leggende: Javer Zanetti, Francesco Toldo e Dejan Stankovic. La riproduzione non si limiterà soltanto alle fattezze digitali ma si estenderà anche alle caratteristiche tecniche di ogni singolo calciatore, dalle movenze con e senza palla sino ad elementi più peculiari.
Appuntamento dunque al 14 Settembre quando PES 2018 arriverà su PC, Xbox One e Playstation 4.




Sonic Forces arriva in rete

Proprio qualche ora fa è stato inaugurato il sito web (giapponese) del nuovissimo titolo di casa SEGA, Sonic Forces, tramite il quale è possibile vedere in anteprima i personaggi presenti nel gioco, che verrà rilasciato in data 7 Novembre 2017 per le piattaforme: Switch, PS4 e Xbox One. Oltre ai personaggi, è possibile visualizzare anche 8 piccoli trailer (in lingua inglese con sottotitoli in giapponese) della durata di circa 1 minuto ciascuno, che danno un accenno della storyline, giusto per dare un assaggio agli appassionati della saga.




Knack 2 scaricabile gratis sul PS Store per un probabile errore

Knack 2 è appena uscito sul mercato ma a causa di un errore è stato per poco tempo scaricabile gratis sul PS Store di varie nazioni.
I primi a registrare l’errore sarebbero stati gli utenti australiani (come segnalato dalla versione aussie di Kotaku), neozelandesi e russi, ma anche in Spagna e in Italia si sono registrati, nelle ultime ore, vari utenti che avrebbero scaricato gratuitamente il gioco con inclusi vari bonus speciali.
Il gioco costa all’incirca 40 $.




Pyre

Ibrido tra una visual novel, un RPG e un gioco di basket 3 vs 3: Pyre è l’ultimo gioco sviluppato da Supergiant Games, team talentuoso già creatore di due titoli di altissima qualità: Bastion del 2011 e Transistor del 2014.
Il team americano si è sempre distinto nel creare giochi con un gusto ricercato per quanto riguarda trama, stile grafico bidimensionale con tavole disegnate a mano, e colonna sonora di altissimo livello a cura del compositore Darren Korb; anche Pyre ha queste tre caratteristiche, ma si differenzia dai suoi predecessori grazie a un gameplay totalmente originale.

Storia

Pyre segue in prima persona le vicende di un personaggio senza nome, che verrà chiamato in seguito “reader” per la sua capacità di leggere antichi testi necessari per affrontare dei misteriosi rituali.
Il nostro eroe verrà trovato in fin di vita – e salvato – da 3 viandanti, i quali sono i componenti del triumvirato Nightwings, e sono stati banditi dal Commonwealth (una sorta di paradiso) e cacciati nel Downside (una sorta di purgatorio) per aver commesso svariati crimini; i nostri amici dovranno affrontare i membri degli altri triumvitati in dei rituali che permetteranno alla fine di poter salvare un membro del gruppo e poterlo far tornare al Commonwealth.
Durante la nostra avventura conosceremo molte persone che potranno unirsi al nostro gruppo per aiutarci nella nostra impresa, così come incontreremo molti nemici da affrontare fino a quando non riusciremo a salvare il numero più alto possibile di alleati.
La storia è raccontata in maniera impeccabile, ma soltanto nella lingua inglese, tra l’altro vengono utilizzati termini non più in uso nella lingua corrente, quindi non risulta di facile comprensione per chi non ha confidenza con la lingua.

Comparto tecnico

Come al solito Supergiant Games ci stupisce con una grafica bidimensionale coloratissima e fondali e sprite disegnati a mano con una cura maniacale, basta guardare alcuni screenshots per rimanere affascinati dallo stile e dal talento del team americano: la versione da noi provata gira su PS4 Pro a 4k nativi e non abbiamo notato alcun rallentamento, nemmeno nei momenti in cui il ritmo di gioco si faceva più intenso.
Il comparto audio non è da meno, con una colonna sonora che non sfigurerebbe tra opere ben più blasonate e non soltanto appartenenti al mondo videoludico, Darren Korb ha svolto un lavoro encomiabile componendo musiche che calzano a pennello con la trama visionaria e surreale di Pyre.

Gameplay

Come detto prima, Pyre è un ibrido tra un gioco di ruolo e un titolo sportivo a squadre; trascorreremo il tempo a interagire con gli altri personaggi, visitare mercanti, imparare nuove abilità e potenziare i singoli personaggi per affrontare al meglio i rituali, i quali non sono altro che partire 3 contro 3 in uno sport che assomiglia alla pallacanestro, dove al posto dei canestri ci sono 2 pire infuocate: l’obiettivo è quello di posizionare una sfera magica all’interno della pira avversaria per indebolirla e infine spegnerla e così portare alla vittoria la propria squadra.
Ogni componente della squadra avrà caratteristiche e abilità differenti, quindi bisogna scegliere i 3 giocatori più adatti ad affrontare i team avversari, anch’essi dotati di caratteristiche differenti tra loro.
Portando al termine un certo numero di rituali, avremo la possibilità di salvare un membro della squadra e fargli raggiungere il Commonwealth. Da qui in poi il gioco diventerà più ripetitivo: infatti dopo il primo salvataggio dovremo ripetere altri rituali con le squadre affrontate in precedenza e visitare di nuovo gli stessi posti, per portare in salvo gli altri membri del gruppo, l’ordine in cui salveremo i nostri amici andrà a modificare il finale del gioco, quindi ci sarà qualche motivo per portare al termine il gioco più di una volta.
Una nota dolente riguarda il comparto multiplayer, in quanto non è possibile affrontare avversari online, ma soltanto in locale. Si spera in una patch che possa offrire la prima possibilità.

Conclusioni

Pyre non è un gioco adatto a tutti, la sua natura ibrida potrebbe fare storcere il naso ai puristi di giochi di ruolo o di titoli sportivi ma, al contempo, offre uno stile unico e inconfondibile che soltanto i titoli di Supergiant Games sono in grado di offrire. Il gioco non è perfetto, diventa nella parte finale ripetitivo e non offre ai giocatori la possibilità di affrontarsi online, ma rimane un ottimo prodotto, consigliato a chi apprezza i titoli indipendenti di spessore e rimane affascinato dalla grafica bidimensionale e da una colonna sonora di ottima fattura anche se minimale, composta soltanto da voce e chitarra, senza per forza pretendere milioni di poligoni su schermo e sentire musiche da orchestra come ci hanno abituato i tripla A.




Last Day of June

Cosa saresti disposto a fare per salvare la persona che ami? Con questa domanda Ovosonico e 505 Games presentano al mondo Last Day of June, nuova avventura tutta italiana che tratta i difficili temi dell‘amore, della morte e del ricordoCi sono giochi che lasciano emozioni, altri che le fanno vivere, personaggi per cui si prova simpatia, storie che instillano rabbia, che ci fanno commuovere o a volte disperare. Last Day of June è uno di quei titoli che sul piano emozionale riesce a farci andare al livello successivo in appena tre ore di gioco.

Le vicende

I protagonisti di questa storia sono i novelli sposini Carl, timido e impacciato e June, un’artista dolce e romantica, accompagnati dagli abitanti del villaggio in cui vivono, il bambino, la giovane donna innamorata, il cacciatore e il tenero vecchietto. Il loro idillio d’amore è però rotto da un incidente inaspettato e ogni tentativo di poter rimediare sarà vano, ogni evento porterà inesorabilmente verso un tragico destino. La perdita del partner è lo spezzarsi di un incantesimo, cambia la vita di chi rimane, e così accade al nostro protagonista. Gli sviluppatori di Ovosonico sono stati attentissimi e meticolosi a questo cambiamento anche sul piano contestuale: da un certo punto in poi gli ambienti cambiano radicalmente, i colori dolci tramutano un’atmosfera placida e rilassante in un quadro buio e tetro, che trasuda lo stato d’animo sofferente del protagonista, il quale, bloccato su una sedia a rotelle, si troverà a raccogliere i ritratti degli abitanti fatti da June, tramite i quali potrà cambiare il passato. Un meccanismo che ricorda da vicino il film The Butterfly Effect, in cui il protagonista Evan, interpretato da Aston Kutcher, è costretto ad aggrapparsi ai ricordi per poter cambiare il presente. Una volta raccolto un dipinto ci si trova ad andare indietro nel tempo, nei panni di uno degli abitanti, fino al giorno dell’incidente con qualche ora di anticipo, e si avrà modo di modificare il passato per poter evitare l’accaduto, facendo intrecciare le storie in un grande puzzle di rapporti di causa-effetto.

Gameplay

Il gameplay è scarno ed essenziale, il numero di azioni è limitato ma funzionale alla storia che si vuole raccontare, gli accadimenti si ripetono e a volte le azioni stesse, ma senza ridondanza, restituendo al meglio il disagio e il dolore che inevitabilmente permeano la storia. Questo non significa che ci si potrà adagiare sugli allori: il giocatore dovrà darsi da fare, e risolvere i piccoli puzzle di cui si compone quest’avventura grafica.

Dettagli tecnici

Sul piano tecnico, tutto sembra improntato alla massima resa artistica, e il risultato è assolutamente poetico sul piano visivo, con cromatismi e chiaroscuri che restituiscono ogni singolo stato d’animo e una colonna sonora che traina sapientemente la storia dall’inizio alla fine.

Conclusioni

Last Day of June è una storia che travolge sul piano emozionale, e risulta un’esperienza imprescindibile, che dimostra quanto gli sviluppatori italiani sappiano raccontare storie arrivando a picchi di poesia in aspettata e senza buchi di trama, affrontando tematiche complesse. Il ritorno al passato del titolo di Ovosonico regala al giocatore un intreccio di storie che raccolgono emozioni, morte e amore in maniera armonica ed equilibrata, offrendo al pubblico un’avventura pronta a commuovere i giocatori di ogni età.