Speciale E3 – Bethesda

Nei quaranta minuti dedicati alla conferenza Bethesda si è visto tutto ciò che uscirà entro la fine di quest’anno accompagnato dalla visione che la software house ha di se stessa e che vuole comunicare al pubblico: Bethesdaland. Proprio sull’idea di questo parco divertimenti si è incentrata la conferenza, un parco in grado di riunire tutto il meglio della produzione, da Fallout a Prey, passando per il nuovo Wolfenstein.
Ma andiamo con ordine.

Spazio al VR

L’apertura della conferenza è stata riservata ai due titoli sviluppati per i visori: Doom VFR e Fallout VR.
Entrambi hanno fatto un notevole passo avanti in termini tecnici e soprattutto di ottimizzazione per il nuovo sistema di controlli. Ad esempiom in Doom si avrà la possibilità di teletrasportarsi in prossimità del bersaglio o in zone in cui vogliamo spostarci, probabilmente per evitare, o comunque ridurre la motion sickness. Risulta molto immersivo e frenetico ma sarà da valutare come la presenza di tanti nemici, soprattutto alle spalle del giocatore, possa influenzare la condotta di gioco.
L’altro titolo – di cui si aveva già notizia – è Fallout, che appare ancor più ottimizzato ma bisognerà valutare se la sua complessità si sposerà bene con l’utilizzo dei visori.

The Elder Scrolls Online: Morrowind e Creation Club

L’MMO basato sulla celebre saga The Elder Scolls si aggiorna con un’espansione contenente nuove mappe, nemici ed equipaggiamento. Questa presentazione è stata anche l’occasione per parlare del Creation Club, un pacchetto di mod dedicate a Fallout e The Elder Scrolls: Skyrim.
Questo permetterà agli utenti di avere una selezione delle migliori mod disponibili per questi titoli ma soprattutto la possibilità da parte dei modder di monetizzare le loro creazioni.
Il Creation Club sarà disponibile su PC, Playstation 4 e Xbox One da questa estate.

The Elder Scrolls: Skyrim per Nintendo Switch

La conferenza Bethesda è stata anche l’occasione per presentare The Elder Scrolls V: Skyrim per la nuova Nintendo Switch. Il titolo è la remastered uscita qualche mese fa al cui si aggiunge il supporto agli Amiibo. Infatti se si utilizzerà l’amiibo di Link potremmo utilizzare tutto il suo equipaggiamento, compresa la Spada Suprema. Si potranno utilizzare anche i motion controller ma bisognerà valutare con mano la loro efficacia in un gioco complesso come Skyrim.

Dishonored II: Death of the Outsiders

Presentato anche il primo contenuto aggiuntivo per Dishonored II, denominato Death of the Outsiders. Impersoneremo Billie Lurk, l’assassina pirata, che cercherà di far luce su Lo Straniero e l’Outsiders.
Il contenuto uscirà su console e PC il 15 Settembre 2017.

The Evil Within 2

Arriva anche il turno del titolo di Shinji Mikami, il sequel dell’horror che ha riscontrato un buon successo e che tutt’ora ha la sua fetta di fan: The Evil Within 2. Tutte le tematiche presenti nel primo capitolo saranno riproposte con un boost sul comparto tecnico e nuove meccaniche di gioco. Purtroppo non si è visto del gameplay ma il titolo sarà sicuramente giocabile già a partire dalla Gamescom e probabilmente sarà disponibile una demo prima dell’uscita, fissata per il 13 Ottobre.

WOLFENSTEIN II: The New Colossus

L’ultimo titolo mostrato – e forse il più atteso – è Wolfenstein II: the new colossus. il lavoro MachineGames si è mostrato con sequenze in live action, cgi e soprattutto con un gameplay trailer che ci ha catapultato nel mondo distopico, figlio di Philip K. Dick, in cui la Germania Nazista ha vinto la Seconda Guerra Mondiale e di conseguenza domina il mondo.
Tante sono le novità di gameplay a cominciare dall’utilizzo dell’esoscheletro già visto nel primo capitolo e un deciso miglioramento grafico. Restano inalterate le atmosfere pulp e lo stile narrativo che ha fatto Wolfenstein: The New Order uno dei titoli migliori del 2014. L’uscita è prevista per il 27 Ottobre 2017.




Speciale E3 – Microsoft

La conferenza stampa Microsoft da poco conclusa all’E3 2017 è stata l’occasione per mostrare un corposo set di ben 42 giochi, di cui 22 legati a Xbox One da qualche forma di esclusività. Tra AAA, indie e sequel ce n’è per tutti i gusti, da Assassin’s Creed Origins, ad Anthem, nuova IP di BioWare, passando da indie come The Artful Escape, Cuphead e The Last Night. Ma senza alcun dubbio i riflettori sono stati puntati sulla nuova console, che finalmente ha svelato il proprio nome: Xbox One X, della quale abbiamo anche il prezzo (499 $) e una data d’uscita, fissata per il 7 novembre 2017. Microsoft ha anche confermato la linea che la vede seguire da un po’ di tempo la via della retrocompatibilità con i titoli delle precedenti console e ha annunciato una serie di aggiornamenti gratuiti in 4K per vari giochi Xbox One.

Nel nome dello Scorpione: Xbox One X

Sul palco è Phil Spencer ad aprire le danze, snocciolando le fondamenta della “Xbox philosophy”, improntata alla cura dell’utente, alla possibilità di far giocare i vecchi titoli e alla qualità dell’esperienza di gioco.
Il nome ufficiale di Project Scorpio è Xbox One X, è lo CEO di Xbox ad annunciarlo prima di passare la palla a Kareem Choudhry, Direttore dello Sviluppo per Xbox Software Engineering, il quale ha parlato approfonditamente delle specifiche di Xbox One X, della retrocompatibilità, di nuove funzionalità, del motore Scorpio e ha annunciato la data di rilascio: la console sarà rilasciata il 7 novembre 2017 al prezzo di 499 $. Potete trovare ulteriori dettagli all’interno del nostro articolo.

Forza Motorsport 7

Si comincia dunque alla grande con Forza Motorsport 7, titolo capace di valorizzare la potenza di Xbox One X del quale abbiamo anche una data di uscita. Funzionerà a 4K nativo su Xbox One X e dispone di un parco di 700 auto. Durante la conferenza abbiamo assistito sia a un trailer di lancio in 4K sia di alcuni minuti di gameplay condotti da due piloti professionisti. Ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Metro Exodus

Metro Exodus è stato rivelato con un trailer di gameplay in esecuzione su Xbox One X. Seguito di Metro: Last Light, Metro Exodus arriverà nel 2018. Ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo.

Agli albori della setta: Assassin’s Creed: Origins

I dettagli ufficiali degli Assassin’s Creed Origins sono stati rivelati: confermata l’ambientazione in Egitto, l’ultima serie della serie Assassin’s Creed racconta la storia di un uomo chiamato Bayek, che il direttore creativo Ubisoft Jean Guesdon descrive come una sorta di “sceriffo egiziano”. Nel gameplay mandato in videosi vede Bayek di tornare nella propria città natale, Siwa, per uccidere un falso oracolo denominato Medunamun. Uscita prevista per il 27 ottobre 2017. Ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo.

È il turno di Brendan Greene, il quale rivela ufficialmente la versione Xbox One di PlayerUnknown’s Battlegroundsbattle royale shooter che ha avuto già molto successo su PC e che segna con questa mossa il suo ufficiale ingresso su console.

State of Decay 2

Sequel del gioco del survival a tema zombesco cult, è stato presentato con un trailer con orde di non-morti, sparatorie e un gruppo di sopravvissuti intenti a difendersi. Nulla di nuovo, ma il secondo capitolo di un gioco che ha avuto buoni riscontri.
State of Decay 2 è previsto per la primavera 2018.

The Darwin Project

Si passa dunque ai giochi indie: è il turno di The Darwin Project, anche questo di impostazione battle royale, un multiplayer arena dalla grafica cartoonesca, in cui bisognerà sopravvivere in situazioni estreme, e dove gli ambienti freddi e ostili saranno pericolosi quanto gli stessi giocatori.

Minecraft’s Better Together

Annunciato un nuovo titolo, ma soprattutto un aggiornamento, quello di Minecraft’s Better Together atto a collegare le comunità di Nintendo Switch e di Xbox One con gli utenti mobile e i giocatori di PC dotati di Windows 10. Per il titolo è inoltre previsto un aggiornamento gratuito in 4K entro quest’anno e il Super Duper Graphics Pack.

Dragon Ball Fighter Z

Veniamo a un marchio di grande successo, in pieno stile anime, nel quale Arc System Works offre un gioco esplosivo e ricco di azioni che combina il classico combattimento 2D con modelli avanzati di carattere 3D disegnati in pieno stile Akira Toriyama.
Dragon Ball Fighter Z uscirà su Xbox One agli inizi del 2018. Ne abbiamo parlato più approfonditamente in questo articolo.

Anthem

Dopo la presentazione del titolo durante l’EA Play, è il momento del reveal del gameplay.

Middle-Earth: Shadow of War

Crackdown 3

Terzo capitolo della serie che vede Terry Crews nei panni del Comandante Jaxon in uno spettacolare open world che uscirà il 7 novembre 2017.

Ori and the Will of the Wisps

Seguito dello straordinario Ori and the Blind Forest, il titolo si mostra con un altro trailer dai toni poetici ed emozionanti.

Life is Strange: Before the Storm

Arriverà prima di quanto previsto, il secondo capitolo di Life is Strange sarà diviso in 3 episodi, il primo dei quali è previsto per il 31 agosto 2017.

Black Desert

MMO ambientato tra dune e distese di sabbia con grafica next-gen, si preannuncia un gioco interessante tra combattimenti e viaggi attraverso vaste terre in cerca di tesori e avventure.

The Last Night

Sicuramente uno degli indie più interessanti della serata, The Last Night mostra un mondo aperto bidimensionale di ambientazione cyberpunk, diviso in quattro distretti unici per architettura, cultura e industrie proprie. Un titolo che punta su una grafica retrò e di cui varrà la pena saperne di più.

Sea of Thieves

MMO a tema piratesco di imminente uscita sviluppato Rare, il titolo mostra battaglie su un’isola, arrembaggi, spiriti e scheletri che prendono vita e tesori nascosti nella sabbia scoperta attraverso un enigmatico enigma e scambiato un fuoco di muschio con un’orsa di scheletri reanimati. La grafica ci ha lasciati perplessi, nonostante toni giocosi che potrebbero rendere il titolo di gran fruibilità.

The Artful Escape

Videogioco lisergico comprende avventura, esplorazione e un mondo colorato da giocare.

Code Vein

Annunciato poco tempo fa, il nuovo soulslike di Bandai Namco si presenta adesso con un gameplay trailer.

Super Lucky’s Tale

Cuphead

Deep Rock Galactic

Tacoma

Ashen




Speciale E3 – EA Play

L’E3 è tornato e anche quest’anno tocca a Electronic Arts aprire le danze. Fra titoli attesi, video leakati e nuovi giochi annunciati, EA ha presentato all’Hollywood Palladium di Los Angeles per lo più quanto ci si aspettava, riservando però uno spazio per qualche sorpresa e non pochi minuti per parlare di quanto in cantiere per la community e soprattutto riguardo gli eSport.
Ma passiamo rapidamente in rassegna quanto annunciato nel corso della serata e vediamo i trailer dei titoli annunciati.

Battlefield 1 – In The Name of the Tsar

Dopo l’introduzione di rito del CEO di EA, Andrew Wilson, la palla passa al producer di Battlefield 1 e Development Director di DICE LA, Andrew Gulotta, che fa apologia della community del gioco, che ha superato i 20 milioni di utenti, lancia un video con alcuni protagonisti e presenta il DLC In the Name of the Tsarpresentando un’espansione che introduce 8 nuove mappe ambientate sul fronte Est della guerra, insieme a nuovi veicoli e armi di cui vi abbiamo parlato in questo articolo.

FIFA 2018

È poi il turno di Robert “Patrick” Söderlund, Executive Vice President di Electronic Arts Worldwide Studios, il quale ribadisce che EA ascolta continuamente la voce della propria community per crescere e lavorare al meglio sui propri giochi, e afferma a chiare lettere che la società continuerà a lavorare sugli esports, lanciando il più grande torneo mondiale di Fifa mai visto ma non solo.
Seguono dunque alcuni trailer, fra cui quello di Fifa 2018, che valorizza l’utilizzo del motore Frostbite:

Al termine del video entrano in scena i Men in Blazers, duo britannico ormai molto noto negli Stati Uniti, dove sono fra i principali propugnatori mediatici del calcio come “sport americano del futuro”, e ai quali qui è affidato l’arduo compito di introdurre le novità del titolo, da The Journey, la campagna introdotta lo scorso anno che segue le vicende di Alex Hunter (al quale è dedicato il trailer che segue, con testimonianze di personaggi noti) e altre novità che abbiamo approfondito in questo articolo.

Need For Speed: Payback

A introdurre l’atteso titolo motoristico è lo Youtuber Jesse Wellens, il quale passa quasi subito la palla all’Executive Producer del gioco, Marcus Nilsson, fondatore di Ghost Games, che ha parlato ampiamente del titolo, che godrebbe di una vasta mappa, nuove modalità, profonda customizzazione e altre novità che abbiamo approfondito in questo articolo, prima di lanciare il trailer di questo nuovo Need for Speed: Payback.

A Way Out

La palla torna a Soderlund, il quale, dopo un breve preambolo, lancia direttamente il nuovo trailer di A Way Out, una co-op adventure ideata dagli stessi creatori di Brothers: A Tale of Two Sons.
E infatti, al termine del trailer, sale sul palco proprio Josef Fares, cofondatore di Hazelight, società sviluppatrice del titolo, il quale spiega da dove ha avuto origine la storia (della quale lo stesso Fares è autore), e di come il gioco sia disegnato per giocare completamente in split screen, fondandosi sulla cooperazione tra i due personaggi, Vincent e Leo, due galeotti che dovranno evadere di prigione. A Way Out, assicura Fares, accoppia storia e regia cinematografica a componenti action e puzzle, riservando al giocatore un gameplay inedito e un’esperienza cooperativa mai vista prima.

Anthem

Dopo una breve apologia di Scorpio, nuova console di casa Microsoft, Söderlund lancia il trailer di Anthem, nuova IP di Bioware della quale non si sa molto, a parte l’utilizzo di Frostbite e l’ambientazione futuristica, ma sulla quale sarà svelato di più durante la conferenza Microsoft di stasera alle 23 (ora italiana).
Non ci resta che goderci il trailer.

NBA Live 2018

Questo è un titolo che non poteva che introdurre l’Executive Producer del gioco, Sean O’Brien, il quale passa subito la palla al Community Manager, Stephen Gibbons, e al Gameplay Director, Connor Dougan, il quale enuncia rapidamente le caratteristiche del titolo, dalle novità nei movimenti alle nuove modalità “The Streets”, e “The Courts”. Una demo del gioco verrà rilasciata per il prossimo Agosto.

EA/Origin Access

Torna sul palco Andrew Wilson e a lui è affidato l’annuncio di una settimana di prova gratuita per EA/Origin Access a partire dalla giornata di oggi e per un’intera settimana.
Il servizio è per gli utenti PC e Xbox One (i quali dovranno comunque avere un abbonamento Xbox Live Gold), ma gli utenti PS4 potranno giocare svariati giochi EA sul PS Store, quantomeno nelle versioni di prova gratuita. Sono stati resi disponibili infatti Madden NFL 17, Titanfall 2, FIFA 17, Plants vs. Zombies: Garden Warfare e UFC 2. Per i possessori del primo capitolo di Battlefront, vi sarà libero accesso alle espansioni e a ogni contenuto aggiuntivo per PS4.

Star Wars: Battlefront II

Come ci si poteva aspettare, quello dedicato a Star Wars: Battlefront II è stato uno dei momenti più corposi, con trailer, gameplay, testimonianze degli attori e tanto altro, di cui abbiamo parlato diffusamente in questo articolo.

Madden 18

Marchio fra i più longevi di casa EA, anche qui viene introdotta la modalità “Viaggio“, concettualmente la stessa di quella già vista in FIFA 17, con la differenza che qui si accompagnerà nella crescita e nella carriera un giocatore di football americano. Segno che le storie sono sempre più importanti per i giocatori, anche per quelli che giocano titoli sportivi.

EA Play

Il resto della conferenza si dipana in collegamenti durante i quali si svolgono interviste, gameplay e ulteriori approfondimenti dei titoli presentati.
Anche quest’anno la conferenza Electronic Arts probabilmente non ha brillato per ritmo, gli stessi rappresentanti di EA sembrano raccontare a metà quanto di buono può esserci nei loro titoli: probabilmente la nuova modalità “Journey” di Madden 18 meritava un maggiore approfondimento e anche le dichiarazioni d’amore nei confronti della community sono risultate un po’ freddine. La comunicazione non è probabilmente il punto forte dei vertici del colosso di Redwood, tanto che il momento migliore arriva con Josef Fares, il quale ha contagiato il proprio entusiasmo per il suo A Way Out.
Siamo certi che i titoli EA continueranno ad avere un ottimo riscontro di vendite ma una miglior strategia comunicativa in futuro non guasterebbe di certo.




Top 5: le migliori uscite di Maggio 2017

Quello appena trascorso è stato un mese ricco di remastered e nuove uscite, e la redazione di Gamecompass ha provato a individuare i 5 migliori videogame di Maggio. Ed ecco dunque la nostra TOP 5:

Al quinto posto troviamo The Surge: soulslike fantascientifico di ambientazione distopica, il titolo di Deck 13 offre ottimi combattimenti e un buon comparto tecnico, ma mostra qualche carenza sul piano artistico e narrativo, risultando un videogame che poteva offrire anche qualcosa di più.

Quarto posto per Disgaea 5: Alliance of Vengeance: uscito nel 2015 in esclusiva per Playstation 4, l’ultimo titolo della serie targata Nippon Ichi include gli otto scenari aggiuntivi e svariati DLC al tempo rilasciati a pagamento sul PSN. L’ottima caratterizzazione dei main characters, i dialoghi in bilico fra umorismo e argomenti importanti e un ritmo di gioco incalzante, fanno di questo strategico a turni uno dei migliori della saga.

Al terzo posto troviamo Rime, puzzle adventure game dall’ambientazione evocativa che unisce enigmi ben congegnati a una realizzazione artistica raffinata, elementi che fanno del titolo di Tequila Works un’avventura intensa e suggestiva da godere tutta d’un fiato.

Secondo posto per Injustice 2: a 4 anni dall’uscita del primo capitolo, NetherRealm Studios offre ai giocatori un picchiaduro che non si accontenta delle ottime meccaniche da fighting game messe in campo ma offre un roster di ventotto personaggi fra eroi e villain che muovono una trama e una regia ben congegnate, degna delle grandi produzioni cinematografiche hollywoodiane.

Ma a guadagnarsi la cima della classifica è un titolo accolto molto positivamente dai gamer: stiamo parlando di Prey, reboot dell’omonimo videogame del 2006 dal quale Bethesda ha ricavato un’avventura sci-fi che si allontana dai canoni shooter del titolo originale, intessendo elementi GDR in un impianto survival che bilancia sapientemente l’action con lo stealth. Un’opera fantascientifica dallo splendido level design, dotata di una struttura narrativa composita e ben congegnata, che pesca a piene mani dalla letteratura e dalla cinematografia di genere offrendo un titolo sicuramente tra i più interessanti di questo 2017.

LA CLASSIFICA DI OGNI REDATTORE:

Simone Bruno

  1. Rime
  2. Prey
  3. The Surge
  4. Farpoint
  5. NBA Playground

Giuseppe Dalli Cardillo

  1. Prey
  2. Injustice 2
  3. Rime
  4. Farpoint
  5. The surge

Dario Gangi

  1. Prey
  2. Ultra Street Fighter II: The Final Challengers
  3. Rime
  4. Injustice 2
  5. The surge

Vincenzo Greco

  1. Injustice 2
  2. Prey
  3. Star Trek: Bridge Crew
  4. Guilty Gear Xrd Rev 2″
  5. Rime

Gero Micciché

  1. Rime
  2. Prey
  3. Disgaea 5: Alliance of Vengeance
  4. Tumbleseed
  5. Injustice 2

Marcello Ribuffo

  1. Prey
  2. Injustice 2
  3. The Surge
  4. Rime
  5. Endless Space

Alfonso Sollano

  1. Rime
  2. Prey
  3. Injustice 2
  4. Guilty Gear
  5. The Surge

Daniele Spoto

  1. Perception
  2. Rime
  3. Tumbleseed
  4. Disgaea 5
  5. Prey

Gabriele Tinaglia

  1. Disgaea 5
  2. Injustice
  3. Prey
  4. Fire Emblem Echoes
  5. Portal knights

Vincenzo Zambuto

  1. Fire Emblem Echoes
  2. Sniper Ghost Warrior 3
  3. Rime
  4. Perception
  5. NBA PlayGrounds

La classifica finale vede dunque:

  1. Prey (35 pt.)
  2. Injustice 2 (23 pt.)
  3. Rime (20 pt.)
  4. Disgaea 5: Alliance of Vengeance (10 pt.)
  5. The Surge (9 pt.)



E3: panoramica e previsioni

LElectronic Entertainment Expo è ormai forse il terreno più importante per tutti gli operatori del settore. Gli occhi saranno puntati per una settimana su Los Angeles e ogni annuncio ed esibizione dovrà essere ben calibrata: in gioco è la credibilità degli sviluppatori e la buona riuscita sul mercato di ogni titolo. Ci si aspettano non poche novità ma, nel discorso che segue, è bene distinguere tra certezze, speranze e quel possiamo ragionevolmente aspettarci da questo E3, del quale proverò a offrire una panoramica unitamente ad alcune previsioni, prima di passare a quelle degli altri redattori di GameCompass.

I confermati: i multipiattaforma

Cominciando a ragionare per genere, sappiamo già che ci saranno i due rappresentanti del “clásico” degli FPS, con Activision pronta a schierare Call of Duty WWII, al quale EA dovrebbe rispondere col DLC di Battlefield 1, In The Name Of The Tsar. A confermare il trend favorevole dell’ambientazione nelle guerre mondiali si aggiungerà Square Enix con Battalion 1944, che però non sarà certo il multiplayer online più atteso: l’attenzione di una buona fetta di pubblico sarà infatti focalizzata su Destiny 2, sul quale Bungie dovrebbe offrirci dettagli che andranno ad aggiungersi a quanto già mostrato nel recente reveal, ma anche su Far Cry 5, recentemente ufficializzato da Ubisoft. Ma non sono comunque da sottovalutare titoli come Quake Champions il quale, pur non essendo destinato all’utenza delle console, ha avuto finora un buon riscontro in fase beta, e Insurgency Sandstorm, che da mod di Half Life 2 si è trasformato in un titolo di grande interesse per gli appassionati.
Non ci sarà da aspettarsi meno competitività tra i giochi di corsa, dove a Gran Turismo Sport, esclusiva PS4, Microsoft opporrà il nuovo capitolo di uno dei suoi brand di punta, Forza Motorsport 7. A questi si aggiungeranno titoli come DiRT 4, Project CARS 2, il nuovo Need For Speed, F1 2017, e arcade racing del calibro di Micro Machines World Series e The Crew 2. Quanto basta per esaltare gli amanti dell’alta velocità, certamente fra gli utenti che avranno più interesse a seguire le presentazioni di Los Angeles di quest’anno.
Un ritorno da salutare certamente con gioia è quello del porcospino più famoso del mondo videoludico, che con Sonic Forces tornerà a essere presente su PC e su tutte le console, mentre un titolo atteso con sentimenti ambigui dal popolo dei gamer è Metal Gear Survive: riuscirà Konami a sopportare il peso dell’assenza di Kojima? Stando a quanto visto al Tokyo Game Show 2016, il titolo parte da premesse che non paiono male ma, quanto all’accoglienza del pubblico, è facile che la percezione sia distorta dalla rabbia dei numerosissimi fan che non hanno digerito la rottura fra lo sviluppatore e il creatore della serie. Ci vorrà uno sforzo di obiettività non da poco per discernere i difetti di Metal Gear Survive da quanto effettivamente di buono avrà da offrire.
Molte domande circondano invece Assassin’s Creed: Origins: dopo un anno di pausa, Ubisoft vuole certamente riscattarsi delle deludenti vendite di Syndicate e ritornare a riscontri di critica e pubblico che non si vedono dai tempi di Black Flag. Sul nuovo capitolo di Assassin’s Creed si è già creata attesa sin dall’easter egg trovato in Rainbow Six Siege, scoperta che ha fatto pensare a un’ambientazione in Giappone. Si è poi ipotizzata un’ambientazione in Egitto, si dice che il titolo sarà ambientato tra il 1400 e il 1200 a.C. e pare si useranno le imbarcazioni ma non ci saranno combattimenti navali.
Quel che è certo è che Ubisoft sta muovendosi con i piedi di piombo, nella speranza di creare adeguata attesa da incuriosire il pubblico. Non ci resta che stare a vedere il risultato, perché di certo ci aspettiamo un trailer d’annuncio e magari – anche se la vedo difficile – un piccolo reveal del gameplay.
Il gameplay è stato già rivelato invece per Dragon Quest XI, nuovo capitolo della prolifica serie disegnata da Akira Toriyama che, nonostante l’alto numero di titoli prodotti, continua a rispondere alle attese degli appassionati. Il titolo non arriverà su Xbox One, come del resto Shenmue 3, anch’esso presente all’E3, e che arriverà soltanto su PC e PS4.
Confermati anche La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, con il quale Warner Bros. intende bissare l’ottimo riscontro del precedente L’ombra di Mordor, Darksiders III (del quale IGN ha mostrato un video della pre-alpha che abbiamo analizzato), Star Wars Battlefront II, Gwent The Witcher Card Game (del quale è già aperta l’open Beta), South Park Scontri Di-Retti (originariamente previsto pre la fine del 2016), il nuovo Harvest Moon: Light of Hope, con il quale la serie festeggia il ventesimo anniversario (anche questo non sarà presente su Xbox One), e i vari Ace Combat 7 Skies Unknown, Kingdom Come Deliverance, Agents of Mayhem, Marvel VS Capcom Infinite LEGO Marvel Super Heroes 2 nonché gli immancabili sportivi Madden NFL 18FIFA 18, NBA 2K18 e NBA LIVE 18. Mancherebbe solo PES 2018, del quale Konami ha già annunciato la data d’uscita per il prossimo 14 settembre.
Personalmente, i titoli multipiattaforma sui quali nutro maggior curiosità sono Call of Cthulhu: The Official Video Game – sul quale, da lovecraftiano, spero possa essere finalmente la buona occasione per sfornare un’opera videoludica che renda onore al maestro di Providence, dati i risultati altalentanti delle precedenti – ma soprattutto Vampyr, nuovo titolo di Dontnod ambientato nel 1918, in una Londra invasa dalla pandemia di febbre spagnola. Siamo agli antipodi di Life is Strange per genere e ambientazione, ma anche qui non mancano ottime premesse riguardo il gameplay e soprattutto riguardo la trama, confermando l’attenzione al piano narrativo mostrata dallo sviluppatore francese sin dai tempi di Remember Me.
Occhi puntati su Fallout 4 VR, sul quale ripongo alte aspettative per dare una mossa a un mercato che, già con Resident Evil VII, ha risposto positivamente, seppur le vendite sono state frenate da costi di piattaforma non ancora accessibili a tutti.

Sony: fra conferme, speranze e scommesse

Passando sul terreno delle esclusive, Sony ha già confermato vari titoli attesissimi, a cominciare da Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, del quale ci si aspetta una presentazione in pompa magna prima dell’uscita del 30 giugno, e dal DLC Uncharted: The Lost Legacysu questo sarà curioso capire come Naughty Dog intenda far in modo che Chloe non faccia sentire la mancanza dell’iconico Nathan Drake come protagonista.
Un titolo nel quale Sony sembra credere molto è anche Days Gone, nuovo post-apocalittico open world nel quale si sarà alle prese con l’ennesima epidemia atta a trasformare la gente in zombie. Il titolo ha le premesse di tanti altri videogames del genere, e ci si chiede fino a che punto così tanti cloni possano avere vita lunga: la speranza è che Sony mostri davvero qualcosa di nuovo, non emerso dalle anteprime sinora pubblicate.
Previsti anche Dreams, il nuovo sandbox di Media Molecule (già sviluppatori dei primi 2 Little Big Planet e di Tearaway) e Knack 2, con il quale Sony – che ha promesso di farsi perdonare gli errori del passato – spera di riprendere un capitolo di lancio della propria console che non ebbe grandissima fortuna fra il pubblico a suo tempo. La domanda è: se ne sentiva davvero il bisogno?
Domanda da non porsi invece per il nuovo God of War, sul quale non è ancora emerso molto, ma dai pochi dati a disposizione riguardo l’ambientazione (la mitologia norrena) dovrebbe certamente trattarsi di un sequel. Certo è che il ritorno di Kratos è fra i più attesi e, visto il livello medio finora offerto dalla saga, ci si può aspettare un titolo non da meno.
Personalmente, l’esclusiva PS4 per me più attesa è Detroit: Become Human, nuova opera di David Cage, che con la sua Quantic Dream ha dimostrato di saper dare importanza alla narrazione e alla scrittura – con risultati in verità altalenanti – offrendo storie ben scritte e dalle ottime premesse che a volte finivano col perdersi in scelte pacchiane (vedi Fahrenheit) ma sempre indubbiamente di grande interesse. La protagonista di questo titolo sarà l’attrice statunitense Valorie Curry, la Charlotte di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 e la Emma Hill di The Following, già vista nella tech demo Kara.
Un coinvolgimento di attori hollywoodiani che non può non far pensare alla medesima scelta operata da Hideo Kojima in Death Stranding, titolo ancora avvolto nel mistero, di cui si conoscono però i volti di alcuni character, prestati da professionisti del calibro di Norman Reedus, Mads Mikkelsen e Guillermo Del Toro, sul quale non sappiamo ancora cosa aspettarci. Probabilmente a questo E3 non avremo una data d’uscita, ma speriamo quantomeno in un’anticipazione riguardo il gameplay e non nel terzo trailer visionario ma poco esplicativo.
Grandi aspettative sono al contempo riposte in Last of Us 2, probabilmente il titolo più atteso di casa Sony ma che rappresenta certo un terreno minato: la speranza è quella di un’opera dalla storia solida ai livelli della precedente ma che apporti anche alcune innovazioni nel gameplay, allontanando Naughty Dog da stilemi che, tra TLOU e l’intera saga di Uncharted, rischiano di risultare abusati. Non mi auguro un cambiamento radicale nel gameplay, basterebbero innovazioni e cambi di giocabilità all’interno dello stesso titolo, per spezzare la formula di gioco.
Grande curiosità da parte mia per il nuovo Spider-man: è vero che pochi titoli sui supereroi – a parte i Batman di Rocksteady – hanno esaltato la comunità dei videogiocatori, ma è pur vero che il potenziale offerto dall’Uomo Ragno in termini di storia e gameplay pare ancora inespresso. Insomniac potrebbe riservarci belle sorprese in tal senso.
Chiudiamo il capitolo PS4 con la sincera speranza che Bloodborne 2 si riveli una realtà e non solo un rumor, e con due pronostici che sono piuttosto le due scommesse su cui Sony dovrebbe assolutamente puntare: la prima riguarda la dimensione portable, sulla quale a Tokyo hanno probabilmente ancora tanto da dire, avendo tutto il potenziale per offrire un modello che riscatti dalle precedenti, non proprio esaltanti, esperienze di PSP e PSVita. A parer mio Sony questo lo sa – e Nintendo pare averlo confermato – e potrebbe annunciare novità sul tema, con una nuova console portatile che sparigli un mercato in cui sembra dominare la grande N. Ma Sony è anche certamente consapevole di non poter lasciare in sordina un’esperienza VR che, se non ravvivata, rischia di non fornire i frutti sperati. L’E3 è il momento giusto per dare agli utenti delle risposte e dimostrare che la VR è ancora il futuro. Certo sarà necessario incentivare le terze parti a sviluppare giochi per questa piattaforma e soprattutto renderla più accessibile agli utenti in termini di costo, ma i tempi e la tecnologia sembrano maturi.

Microsoft: sotto il segno dello Scorpione

Sono sicuro che anche Microsoft sia consapevole di tutto ciò; sempre in termini di aspettative, sono pronto a scommettere che a Redmond abbiano già in serbo alcune novità in tema VR che, combinate alla potenza di Scorpio, potrebbero offrire la miglior esperienza sulla piazza nel campo della realtà virtuale. Chi pensa che Microsoft sia stata lì a studiare una console potentissima solo per mostrare i muscoli a Sony sottovaluta a parer mio Phil Spencer e soci, i quali hanno invece pensato una console capace di offrire tantissimo in termini di potenza e innovazione. In previsione dell’apertura di un mercato che se ben stimolato si rivelerà essere molto redditizio per il settore videoludico – a dispetto di quanto sostengono coloro che vedono per la VR lo stesso destino del presto tramontato 3D – Xbox Scorpio ha tutto il potenziale per essere la prima console atta a superare gli attuali limiti del VR su console e a lanciare davvero il mercato. Certo, tutto bello sul piano tecnico, ma anche qui Microsoft dovrà fare i conti col prezzo di vendita (una delle principali incognite di Scorpio) e con le terze parti: attualmente Sony surclassa letteralmente Microsoft in termini di esclusive, la rottura con Platinum Games e la cancellazione di Scalebound sono stati solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e gli annunci di esclusive (per Xbox e PC) come Crackdown 3Gigantic, State of Decay 2 e dell’interessantissimo Sea of Thieves paiono un po’ pochino per spostare un ago della bilancia che, in questa generazione, pende ancora a favore dei concorrenti nipponici.

Outsiders: il ruolo di Nintendo

Sappiamo che Nintendo non terrà una sua press conference all’E3. Con pochi i titoli condivisi con le altre piattaforme fra quelli già annunciati (i già citati Sonic Forces, Harvest Moon: Light of Hope, Dragon Quest XI e NBA 2K18), la grande N punterà certamente sulle proprie esclusive, a cominciare da ARMS, anomalo gioco pugilistico in cui Nintendo Switch avrà l’occasione di esaltare le potenzialità dei Joy-Con. Il gioco sarà in vendita dal 16 giugno e l’E3 pare la miglior occasione per lanciarlo in grande stile. Così come anche Splatoon 2, divertente third person shooter in uscita il 21 luglio, e gli attesissimi jrpg Xenoblade Chronicles 2 e Fire Emblem Warriors. Giochi annunciati già al lancio della console che in quest’occasione potranno essere meglio presentati, come ancora Super Mario Odyssey, il gioco che dovrebbe convincere i giocatori a regalarsi Switch a Natale e sul quale potremmo aspettarci l’ufficializzazione di una data d’uscita.
Queste le esclusive Nintendo confermate, ma sarei pronto a scommettere che a Kyoto abbiano in serbo qualche scommessa: oltre al già vociferato Pokémon Stars, gioco che tiene sulle spine un’intera comunità di appassionati, potrebbe esserci l’ufficializzazione di Mario + Rabbids Kingdom Battle, un crossover che ha già destato curiosità e che Ubisoft e Nintendo non hanno smentito né confermato. Il Nintendo Spotlight del 13 giugno potrebbe essere il momento giusto per annunciarlo come – e qui mi lancio in un’ipotesi ardita, ma che reputo plausibile – potrebbe essere il momento buono per annunciare una versione di Super Smash Bros. per Nintendo Switch. Del resto, sono convinto che prima o poi il fortunato fighting game vedrà la luce sulla nuova console, così come Super Mario Maker. Che l’E3 sia il momento giusto per degli annunci bomba?

Predictions

Quello che abbiamo fornito è un quadro tra certezze e ipotesi di quanto troveremo all’E3. Ho già elencato alcune mie previsioni riguardo le esclusive. Tra i multipiattaforma che potremmo trovare a Los Angeles si potrebbero aggiungere The Evil Within 2 , titolo sul quale Shinji Mikami sarebbe già al lavoro, Code Vein, sul quale ci si aspetta un ulteriore reveal da parte di Bandai Namco, dopo la diffusione del trailer a inizio maggio, e Wolfenstein: The New Colossus, lavoro di Bethesda sul quale si vocifera dallo scorso E3. Nonostante il rinvio alla primavera 2018, sono convinto che avremo un assaggio di Red Dead Redemption 2, che mi aspetto esaltante come non mai. Si parla di Resistance 4, di un nuovo Batman, chiamato Insurgency, di Borderlands 3 e addirittura di un nuovo Splinter cell ma, a dirla tutta, non reputo molto probabile la presenza degli ultimi 4 titoli. Come del resto reputo, ahimè, improbabile la presenza di Cyberpunk 2077, essendo CD Project Red concentrata sul nuovo GWENT per questo E3.  Un sogno, che è anche un consiglio? Il seguito di Beyond Good & Evil, con il quale Ubisoft potrebbe riscattare il nome di un titolo di gran valore che, a suo tempo, non ebbe gran fortuna commerciale. Chissà che oltralpe non ci abbiano già pensato.

Ma adesso parola (e vaticini) ai redattori di GameCompass.

Simone Bruno

Fare pronostici in prossimità dell’Expo dell’intrattenimento elettronico si rivela spesso una mossa azzardata e quasi sempre poco remunerativa, nel senso che tutto ciò che poi succede a Los Angeles nei giorni fra il 13 e il 15 giugno quasi mai rispetta le aspettative e raramente ci sorprende.
Ciò non toglie che sognare sia molto divertente, un po’ come scrivere la letterina al tizio con la barba pur sapendo di essere stati troppo cattivi durante l’anno, alla luce di quel piccolo lume di speranza che però sopravvive sempre fino alla fatidica notte di Natale.
Quindi la sparo grossa: Cyberpunk 2077.
Sappiamo che durante lo sviluppo di The Witcher 3 un team interno a CD Project Red era già a lavoro su questo nuovo gioco di ruolo. A quanto pare il progetto dovrebbe già essere in dirittura d’arrivo, visto che il gruppo ci lavora su da almeno cinque anni. Sappiamo inoltre che è coinvolto nello sviluppo il creatore del GDR originale Cyberpunk 2020, Mike Pondsmith, che fino al 2005 lavorò alla terza edizione del suo set di regole.
Cosa mi fa strano? Conoscendo le ambientazioni fantasy tanto care allo studio polacco mi sarei aspettato che il gioco avrebbe fatto leva su un altrettanto importante set di regole, quello di Shadowrun il quale, al contrario di Cyberpunk 2020, prevede la presenza delle tipiche razze fantasy e della “magia” all’interno della stessa ambientazione d’ispirazione “gibsoniana”.
Cosa mi aspetto? Che sia la volta buona in cui un sia un videogame a dare l’input per una rinfrescata al gioco di ruolo cartaceo e che, ovviamente, venga svelata la data di rilascio!

Giuseppe Dalli Cardillo

Manca davvero pochissimo all’appuntamento di giugno e l’hype è per me alle stelle con gli oltre 200 espositori che si preannunciano. Dalla manifestazione mi aspetto tanto. La nuova consolle Nintendo ha ormai qualche mese di vita e dopo Zelda, unico titolo finora degno di nota, mi aspetto dalla casa nipponica la presentazione di nuovi giochi davvero trainanti per Switch, magari qualche sessione di gioco di Mario e un possibile brand nuovo di zecca che ci faccia tornare bambini come solo mamma Nintendo sa fare.
Dopo gli annunci di Microsoft e Sony, mi piacerebbe vedere qualche gioco che davvero sfrutti il VR e che ci dia una valida ragione per comprare nuovi costosi dispositivi. Finora abbiamo assistito a simpatici esperimenti, ma un gioco davvero rivoluzionario è mancato, e sarebbe ora di dare una sferzata al settore. Rifacendomi a quanto detto da Todd Howard nel 2016 alla domanda sull’arrivo del nuovo capitolo di The Elder Scrolls VI: “Penso che sia bene in questi momenti dire ai nostri fan che in realtà abbiamo altri due grandi progetti che stiamo creando, che sono più grandi di qualsiasi cosa abbiamo mai fatto. La gente probabilmente ne sentirà parlare anche prima di Elder Scrolls 6.” Queste cose, dette nel giugno 2016, hanno preceduto la pubblicazione di Quake Champions e  Dishonored 2, dunque il prossimo sulla lista dovrebbe essere proprio The Elder Scrolls VI e chissà che all’E3 non venga almeno mostrato un trailer del gioco che mi renderebbe davvero felice. Non dimentichiamo poi il nuovo Far Cry 5, da poco annunciato da Ubisoft.

Dario Gangi

L’E3 di quest’anno mostra la presenza di giochi che suscitano in me un certo interesse.
Partiamo con Call of Duty WWII, gioco che accoppia due degli argomenti che amo di più: gli FPS e la Seconda Guerra Mondiale. Il gioco mi è piaciuto molto Death Stranding e non vedo l’ora di saperne di più e vedere qualche gamepaly.
Un titolo che mi ha interessato fin dal suo primo teaser è stato Code Vein: il soulslike è un genere non esattamente nelle mie corde, ma l’ambientazione, i personaggi e soprattutto la storia che pare esserci dietro mi fanno aspettare con un certo hype questo titolo.
Death Stranding è un gioco ancora avvolto nel mistero, mostrato già allo scorso E3, ma ancora non hanno detto nulla sul gioco in sé: speriamo che quest’anno le cose cambino.
Altro titolo che non vedo l’ora di poter giocare è The Last of Us: Part II: ho amato il primo capitolo e spero che la stessa cosa succeda con il secondo. Per questo E3 mi aspetto di vedere una data, almeno l’anno d’uscita.
Purtroppo l’annuncio del possibile rinvio di Kingdom Hearts III ai prossimi 3 anni mi ha fatto storcere il naso: Kingdom Hearts è una saga che mi ha emozionato sin da quando ero bambino e sapere che la Square Enix sta lavorando su un terzo capitolo mi ha fatto fare i salti di gioia. Aspetto l’uscita di questo titolo ormai da anni, e spero in un’imminente uscita.
Pensavate che mi fossi dimenticato di lui, eh? E invece l’ho lasciato per ultimo: Destiny 2, IL GIOCO per me più atteso in tutto il 2017. Sono passati ormai 3 anni da quando ho giocato la prima volta al primo capitolo e adesso non vedo l’ora di provare la beta del nuovo sparatutto e averlo tra le mani. Spero Bungie faccia un lavoro impeccabile, visti i pessimi risultati di Destiny nel suo primo anno di vita. Sono molto fiducioso.

Vincenzo Greco

L’appuntamento più importante nel mondo dell’industria dei videogiochi è ormai alle porte. Le Big Three (in questo caso two, e poi spieghero il perchè) stanno riscaldando i motori lanciando ormai giornalmente “frecciatine” giornalistiche che puntano ad alzare l’hype dei già fans e, in generale, dei videogamers. Da Microsoft mi aspetto l’ovvia apertura della conferenza incentrata su Scorpio, la nuova console, e di quanto questa si differenzi per prestazioni dalle rivali, specialmente dalle console Sony (PS4 & Ps4 PRO) che hanno spinto fin dall’inizio della gen la Microsoft in una guerra a suon di risoluzioni e framerate sulle performance. Guerra che ha visto fino a oggi la MS perdente ma ora pronta a prendersi indietro con la forza il trono della console più potente sul mercato. Sono sicuro che Phil Spencer premerà l’acceleratore sulla VR e su tutto quello che gira intorno all’ecosistema Xbox. Grande attenzione sarà posta sul nuovo GamePass, un servizio à la Netflix che permetterà sotto abbonamento di poter giocare mensilmente a più di 100 giochi. Mostreranno Forza MotorSport 7 in 4k@60fps, Crackdown 3 , State Of Decay 2 e l’attesissimo ritorno in produzioni AAA dello studio Rare (ex gioiello di casa Nintendo, acquisito in seguito da MS) con il loro MMO piratesco Sea of Thieves.

Sea of Thieves

Alcuni tweets dal famoso insider Shinobi602 confermerebbero anche la presenza sul palco di un gioco AAA non ancora annunciato prodotto da un third party (Splinter Cell  is back baby??) e di un regalino indirizzato ai fans dalla 343i riguardante Halo.

La MS sembrerebbe sia riuscita ad accaparrarsi i diritti di marketing del nuovo Middle-earth: Shadow of War, quindi molto probabilmente vedremo un trailer sul palco. Ancora nessuna certezza invece su dove verrà svelato il primo in-game trailer di Cyberpunk 2077 dei polacchi CD Projekt RED: dovessi scommettere, conoscendo la vicinanza del team con la casa di Redmond, punterei sicuramente sul palco Microsoft, dopotutto hanno sempre annunciato i loro titoli durante la conferenza MS. Dal paese del Sol Levante vedo la Sony puntare molto (ma anche per il 3° anno consecutivo) sull’ultimo God of War dei SSM. Con molta probabilità vedremo qualcosa su Kingdom Hearts 3  e ri-vedremo Days Gone e Death Stranding  (ancora non si sa nulla sul gioco!) ideato dal mitico Hideo Kojima. Attesissimo è Spider-Man, gioco anch’esso presentato durante lo scorso E3 ma che forse vedrà questa volta la presenza di un gameplay trailer. Avendo pagato i diritti di marketing esclusivo su moltissime uscite multipiattaforma mi aspetto sul palco il famosissimo Destiny 2 dei Bungie e probabilmente il nuovo Battlefront: giochi sui quali questa volta la Sony dovrà rinunciare, promuovendo la propria piattaforma, al motto “best place to play” viste e considerate le differenze tecniche della nuova console MS rispetto la loro top di gamma PS4 PRO. Mi aspetto una megaton finale con l’annuncio inaspettato di qualche esclusiva ovviamente proveniente da sviluppatori giapponesi o un teaser della PS5 per allontanare l’inevitabile pressing mediatico della Scorpio sulla Ps4 PRO. Si chiude con The Last of Us: Part II e Red Dead Redemption 2 – e giù le lacrime gente.
Dall’E3 Nintendo, oltre Mario+Rabbids Kingdom (crossover che unirà l’universo Nintendo con quello Ubisoft ), non mi aspetto purtroppo nulla e non perché la casa nipponica non abbia novità da mostrare ma solamente perché ha da tempo perso interesse in questa manifestazione, preferendo i propri “Direct” privati.

Valerio Palumbo

Il gioco che aspetto di più da tanti anni è Kingdom Hearts 3: sono usciti molti capitoli, ma finalmente sembra avvicinarsi il momento dell’uscita. Spero vivamente che durante l’E3 ci siano informazioni al riguardo.
Altro gioco su cui vorrò sapere di più è Code Vein: amo i giochi dallo stile ispirato aDark Souls. Spero parleranno anche del famigerato remake di Final Fantasy VII, o comunque di qualunque accenno a una saga che amo. Infine, sono incuriosito anche dal nuovo God Of War, dove vedremo il nostro caro Kratos nelle vesti di padre, almeno così pare. In ogni caso, sono molto in hype per questo E3 e spero che non deluderà nessun tipo di giocatore.

Marcello Ribuffo

Sicuramente quello che mi aspetto sono i titoli dedicati alla nuova Xbox – che quasi certamente non si chiamerà “Scorpio” – come Forza Motorsport 7 e magari qualche nuova esclusiva. Vorrei vedere qualcosa di molto vicino al fotorealismo e soprattutto nuove feature introdotte grazie alla potenza della nuova macchina: intelligenza artificiale, fisica realistica e maggiore interazione con personaggi e ambienti; sono, secondo me, le priorità di questa nuova gen che si appresta ad arrivare.
Tanti giocati su God of War, The Last of Us 2 e Wolfenstein: The New Colossus e magari il nuovo Red Dead Redemption. Focus anche su Assassin’s Creed: Originsdove siamo alla prova del nove per un franchise che aveva assolutamente bisogno di una svecchiata e curiosissimo di vedere sia System Shock 3 che il nuovo progetto segreto di Bioware (che spero vivamente non sia un nuovo Dragon Age).
Per quanto riguarda il “non succede, ma se succede…”, scommetterei sull’annuncio di Playstation 5 a fine conferenza Sony.

Alfonso Sollano

Io mi aspetto una conferenza Microsoft centrata sulla potenza di Scorpio e giochi che ne esaltano le caratteristiche come Forza motorsport che gira a 4k/60 fps. Riguardo al resto, non mi aspetto grosse novità.
Per quanto riguarda Sony, oltre i giochi già annunciati quali God of war, The last of us 2, Death stranding, spero di vedere un Bloodborne 2 (la speranza è l’ultima a morire), mentre non mi aspetto l’annuncio di Playstation 5, ma forse un assaggio di quello che sarà in grado di fare.

Daniele Spoto

Col recente progresso videoludico si può dedurre quanto la grafica e l’evoluzione della tecnica green screen stiano divenendo l’epicentro della nextgen portandomi solo a fantasticare su quali titoli potrebbero essere annunciati in questo E3.
Uno tra questi è Until dawn 2: la Supermassive Games ha fatto sognare e rabbrividire con il primo titolo e aspetto almeno di poter vedere un accenno. Nuove immagini riguardanti il sequel di The Last Of Us saranno il principale motivo per il quale quest’anno sarò incollato all’E3. Sono poco speranzoso invece nel dare fiducia a Kojima riguardo il suo Death stranding: lo aspetto come pochi ma escludo ci faccia vedere qualcosa riguardante il gameplay. Il mio vero amore nostalgico cade sul remake di Crash Team Racing fantasticando da ora quale tipo di struttura abbia il multiplayer.

Gabriele Tinaglia

Durante la conferenza di Sony spero vengano mostrati più dettagli sul nuovissimo capitolo di God Of War, magari un gameplay. Attendo impazientemente anche un trailer del fantastico The Last Of Us: part II, vista la bellezza del primo capitolo che ho praticamente “divorato” in pochissimo tempo su ps3 e ps4. Un titolo che aspetto dai tempi della ps3 è Resistance 4, dopo aver amato i primi tre capitoli spero ormai da molti anni in un quarto capitolo. Spero vivamente che mostrino qualcosa che riguardi Death Stranding, il prossimo “capolavoro” (si spera) del grandissimo Kojima.

Vincenzo Zambuto

In un annata come questa, ricca di soprese e meraviglie videoludiche, con l’avvento dell’ E3, la fiera più attesa del momento, c’è da aspettarsi tanta altra roba.
Principalmente sono due titoli per PS4, che non sono neanche stati confermati, a farmi fremere di più. Forse proprio perché sono celati ancora all’ ombra del mistero, o forse perché hanno fatto pienamente parte della mia infanzia. Sto parlando di Spyro the Dragon, riguardo il quale si rumoreggia su una possibile remastered HD, o ancora su un nuovo Splinter Cell da parte di Ubisoft, questo sarebbe davvero un ritorno esplosivo! Credo sarebbe una forte emozione per molti poter rivedere Sam Fisher impegnato in una nuova avventura in nextgen.
Pur non essendo un fan Microsoft, visti i buchi lasciati in passato nel panorama videoludico, mi incuriosisce moltissimo il settore VR in progettazione, con i suoi “motion controllerMicrosoft promette di offrire una delle esperienze più complete di Realtà Virtuale, garantendo un immersività senza eguali. Inutile parlare di project scorpio, considerato che si conosce solamente la scheda tecnica, non mi aspetto niente più di una nuova console che credo avrà la stessa “fortuna” della xboxone.
Nintendo, la grande casa nipponica di Kyoto, offrirà, invece, sicuramente qualche succulenta novità, anche se pur non partecipando attivamente alla manifestazione di Los Angeles. I titoli che hanno catturato la mia attenzione, principalmente anche per il loro trascorso, sono sicuramente Xenoblade Chronicles 2, meraviglioso JRPG storico e, possiamo dire FINALMENTE, Super Mario Odyssey, che farà nuovamente uscire allo scoperto i fan che, all’epoca, amarono immensamente Super Mario 64 e Super Mario Sunshine, proprio come il sottoscritto!

Vi ricordiamo che la redazione di GameCompass seguirà in diretta le conferenze dell’E3 – di cui sul nostro sito trovate una lista completa unitamente alla lista completa dei titoli presenti all’E3– che potrete commentare con noi in tempo reale sui nostri canali YouTube e Twitch.




Destiny 2: il resoconto della live

Qualche giorno fa si è svolta la live di Bungie incentrata sul gameplay di Destiny 2, che ha introdotto a svariate novità del gioco. Passandole in rapida rassegna, si va dalle nuove sottoclassi – Dawnblade, Sentinel Arcstrider – a oggetti come la spada infuocata in dotazione allo stregone e lo scudo da vuoto per il titano, che potrà lanciare e colpire i nemici (à là Capitan America, per intenderci), mentre il cacciatore sarà dotato di una lancia ad arco. Oltre alle granate e al corpo a corpo ci sarà anche una terza abilità che, come visto per lo stregone, crea una barriera curativa. Destiny 2 riproporrà le vecchie super-abilità presenti nel precedente capitolo. Avremo a disposizione delle nuove classi di armi, come le SMG, dei lanciagranate, lanciamissili multipli e minigun, e dal gameplay si nota il ritorno dei danni elementali nelle armi.
Riguardo la campagna, la storia ci porterà a visitare tre nuovi mondi: IO, Titan e Nessus. I pianeti saranno abitati e magari avranno delle zone social al loro interno. La storia, come anticipato mesi fa, vede la legione rossa come oppositore e come principale antagonista – e capo dell’esercito cabal – Gha’ul, il quale sostiene che il Viaggiatore abbiamo scelto gli umani commettendo un grosso errore, poiché avrebbe dovuto scegliere proprio i cabal.
Questo per quanto riguarda il plot; per quanto riguarda, invece, il PvE, i nuovi mondi saranno esplorabili con delle cinematiche che accompagneranno i guardiani nella loro avventura. Saranno introdotte delle nuove attività come la caccia al tesoro, varie avventure, settori perduti e altro ancora, spesso costituite da veri e propri dungeon, superati i quali si otterranno preziose ricompense. Si è parlato anche di vaste mappe nei vari mondi: la mappa sulla Terra, sulla quale potremo visitare anche l’Europa, sarà particolarmente vasta. Già annunciato, inoltre, il nome della prima missione: I’m coming.
Il PvP presenta delle nuove mappe e nuove modalità, come quella Countdown. Il crogiolo verrà sconvolto dall’implemento dei 4v4 a sfavore e alla scomparsa delle modalità 3v3.
Dietro Destiny vi è sempre stata la volontà di Bungie creare una community che rimanga unita, ed è per questo che in questo secondo capitolo sarà implementato il ranking – se così si può definire – dei singoli clan, di cui ogni membro contribuirà con le proprie azioni alla crescita. Chi si trova senza clan potrà richiedere una “Guida di gioco“, che consiste nella possibilità di richiedere un “tutor”, ruolo che sarà svolto da un membro di un clan che potrà, in tal maniera, guadagnare punti ai fini del ranking.
Per chi si chiedesse su che piattaforma sarà possibile scaricare il gioco, la live ha dato finalmente una risposta: Destiny 2 sarà presente su battle.net di Blizzard, e non su Steam, come ipotizzato. Ad ogni modo, pare non ci saranno server dedicati, né su PC né tantomeno su console, ma su questi temi aspettiamo ulteriori news in occasione dell’imminente E3.
Per la beta bisognerà ancora attendere qualche settimana, e la data di rilascio non è stata ancora rivelata.
Vi ricordiamo che Destiny 2 sarà presente all’E3, esattamente alla conferenza Sony e che il gioco uscirà l’8 settembre per PlayStation 4, Xbox One e per PC.




Cosa vi siete persi della saga di Persona

Tutto ciò che c’è da sapere sul franchise di Persona

Il franchise di Persona è vastissimo. Basterebbe calcolare tutti i giochi della serie principale, gli spin-off, costatarne la popolarità e si può avere la misura del loro successo. 

Sin dal 1996, quando uscì il primo capitolo, Persona I, il gioco venne considerato una piccola rivoluzione per la sua natura di “teen-filled-role-playing game” (così lo definirono gli sviluppatori), un gioco di ruolo i cui personaggi principali erano dei teenagers, per dirla in parole semplici. Ogni titolo della saga ha poi delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri ma si mantiene un filo rosso nell’evoluzione di tematiche e meccaniche presenti nei giochi precedenti.

Il vero e proprio “boom” è stato però probabilmente con Persona 4 Golden, versione migliorata di Persona 4, che ricevette il maggior numero di critiche positive della serie.
L’intera saga segue la vita di alcuni ragazzi delle scuole superiori capaci di cose straordinarie (altrimenti che divertimento ci sarebbe?). I giochi hanno caratteristiche da “dungeon crawler“, con dungeon da esplorare e completare in cui è possibile potenziare i personaggi , ma anche da “social simulator“: questa commistione è una delle più importanti caratteristiche dei giochi della saga.
Il potenziamento dei personaggi all’interno dei dungeon è importantante tanto quanto la vita al di fuori, permettendo ai personaggi di studiare, lavorare “part-time”, uscire con gli amici, e altre attività proprie della vita quotidiana di tutti i teenager che hanno un ruolo chiave per la crescita di “potenza” del personaggio, in quanto sono proprio i rapporti con gli altri individui a permettere la creazione di nuovi “Persona” o il potenziamento di alcuni di essi.

La serie ha celebrato i propri 20 anni nel 2016 con l’uscita del nuovo gioco Persona 5, rilasciato il 15 Settembre in Giappone. In Europa, il gioco doveva essere rilasciato il 14 Febbraio 2017 ma, per vari motivi, l’uscita è stata rinviata al 4 Aprile 2017.

Ogni episodio della serie è sconnesso dagli altri – eccezion fatta per gli spin-off – ed è autoconclusivo. Uno degli elementi affascinanti della saga sta nel fatto che non esista una via giusta per affrontare la storia: tutto è lasciato all’esperienza di gioco, che il giocatore può vivere come meglio crede, non sacrificando la bellezza della trama e godendosi tutti gli easter-egg, molti dei quali sono dei rimandi ad altri giochi della serie.

Da cosa viene fuori l’idea per questa serie?

Per quanto riguarda le origini di Persona, bisogna ricollegarsi alla serie di Shin Megami Tensei, i cui titoli Shin Megami Tensei: Strange JourneyShin Megami Tensei: Soul Hackers e simili hanno portato una grande innovazione all’interno del mondo dei JRPG.

Per ricollegarci direttamente alle origini, dovremo partire da Shin Megami Tensei If, un gioco che ha per protagonisti sempre ancora dei ragazzi che frequentano le scuole superiori e che si sviluppa una storia dai contorni soprannaturali. Altro gioco importante della serie è Revelations: Persona, rilasciato nel 1996 per la Playstation, e successivamente portato anche su PSP in Europa e su PSP e Windows in Giappone.
Atlus riprese la serie chiamando un gioco poi Shin Megami Tensei: Persona (nome originario di Persona I), che come detto è stato il punto di partenza del franchise. In questo primo capitolo è possibile evocare dei “fantasmi”, o meglio “quella che è a tutti gli effetti la rappresentazione fisica della personalità (o della psiche) dei vari protagonisti” come alleati nei combattimenti. Il gioco segue lo stile classico dei JRPG, uno stile a turni in cui i personaggi hanno la possibilità di interagire con i demoni per tentare di renderli loro alleati. Mancava ancora la possibilità di coltivare amicizie tra i personaggi, caratteristica peculiare dell’intera serie.

L’evoluzione si ebbe con Persona 2: Innocent Sin, nel 1999, in cui il personaggio principale poteva utilizzare il potere dei “Persona” insieme ai propri compagni (ancora studenti di scuole superiori, c’è bisogno di dirlo?). Oltre a nuove mosse da utilizzare negli scontri, venne aggiunto un “Rumor System“, un sistema che permetteva di utilizzare le notizie per influenzare il gioco e la sua storia.

Persona 2: Innocent Sin ha avuto poi un sequel chiamato Persona 2: Eternal Punishment, rilasciato nel 2000. Il gioco è ambientato in una linea temporale differente rispetto a Persona 2: Innocent Sin segue la storia di Maya.

Ma veniamo a uno dei momenti più importanti della saga: l’uscita di Persona 3.

Il nome originale completo è Shin Megami Tensei: Persona 3 e uscì nel 2006 per Playstation 2.

Fu come una rinascita della serie, successivamente capirete il perché. Venne successivamente rilasciata una versione per PSP chiamata Shin Megami Tensei: Persona 3 FES, che offriva la possibilità di giocare una storia secondaria, nel 2009. Venne aggiunta una nuova campagna, chiamata “The Answer”, e fu inoltre data la possibilità di giocare con un personaggio femminile (i personaggi principali della saga sono quasi sempre maschili).

La storia di Persona 3 segue ovviamente la storia di alcuni ragazzi di scuola superiore (tenete il conto di quante volte lo sto ripetendo e fatemelo sapere nei commenti, non ne ho idea, giuro!) che si trovano a dover sconfiggere dei demoni chiamati Shadows all’interno di una torre, ogni notte, con la luna piena. Nel gioco ricopriva una parte fondamentale anche la storia al di fuori della torre, in cui i giocatori potevano rafforzare le proprie amicizie con i compagni di classe. 

Mentre i precedenti giochi presentavano molte similitudini tra loro, con Persona 3 si ebbe una totale rivoluzione. E non parliamo soltanto degli altri titoli del franchise: Persona 3 era un unicum rispetto tutti gli altri giochi esistenti. L’introduzione di un calendario atto a seguire la storia (la quale si svolge in un anno), porta una grande profondità nella trama di Persona 3. Il gioco comprende un’esperienza di gioco di 70 ore circa; nonostante all’inizio possa risultare noioso, la pazienza del giocatore verrà ricompensata con una storia molto profonda e appassionante.

Nel 2008 è la volta di Shin Megami Tensei: Persona 4 per Playstation 2, la cui storia vede come protagonisti dei ragazzi di scuola superiore con dei poteri speciali. I protagonisti di questo capitolo abitano in un piccolo paese in cui avvengono dei misteriosi omicidi sui quali investigheranno.

Nel 2012 esce Persona 4 Golden per Playstation Vita.
Nonostante Persona 3 fosse stato rivoluzionario, è questo il titolo preferito da gran parte degli utenti poiché non si limita a riprendere degli standard propri di Persona 3, ma li migliora. Si ha qui uno stile di gioco più profondo, sia dal punto di vista della storia che dei personaggi, passando per i Dungeon.

Spoiler

Con Persona 4 Golden vi è la possibilità del “giorno di San Valentino”, ovvero l’ultimo giorno di gioco, in cui il giocatore verrà ricompensato con la possibilità di avere una fidanzata. Se il giocatore riesce ad avere l’affinità a 10 con una ragazza (compagna di classe), questa si dichiarerà nel giorno di San Valentino. Se avete raggiunto un livello di affinità al 10 con più di una ragazza, allora dovrete per forza sceglierne una… oppure ci sarà un altro finale? Giocatelo e scopritelo da voi!

Ma…. Che cos’è un “Persona”?

Il “Persona” è un potere sovrannaturale, nonché una manifestazione della personalità del personaggio: Persona 4 è forse il gioco che meglio acclara questo concetto, che tende a definire ciò che di un individuo va oltre le maschere sociali.

Una piccola curiosità: il topic della serie Persona contiene vari rimandi agli studi del noto psichiatra svizzero Carl Jung, il cui lavoro era molto popolare nel 1990. Personaggi come le Shadows sono assimilabili agli aspetti inconsci negativi delle persone da lui teorizzati.

I personaggi del gioco utilizzano i Persona per sconfiggere le Shadows, utilizzandole per attivare le proprie skill. Nei primi capitoli ogni personaggio aveva la possibilità di equipaggiare più di un Persona. Successivamente fu introdotto il limite di un Persona per ogni personaggio secondario, mentre il personaggio principale aveva il potere per utilizzarne più di uno.
In Persona 3 il giocatore poteva agire solo durante la Dark Hour, la notte con la luna piena.
In Persona 4, invece, il giocatore doveva confrontarsi con la propria parte oscura.
I protagonisti hanno la possibilità anche di fondere i vari Persona per crearne di più potenti, ma approfondiremo in seguito questo aspetto del gioco poiché entra in campo un elemento molto importante, chiamata “Velvet Room“.

Ora passiamo ai metodi di evocazione dei Persona.
In Persona 1 e 2 venivano evocati gridando il loro nome.
In Persona 3, invece, gioco che tratta temi importanti come morte, depressione e smarrimento di se stessi, viene utilizzato un Evoker per evocarli, una pistola speciale con cui il personaggio doveva spararsi in testa (Grazie Atlus, è normalissimo e sano che qualcuno si spari in testa con una pistola, davvero).

In Persona 4 vengono utilizzate le carte dei tarocchi (ecco, ora va meglio, non credete?).

In Persona 5, invece, non tutti si sono accorti dai trailer che i personaggi, per evocare i Persona, utilizzano un metodo piuttosto… brutale. I personaggi, infatti, si strappano la maschera che portano, e al contempo anche una porzione di volto (tranquilli, niente scene cruente, solo una semplice striscia di sangue).

Tornando ai Persona come entità in sé, la loro presenza è essenziale ma non sempre positiva. I personaggi, infatti, potrebbero perdere il controllo di essi, soprattutto se sono stati evocati in modo innaturale. Alcuni Persona sono addirittura delle Shadows che sono state “addomesticate” dall’ego della persona ospitante.

In alcuni casi, davvero rari, una Shadows potrebbe diventare addirittura un utilizzatore di Persona nel momento in cui sviluppano un loro ego. Potrebbe succedere anche il contrario, ovvero che il Persona diventi una Shadows e attacchi il proprio utilizzatore.

Come si gioca?

Parlerò principalmente dello stile di gioco che si ha da Persona 3 in poi.

La vita sociale:

La serie di Persona segue sempre le vicende di un gruppo di studenti liceali (non ve lo aspettavate, eh?) dotati di superpoteri. La storia di ogni gioco si sviluppa nell’arco di un anno, durante il quale il giocatore andrà a scuola, celebrerà le feste e affronterà i problemi utilizzando i propri Persona.

Sul campo di battaglia, invece…

Una parte sostanziale del gioco è sviluppato come dungeon crawler, nel quale il giocatore potrà potenziare i propri personaggi, se lo vuole. I nemici appariranno sullo schermo e il giocatore potrà anche evitarli. Le battaglie sono sviluppate su un sistema a turni, in cui la strategia migliore è trovare il punto debole del nemico e usare le mosse di quell’elemento, per poi lanciare un attacco combinato. Uccidendo i nemici con l’attacco combinato si otterranno delle ricompense extra.

E, infine, fuori dal campo di battaglia..

Tra la parte che segue la storia principale e quella dell’esplorazione dei dungeon, rimane tantissimo tempo libero in cui si possono fare innumerevoli cose. Si può andare a scuola, unirsi a dei club, prendere dei lavori “part-time”, andare alle sale giochi e tante altre cose. Tutto ciò porta a dei risultati e rende il gioco estremamente vasto e libero, in cui la storia viene influenzata anche dalle proprie “scelte di vita”.

Queste scelte danno la possibilità di aumentare dei parametri al personaggio principale, come l’intelligenza, il coraggio e altro, che permetteranno di frequentare determinati luoghi o persone.

LA VELVET ROOM.

E adesso parlerò di un argomento delicato ma molto importante che contraddistingue tutta la serie.

Solitamente, all’inizio del gioco il giocatore dovrà “firmare un contratto” dove si inserirà, ad esempio, il nome del personaggio.

L’aspetto della Velvet Room è mutevole e strettamente collegato al destino e all’obiettivo finale della persona che forma il contratto col master del luogo, Igor.
Nel caso di Persona 3 è un ascensore, nel caso di Persona 4 è una limousine, nel caso di Persona 4: Dancing All Night (si, è uno spin-off, ma ne parleremo alla fine) è un club.

Ciò è dettato dal fatto dal fatto che la Velvet Room non è un posto fisico, ma è un luogo che si trova all’esatto centro tra il “conscio e l’inconscio”.
Come dice uno dei residenti della Velvet Room, “it exist between dream and reality, mind and matter” (“esiste tra sogno e realtà, tra mente e fisicità” ).

Parlando in termini tecnici, invece, la Velvet Room funge da “campo base” o “quartier generale”, dentro il quale il giocatore potrà fondere i vari Persona per crearne di più forti, potrà accettare delle missioni secondarie e così via.

Durante l’evoluzione del gioco, vi è anche un evoluzione anche tra i residenti.

Inizialmente i residenti erano soltanto degli artisti di contorno, del tipo cantanti o persone che suonavano il pianoforte (ma non significa che non avessero una loro utilità, ad esempio il Demon Painter che permetteva di creare delle “tarot card” necessitando, però, delle card vuote)Successivamente, però, hanno cominciato ad essere parte integrante del gioco anche ai fini della trama. Una figura particolare è Igor, che si introduce inizialmente come servo di Philemon (che appare in Persona 1 ma che ricopre un ruolo più importante ai fini della trama in Persona 2).

Igor aiuta il giocatore nella fusione dei vari Persona, e nel caso di Persona 3 si unisce al giocatore come un assistente per la sua causa.

La serie completa ha introdotto tre residenti particolari: Elizabeth, Margaret e Theo. Tutti e tre sono tra loro parenti, fratelli e sorelle, precisamente.
Nella storia principale si ha Elizabeth come residente; giocando come personaggio femminile, invece, si potrà scegliere tra Elizabeth oppure Theo (il più giovane dei due). Nonostante ciò, la storia non è considerata come “principale” poiché alcuni eventi saranno alterati a causa del sesso del personaggio.

Margaret è, invece, la residente della Velvet Room di Persona 4, a cui si unirà anche un’altra persona in Persona 4 Golden, chiamata Marie (molti giocatori non sanno che si incontra Marie al di fuori della stazione iniziale del gioco, come una ragazza solitaria).

I residenti della Velvet Room hanno anche i propri “Social link“, ovvero i livelli di affinità che servono ad aumentare i parametri dei Persona o a fonderne dei nuovi.

In Persona 5 i residenti della Velvet Room si chiameranno Caroline e Justine.
Atlus ha detto che, tra le due, Caroline ha un comportamento più “peperino”, mentre Justine è caratterizzata da un temperamento molto pacato. Le due ragazze avranno entrambe il ruolo di segretarie del personaggio principale.

(Nell’immagine, a sinistra Margaret di Persona 4, al centro Elizabeth di Persona 3 e a destra Theo di Persona 3)

Lo sapevi che….

I nomi dei residenti della Velvet Room si rifanno tutti a personaggi del romanzo Frankenstein di Mary Shelley: Elizabeth Laveza, Theodore Bohmer, Margaret Saville, Justine Moritz e Caroline Beaufort. Ovviamente anche Igor è fra questi, riferendosi al personaggio introdotto nelle versioni cinematografiche del noto romanzo horror.

Riguardo Philemon, invece…

Philemon è una delle figure più importanti dei primi capitoli della saga, ed è un personaggio preso a piene mani dal Libro Rosso – Liber Novus di Carl G. Jung, nel quale Filemone è una figura gnostica, assimilabile a uno “spirito guida”.

Nel gioco ha la capacità di risvegliare i Persona negli individui, pur non essendo capace di agire direttamente come invece fanno i residenti della Velvet Room.
Il gioco gira intorno alla presenza di un’entità superiore, soprattutto nella fase finale della storia, e Philemon fa parte integrante di tutto ciò, avendo egli scommesso con un’altra “entità superiore” sul fatto che l’umanità possa riscattarsi e rimediare ai propri errori, perché in caso contrario si sarebbe estinta.

Vi ricorda qualcosa? Per chi ha visto l’anime Shin Megami Tensei, Philemon ricorda da vicino il personaggio di Shin Megami Tensei: Devil Survivor (il gioco per Nintendo DS) chiamato “The Anguished One”, che proprio come Philemon aveva scommesso riguardo il futuro dell’umanità.

Philemon ha una grande influenza nei primi due giochi per poi perdere di importanza da Persona 3 in poi. A tal riguardo i fan hanno sviluppato due ipotesi:

  1. Atlus ha perso interesse sul personaggio.
  2. Atlus lo reputa così importante da star sviluppando una storia di Philemon totalmente a sé.

Io personalmente faccio parte della seconda linea di pensiero, e sarebbe un peccato che un personaggio talmente importante nei primi due capitoli di Persona venga abbandonato così, da un momento all’altro, senza alcuna ragione apparente.

Cosa vi siete persi di Persona 3?

Persona 3 è ambientato nel 2009, quando il protagonista del gioco torna nella città di Iwatodai 10 anni dopo la morte dei suoi genitori. Come in ogni gioco della serie, è possibile dare un nome al proprio personaggio, ma per comodità lo chiamerò Makoto Yuki, nome assunto in Persona 3: The Movie, serie animata che riadatta la storia del gioco.

Iniziamo dicendo che il personaggio principale non è il tipico ragazzo solare del tipo “Ehi ciao, come va? Io sono Makoto e tu?”, anzi. Nell’anime è raffigurato come un ragazzo solitario, molto chiuso in se stesso, mentre nel gioco è taciturno e risponde solo occasionalmente, quando al giocatore verrà chiesto di selezionare una risposta. Si trasferisce nella Gekkoukan High School dove trova dei ragazzi che fanno parte della SEES, la “Specialized Extracurricular Execution Squad“.

Chi non sognerebbe di andare nelle notti a mezzanotte in una torre a spararsi in testa con una pistola (l’Evoker) e combattere contro le Shadows?

Makoto però è speciale – come ogni altro protagonista della saga – e possiede il potere della Wild Card, che gli permette di ospitare più di un Persona. Grazie a ciò diventa il leader della squadra e inizia a entrare nella torre durante la Dark Hour, che trasforma il mondo normale in un mondo sanguinario e oscuro, in cui le persone non sono altro che demoni. Solo coloro che possiedono il potere dei Persona possono uscire durante la Dark Hour. Chi non possiede questo potere viene trasformato in una bara sino alla fine della Dark Hour.

THE ANSWER

The Answer è il capitolo aggiunto in Persona 3 FES, la cui protagonista è Aigis.

É ambientato nella giornata del 31 Marzo, esattamente un paio di settimane dopo gli eventi finali di Persona 3.

Come a ogni protagonista, anche ad Aigis viene data l’abilità della Wild Card.

Piccoli intrecci di trama

Come già detto, non ci sono dei veri e propri collegamenti tra le varie storie dei Persona.
Un collegamento però si può trovare nella frase che viene espressa da Margaret, la residente della Velvet Room, a Yu, il protagonista di Persona 4. Margaret dice infatti che la sua predecessora, Elizabeth (o Theo, nel caso del personaggio femminile) aveva lasciato il proprio posto per poter liberare Makoto dal proprio destino.

Margaret aggiunge che Elizabeth avrebbe completato la propria missione anche se la cosa l’avesse occupata eoni. La risposta si ha presto in Persona 4 Arena.

In Persona 4 Arena Ultimax, invece, si intrecciano sia la campagna di Persona 3 che quella di Persona 4. In questo caso si vede Elizabeth rifiutare tutti i tentativi di Margaret di farla tornare alla Velvet Room. Allora Margaret inizia a pensare che Elizabeth un giorno tornerà, non come residente ma come un semplice visitatore.

Cos’è successo in Persona 4?

Se magari qualcuno di voi ha scelto di saltare Persona 3, posso forse perdonarlo ma, da grande sostenitore di Persona 4, dico a chi non lo abbia giocato di smettere di leggere questo speciale e andare subito a procurarselo.

Persona 4 è ambientato nel 2011 nella piccola cittadina di Inaba, ambientato un paio di anni dopo gli eventi di Persona 3, con il quale presenta dei piccoli collegamenti.

Sarà possibile anche qui nominare il personaggio all’inizio del gioco, ma per comodità lo chiamerò Yu Narukami come è chiamato nell’anime.

Yu si trasferisce nella residenza di suo zio (un detective e, fidatevi, questo è un punto importante in tutta la storia) e la sua piccola cugina. A Inaba girano varie leggende urbane, tra cui quella del “Midnight Channel”, in cui si racconta che se durante a mezzanotte si accende la TV mentre piove, si vedrà la propria anima gemella.

Yu inizia a farsi degli amici nella scuola in cui si trasferisce e le cose sembrano andare bene, ma un giorno viene trovata una persona uccisa, legata ad un palo della luce. La polizia – fra cui lo zio di Yu – comincia a investigare. Nel frattempo scompare un’altra ragazza.
Yu, avendo sentito del Midnight Channel, decide di fare una prova con alcuni amici, Yusuke e Chie, e scopre di avere il potere di entrare dentro la TV, che è il portale per un altro mondo, e al suo interno trova uno strano orso parlante, dal quale apprende che in quel luogo avvengono cose strane ultimamente e che, a quanto pare, le persone scomparse e gli eventi strani nel mondo reale sono legati a quel luogo.

In Persona 4 Golden, come già detto prima, si ha un giorno aggiuntivo, il San Valentine’s Day. Questo è il giorno in cui scoprirete se siete praticamente degli stronzi o delle brave persone. Se durante il gioco deciderete di frequentarvi in modo vero e proprio con una sola ragazza, sarete delle brave persone e in occasione di quel giorno lei vi farà un regalo e diventerà la vostra ragazza. In caso contrario, avrete tutte le ragazze insieme in quel momento, e qual è il miglior modo di concludere il gioco se non con ogni ragazza che ti prende per donnaiolo?

Riguardo gli spin-off, invece…

Gli spin-off riguardanti Persona sono davvero tanti, ma citerò solo quelli che a mio parere sono degni di nota e che c’entrano davvero qualcosa con la storia (o sono semplicemente belli u.u ).

Prima di tutto, voglio nominare il gioco Aegis: The First Mission, un gioco giapponese disponibile solo per mobile, ambientato 10 anni prima gli eventi di Persona 3.
Da non dimenticare, è Persona 3: The Night Before, ambientato la notte prima gli eventi di Persona 3, nel quale si fa chiarezza (si fa per dire) su alcuni eventi di Persona 3.
Altro gioco collegato a Persona 3 è Persona Ain Soph, nel quale si vedrà Igor spiegare al giocatore dell’esistenza di un mondo oscuro chiama Qliphoth.
Ebbene, al personaggio verranno risvegliati i poteri dei Persona proprio per risolvere i misteri di questo mondo. Entrambi sono dei giochi online, o meglio lo erano, prima che Atlus li chiudesse.

In Persona Ain Soph, il giocatore poteva scegliere uno dei quattro Persona iniziali:
1)Inugami: basato su forza e attacchi fisici;

2)Angel: basata sulla magia.

3)Pixie: basata sulla fortuna e sulla maestria dei vari item.

4)Obaryon: basato sulla difesa e con le resistenze più alte tra i quattro starter.

Il giocatore poteva scegliere le varie azioni da compiere, ma per ogni azione accumulava fatica. Quando la barra della fatica era piena, il giocatore doveva aspettare che si resettassero i server (quindi il giorno dopo) per poter andare avanti nella storia.
Per prepararsi ai vari dungeon, il giocatore poteva comprare vari item e fondere i vari Persona.
Se si veniva sconfitti in battaglia, invece, si accumulava una gigantesca quantità di punti fatica e si perdevano punti fama.

…e adesso in ordine temporale!

Persona 4 Arena (2012)

Sempre spoiler eh!

Persona 4 Arena, tradotto dal nome giapponese Persona 4: The Ultimate in Mayokana Arena, è un picchiaduro in stile Tekken o Dead Or Alive, in cui sono presenti sia i personaggi di Persona 3 che quelli di Persona 4, ambientato dopo le vicende di entrambi i capitoli, nella città di Inaba, nel caro e vecchio Midnight Channel.
Qui i componenti del team investigativo si riuniscono e si trovano forzati in un torneo uno contro uno. In questo gioco vi sono 12 personaggi con storie diverse, mentre Naoto (un personaggio di Persona 4 nonché parte del team investigativo) si trova ad investigare su un gruppo diretto da Mitsuru, un personaggio di Persona 3, chiamato The Shadow Operatives.

Ambientato 3 anni dopo la fine di Persona 3, si vede lo sviluppo della vita dei singoli personaggi.
Alcuni sono andati al college, ma la loro vita è ben lungi dall’essere normale.
Il gruppo The Shadow Operatives ha un importantissimo ruolo all’interno della storia di Persona 4 Arena, poiché l’arma anti-Shadow, Labrys, è dotata a sua volta di una Shadow chiamata General Teddie, che si rivelerà essere l’antagonista. Confrontandosi con la propria Shadow, Labrys riesce a ottenere il proprio Persona, ma il torneo era stato creato proprio per un motivo.. indebolire il team investigativo e riportare i Persona ad essere delle Shadow.
Nonostante sembri uno spin-off da poco, per gli appassionati della serie il titolo è stato molto importante specie per le risposte che fornisce.

Persona 4 Arena Ultimax (2013)

Spoiler, attenzione eh!

Persona 4 Arena Ultimax presenta, invece, delle differenze con Persona 4 Arena.
Intanto è ambientato il giorno dopo le vicende di Persona 4 Arena, e le diversità si vedono sin da subito. La trama, infatti, è suddivisa in capitoli e non su storie basate sui personaggi giocabili, e include sia capitoli sui personaggi di Persona 3 e Persona 4. Per avere la “true ending” bisogna giocare in tutti i ruoli. In Persona 4 Arena Ultimax il campo di battaglia non sarà la TV, ma il mondo reale.
Una strana nebbia rossa ha invaso il mondo reale e una torre molto simile alla Tartarus di Persona 3 è apparsa al posto della scuola. Non è l’unico riferimento a Persona 3.
Il gioco infatti è ambientato durante la Dark Hour e durante una notte di luna piena, e in alcuni capitoli porterà il giocatore in posti molto familiari ai giocatori di Persona 3, come il Moonlight Bridge e il Club Escapade.

Negli eventi di Persona 4 Arena Ultimax si vedono anche delle connessioni importantissime con la trama finale, ovvero la comparsa di Sho Minazuki, il “cattivo”, personaggio che soffre di doppia personalità, colui che ha imbastito tutto ciò che sta dietro gli eventi di Persona 4 Arena e che lavora assieme a un Dio chiamato Hi-No-Kagutsuchi e per portare il mondo alla distruzione.

Pensieri su Persona 5:

Non so quanti di voi siano così pazzi da essere arrivati a leggere fino a qui ma, chiunque voi siate, vi voglio bene e perdonatemi per la prolissità.
Nel momento in cui scrivo, non ho ancora (volutamente) visto alcun gameplay relativo a Persona 5, proprio perché non vedo l’ora di poterlo giocare e voglio che sia tutta una sorpresa.
Mi son concesso di vedere solo i trailer.

Vi ringrazio per la pazienza, spero di aver fornito un quadro più o meno completo del mondo intorno alla saga di Persona. Farò in modo di giocare al più presto Persona 5 e dire la mia. Nel frattempo, non perdete tempo e recuperate i vecchi capitoli della saga!

Piccola curiosità su Persona 5:

Per chi non lo sa, il gioco di Persona 5 comprende una sorta di DLC gratuito con cui è possibile cambiare le voci da inglese a giapponese (e viceversa).
Nel caso in cui giochiate con l’audio in inglese, ci saranno occasioni in cui durante i combattimenti con le Shadows si sentiranno delle frasi come “Screeew youu” – “Yeah, keep smiling, buddy”, mentre giocando con le voci in giapponese verranno sbloccati dei “dialoghi” in cui, se i personaggi indosseranno determinati costumi, ci si troverà letteralmente minacciati dalle Shadows dicendo qualcosa tipo “cosa volete, maledetti cosplayer!” o qualcosa del genere.

Persona-3-4-5




Scorpio SOC

Deep Dive: Microsoft Project Scorpio

Ieri, dopo una spasmodica attesa da parte dei fan, degli appassionati di elettronica e di tutti i videogiocatori, sono state svelate le specifiche hardware della famigerata nuova console Microsoft, conosciuta con il nome in codice Project Scorpio.
Per la prima volta, dimostrando estrema sicurezza nel proprio prodotto, Microsoft ha dato accesso a tutte le informazioni tecniche a una testata giornalistica, Eurogamer, e in particolar modo alla redazione di DigitalFoundry, capace di sviscerarne le perfomance tra numeri e sigle.

In questo deep dive cercherò di spiegare in poche parole come l’hardware all’interno della Scorpio potrà portare vantaggi alla nostra esperienza videoludica e come quest’ultimo posizionerà la console Microsoft rispetto alla concorrenza.

SOTTO IL COFANO

Nelle specifiche rilasciate ufficialmente dalla Microsoft troviamo una CPU AMD Jaguar in versione altamente customizzata e per questo rinominata Evolved. La CPU x86 da 8 cores e 4 MB di cache L2 è divisa in due cluster (quindi 4+4) che raggiungono un clock di frequenza pari a 2.3GHz. All’interno della GPU, anch’essa un prodotto altamente customizzato proveniente da architetture AMD Polaris, troviamo 40 CU’s (unità di calcolo) clockate a 1172MHz che riescono a portare a 6 Teraflops le performance della scheda video.

Scorpio Exploded SchemeQuelle della CPU e GPU sono frequenze di funzionamento veramente alte per una console e per questo la Microsoft ha accompagnato l’intero Scorpio Engine SOC (system on chip) con un sistema di raffreddamento a camera di vapore, tipologia di dissipatori che di solito troviamo in prodotti high-end come le GPU NVIDIA Founder’s Edition GTX 1080 o la top di gamma GTX 1080ti.

Nel reparto memoria troviamo 12 Gb di GDDR5 che hanno un mostruoso bandwidth di 326GB/s. L’hard disk sarà da 1TB con una dimensione di 2.5inch accompagnato da un lettore Blu-Ray UHD.

Queste le specifiche. Ora punto per punto sviscereremo l’hardware della console.

IL CUORE DELLO SCORPIONE

L’obiettivo della Microsoft sembra ormai esser quello di voler abbandonare definitivamente i cicli generazionali, a favore di un più sostenibile (da parte del mercato) modello dove il focus sull’ecosistema e quello della continuità la fanno da padrone. Il modello di riferimento sarebbe quello degli smartphone e dei PC, una – quasi – perpetua compatibilità che porterebbe Scorpio e le successive console a non raggiungere mai lo status di “next-gen”, bensì quello di una famiglia di prodotti in continua evoluzione.

Scorpio SOC_memory

Per rendere possibile ciò, Scorpio deve mantenere il 100% di compatibilità con la vecchia Xbox One/S, pur dovendo spingere le sue prestazioni a un nuovo livello. Infatti i core x86 presenti nella CPU della Scorpio sono stati overclockati cosi da risultare il 31% più veloci rispetto a quelli della Xbox One S. All’interno della CPU, chiamata da AMD e Microsoft Jaguar Evolved sono state fatte delle customizzazioni, alcune molto probabilmente provenienti dalle nuove CPU AMD Ryzen, e altre ereditate da quelle già viste su Xbox One. Le modifiche più rilevanti riguardano l’efficienza, la coerenza tra CPU/GPU e la latenza, così da mantenere il processore occupato il più possibile. Tantissima attenzione è stata data anche alle customizzazioni riguardanti l’offloading della CPU: ritroviamo infatti il già all’avanguardia processore audio SHAPE (Scalable Hardware Audio Processing Engine) della Xbox One.

4K GPU?

Dopo l’evidente spinta effettuata da Sony con la PS4 Pro nel commercializzare un prodotto che supportasse i 4K, il calo di prezzo dei TV che supportano questa risoluzione e il conseguente aumento delle vendite di questi ultimi, la battaglia dei 4K vs 1080p è oggi un argomento sempre più rilevante. Consapevole dei cambiamenti in corso, Microsoft presenta la Scorpio come una console capace di renderizzare a 4K nativamente, rilasciando così PR che risultano come schiaffoni per la rivale Sony, che vede invece la PS4 Pro soffrire nel raggiungere nativamente tale risoluzione nelle ormai numerosissime prove effettuate dai vari outlet del settore (DigitalFoundry tra tutti), cosi da veder la console costretta ad effettuare upscaling tramite una tecnica chiamata checkboard rendering.

Per creare una nuova GPU capace di renderizzare a 4k e soddisfare tutti i possessori di TV UHD, alla Microsoft hanno creato un nuovo Dev Tool chiamato PIX (Performance Inspector For Xbox) che permette di tener traccia dei dati riguardanti le perfomance della GPU durante l’esecuzione di svariati titoli per Xbox. Una volta ottenuti i dati, questi sono stati inseriti in un emulatore che simulerebbe un hardware comparabile a quello definitivo della nuova console, così da poter verificare se l’hardware di volta in volta rispecchiasse le perfomance desiderate, ovvero riuscire a portare a una risoluzione di 4K la maggioranza dei giochi della Xbox One.

Il PIX quindi è stato fondamentale per riuscire a customizzare l’hardware AMD. Il risultato finale è stato di una GPU con 40 unità computazionali (CU’s) clockate a 1172 MHz e performance pari a 6 Teraflops.
La GPU è stata customizzata raddoppiando gli shader engine per migliorare l’elaborazione dei poligoni e dei vertici di 2.7 volte. É stato raddoppiato il numero dei ROPS (Raster Operation Pipeline) che portano quasi a triplicare il fill-rate ed è stata quadruplicata la cache L2 così da poter gestire i 4K.

Scorpio_ Specs

Se tutto questo non bastasse, l’aspetto più rivoluzionario della customizzazione della Scorpio sarebbe invece quello riguardante il Command Processor della GPU ovvero la parte di HW che riceve istruzioni dalla CPU, così poi da smistarle verso l’elaborazione all’interno dei core grafici.

Vapour ChamberIl Graphics Technical Fellow Andrew Gossen ha spiegato durante l’intervista a DigitalFoundry che essenzialmente gli ingegneri hardware hanno spostato le API Direct3D 12 sulla GPU inserendole cosi direttamente nella logica del Command Processor con il risultato di soddisfare a livello hardware ogni richiesta di API. In particolare le “draw call“, API tra le più importanti e dispendiose, che comunicano alla GPU cosa disegnare sullo schermo.

Queste incidono in maniera importante e sostanziale sulle risorse della CPU. Quella delle draw call è una pipeline che tradizionalmente necessita senza interruzione di centinaia di migliaia di istruzioni da parte della CPU. Dopo l’introduzione nella logica della GPU, una draw call può essere eseguita con poche decine.

Gossen avrebbe rivelato con tono vittorioso che dopo questa customizzazione della GPU sarebbero riusciti a dimezzare le risorse della CPU richieste per il rendering. Il che sarebbe da solo un risultato incredibile.

Tutta questa potenza verrebbe sprecata se si verificasse un collo di bottiglia (come quello generato dalla mancanza di memoria GDDR nella Xbox One) nella pipeline di rendering. Per questo la Scorpio è stata dotata di 12Gb di GDDR5 che viaggiano ad una frequenza di 6,8GHz con un’interfaccia a 384 bit (12 canali a 32bit), generando così gli incredibili 326 GB/s di bandwidth.

Questo porta la console a superare in questo reparto – seppur di pochissimo – la NVIDIA GTX 1080 (scheda video che a oggi costa intorno ai 450 euro) che, montando le velocissime memorie GDDRX5, raggiunge i 320GB/s. La memoria sarà cosi suddivisa: 4GB di questa memoria sono riservati al sistema (1 Gb in più di quanto veniva dedicato al sistema da parte della Xbox One S aggiunto così da poter renderizzare la dashboard a 4k), i restanti 8Gb sarebbero dedicati ai giochi.

Anche l’hard disk ha ricevuto un lifting: sarebbe dotato di una larghezza di banda aumentata del 50% e di 1 TB di dimensione.

OK FACCIAMO UN GIRO

Sulla carta Project Scorpio sembrerebbe avere veramente tanta potenza, ma questo non risponde a tutte le nostre domande e soprattutto alla domanda fondamentale: “è realmente una console da 4K?“. Se avessimo preso in considerazione solamente la GPU da 6TFLOPs, seppur altamente customizzata e in gran parte derivante dall’architettura AMD Polaris, e non dalle nuovissime Vega, dubiteremmo che la console possa riuscire a mantenere le promesse fatte dalla Phil Spencer e la Microsoft. Ma qui viene il bello. La fusione di tutte le singole parti fisiche della console si lega dinamicamente con un software basato su Windows 10 UWP Framework. Una potente pipeline software estremamente efficiente e flessibile permettono alla macchina di non sprecare nessuna risorsa. Essenzialmente Microsoft non solo ha completamente riscritto le regole (tramite il PIX) con cui le console vengono progettate, ma ha anche tenuto conto dell’importantissimo connubio tra hardware e software così da mantenere (sulla carta) altissime le performance “in-game”. Dobbiamo tenere bene a mente che Project Scorpio è la prima “Windows 10 machine“.

“From what I’ve seen so far, there is some evidence that Scorpio’s true 4K performance could pose a challenge to the likes of NVIDIA’s GTX 1070 and AMD’s Fury X-class hardware,”

La customizzazione e l’efficienza della console sono risultate cosi impressionanti che Richard Leadbetter di Digidal Foundry ha comparato le performance della console con high-end GPU come la GeForce GTX 1070 o l’AMD Fury X. Entrambe schede video che riescono a gestire più che decentemente i 4K su PC.

“I’ve seen Microsoft’s new console running a Forza Motorsport 6-level experience locked to 4K60 on the equivalent to PC’s ultra settings – cranking up the quality presets to obscene levels was one of the first things developer Turn 10 did when confronted with the sheer amount of headroom it had left after a straight Xbox One port.”

Continua dicendo di aver visto la nuova console far girare Forza Motorsport 6 ad una risoluzione di 4K@60fps con settaggi equivalenti all’Ultra Settings dei PC, quindi dopo i test effettuati da Digital Foundry proprio in linea con una GeForce GTX 1070 o GTX 1080.

Forza-Tech-Screenshot

SCONTRO TRA TITANI

Dopo aver snocciolato numeri e caratteristiche tutti gli appassionati si staranno chiedendo la stessa cosa: “Il divario tra la PS4 Pro e la Scorpio sarà così evidente?”.
Nonostante la mole di dati rilasciati da Microsoft e DigitalFoundry, al momento non è possibile rispondere a questa domanda né dire quanto i titoli multipiattaforma varieranno rispetto alle due piattaforme. Ovviamente date le specifiche ci si aspetta che i titoli third-party vedano su Scorpio risoluzioni più elevate, textures migliori ed anche migliori filtri in post processing. Questo onestamente sarebbe il “minimo sindacale” viste le differenze tecniche tra le due macchine. Certo è che vedere Forza Motorsport girare 4K @ 60fps utilizzando solamente circa il 66% della GPU e 65% della memoria fa quasi sorridere al pensiero di cosa gli sviluppatori riusciranno a fare con la Scorpio.

ScorpiovsPS4

1080p Super-sampling

Entrambe le console sono progettate per sfruttare le TV 4K ma cosa succede quando le utilizziamo su televisori Full HD (1080p)? Moltissimi outlet sono stati molto critici verso Sony e la PS4 Pro riguardo il modo in cui questa gestisce il super-sampling (ovvero un gioco che nativamente ha una risoluzione più alta ed è fatto girare a risoluzione più bassa ottenendo così dei vantaggi nella qualità dell’immagine)
Microsoft sembra intenzionata a voler prendere di petto il problema impegnandosi ad assicurare il super-sampling su tutti i giochi se fatti girare a risoluzione inferiore.
Microsoft è parecchio fiduciosa nel proprio scaler hardware, una versione potenziata di quello già visto sulla Xbox One S. Il super-sampling garantisce una qualità di anti-aliasing impareggiabile. Quindi anche questa sembra una grossa differenzazione rispetto a come la PS4 Pro gestisce gli schermi Full HD.

Backwards Compatibility

Similarmente alla PS4 Pro, tutti i vecchi giochi gireranno su Scorpio ottenendo on-the-go dei piccoli miglioramenti grazie all’hardware rinnovato, ad esempio caricamenti più veloci e framerate più consistente. In alcuni casi, i giochi originariamente sviluppati utilizzando dynamic resolution scaling (che permette al gioco di adattare la propria risoluzione in base alla potenza dell’hardware su cui gira) potranno utilizzare la potenza di Scorpio per aumentare la propria risoluzione anche fino a 4K. Ad ogni modo, come nel caso della PS4 Pro, i giochi avranno bisogno di patch per sfruttare al meglio il nuovo hardware della console.

Screen & Video Capture

PS4 Pro e Project Scorpio sono progettate per il mercato delle TV UHD e per questo, entrambe le console possono catturare screenshots in 4k. Tuttavia solo Scorpio permetterà di catturare video in 4K e a 60 Hz. In più il GameDVR della Scorpio funzionerà anche con i titoli che girano ad una risoluzione più bassa, upscalando così da poter migliorare l’immagine.

Questa è la Scorpio. Sembrerebbe, sulla carta, la miglior risposta che Microsoft potesse dare al dominio incontrastato di Sony e della sua PS4. Quando verrà introdotta sul mercato la Microsoft tornerà a essere (come era già avvenuto con la Xbox 360) l’hardware migliore sul mercato e probabilmente il punto di riferimento per chi, su console, vuole giocare al meglio i numerosissimi third-party games.
Prossimamente ci si aspettano ancora approfondimenti riguardo le 40 e più modifiche effettuate alla GPU e ad i miglioramenti apportati al Jaguar Evolved. Li stiamo già aspettando.




Before Andromeda: la prima trilogia di Mass Effect

Mass Effect è una delle opere videludiche più importanti degli ultimi anni, una trilogia considerata da molti epica e visionaria, che ha sperimentato, introdotto un mondo di gioco vasto e ricco di storie, e offerto al giocatore – per la prima volta dopo i Torment – una grande libertà di scelta per determinare il corso di eventi raccontati con taglio cinematografico.

Il primo episodio è del 2007, inizialmente esclusiva per Xbox 360, in seguito venne trasposto anche per pc e Playstation, e rappresentò l’inizio di un grande racconto fantascientifico che ruota per intero attorno alle vicende del comandante Shepard e di un gruppo di comprimari, molti dei quali appartenenti a razze aliene, impegnati nella battaglia contro potenti esseri misteriosi chiamati Razziatori. Costoro appaiono misteriosi e temibili, complice una composizione per metà organica e per metà sintetica, immensi e inarrestabili nel loro certosino compito di distruzione. Si scoprirà poco per volta la loro reale natura e come essi vengano “attivati” in particolari condizioni storiche che potrebbero minare col tempo l’ecosistema su cui si regge l’equilibrio dell’Universo. Una volta richiamate, queste creature distruggono ed eliminano ogni forma di vita per ristabilire l’ordine e dare origine a un nuovo ciclo esistenziale.
Il primo episodio, servì subito a individuare e definire lo stile e il mondo dell’intera trilogia. Il personaggio principale è l’unico controllato direttamente dall’utente accompagnato nelle missioni da due compagni a cui è possibile dare regole d’ingaggio in battaglia o comandi sommari.
Mass Effect mischia generi differenti che spaziano dallo sparatutto in terza persona al gioco di ruolo di stampo occidentale, il tutto condito con tantissimi dialoghi disponibili tra il protagonista e i vari personaggi.
I dialoghi rivestivano un ruolo fondamentale poiché permettevano di creare un mondo di gioco verosimile e secondo i dettami del giocatore, di stringere alleanze, sbloccare sidequest, iniziare delle relazioni sentimentali, ma anche a capire meglio l’universo in cui si svolgevano i fatti, comprese le culture e i dissidi fra le varie razze.
Tutto ciò spinge i videogiocatori più curiosi a rigiocare l’avventura e a interagire con ogni creatura senziente che incrocia lungo il suo percorso, oltre che a esplorare. A sublimare il tutto ci sono in questo senso le fasi di ricerca a bordo dell’astronave Normandy, con la quale muoversi nello spazio da un pianeta all’altro, e quelle a bordo del Mako, veicolo di terra utile per esplorare alcune locazioni alla ricerca di minerali ed artefatti.
Oltre all’equipaggiamento, risultava essenziale anche la scelta oculata dei due membri che formavano la squadra del comandante, visto che alcuni di loro potevano reagire a luoghi, fatti e persone conosciute in maniera differente, apportando variazioni alla trama principale e in determinati frangenti perfino all’approccio stesso alla missione e agli scontri. Tecnicamente Mass Effect era un piccolo gioiello sotto diversi punti di vista, con scorci e scenari di un futuro ormai radicato nell’immaginario fantascientifico di milioni di appassionati.Al primo Mass Effect seguì, visto anche un buon risultato di vendite, il secondo episodio della saga, la cui storia riparte esattamente da dove era finito il primo capitolo. Senza entrare troppo nei dettagli per evitare spoiler, diciamo solo che dopo un evento che segna in maniera radicale la vita del protagonista, si dovrà, con un nuovo equipaggio e su un’astronave “diversa”, tornare in giro per lo spazio e sulla Cittadella per scongiurare la catastrofe già annunciata nel primo gioco.
Il titolo migliora quegli intrecci tematici visti nel predecessore, donando nell’insieme una profondità superiore all’esperienza di gioco. Le scelte a disposizione del giocatore, sono infatti ancora più incisive e hanno conseguenze tali che difficilmente due partite porteranno al medesimo finale. La base del gioco rimane inalterata, con cambiamenti nel gameplay e alla gestione ad esempio dell’inventario, che scompare, e dell’equipaggiamento. Abbandonata poi l’esplorazione dei mondi a bordo del Mako, in questo sequel minerali e oggetti rari vanno recuperati eseguendo la scansione dei pianeti direttamente dall’astronave.
Viene introdotta una mappa interstellare in cui muovere la rappresentazione in miniatura dell’astronave, con tanto di consumo di carburante e di sonde utili per estrarre i metalli. Occasionalmente questo procedimento può portare gli utenti a ricevere informazioni, comunicazioni radio o richieste di soccorso dagli stessi corpi celesti che sta visionando, e ciò, da vita ad alcune delle missioni secondarie. Viene migliorata la differenziazione tra le classi e l’incisività dei poteri, cosa che obbliga a una scelta parecchio più oculata su cosa sviluppare e, soprattutto, dei compagni da portare nelle diverse missioni. Le quest sono decisamente più variegate rispetto al primo Mass Effect, e presentano una maggiore fluidità nell’azione.L’ultimo capitolo della saga riprende direttamente la trama con la possibilità, come nel precedente, di importare i salvataggi così da vedere la storia continuare anche in base alle scelte dei 2 giochi precedenti come se si trattasse di un unico grande gioco.
Il comandante Shepard è di fronte al Consiglio terrestre dov’è stato chiamato per fornire spiegazioni riguardo ai Razziatori, pochi minuti prima che il nemico scagli un terribile attacco al nostro pianeta. In questo capitolo, BioWare cambia nuovamente le carte in tavola e rende l’ultimo episodio una sorta di ibrido tra i primi due. Oltre al ritorno dei personaggi storici della saga all’interno del party, come per esempio Liara, Garrus e altri ancora, nel gioco si registrano anche l’immancabile presenza della Normandy e della Cittadella. La prima è come sempre indispensabile nel condurre i giocatori negli spostamenti nello spazio per portare avanti la storia, visitare nuovi e vecchi mondi, sbloccare o completare delle sidequest e raccogliere un vero e proprio esercito da contrapporre all’invasore, oltre ai pezzi indispensabili per costruire il Crucibolo, una potentissima e antica arma, leitmotiv dell’intero gioco. Le novità riguardano l’inventario che acquista importanza dato il peso degli armamenti che possono inficiare i tempi di ricarica dei poteri e, sul versante GDR, i poteri biotici resi ancora più determinanti nel contesto delle battaglie, specie quelli difensivi.
Invariate le classi disponibili all’inizio del gioco, compresa quella ibrida di sentinella, il soldato puro o l’ingegnere. Per il resto Mass Effect 3 si comporta, a livello di giocabilità, in maniera non dissimile dal predecessore.
Tutto quanto fin qui descritto, unito alla discreta intelligenza artificiale dei nemici che appare perlomeno più logica che nel passato, e alla migliore diversificazione in termini di abilità e armamenti, riesce a rendere abbastanza variegati gli scontri. Mass Effect 3 aveva a suo tempo segnato il passaggio al motore grafico Unreal Engine 3 capace di un impatto emotivo ottimo. Non da meno si rivelano le musiche composte per la maggior parte da Sascha Dikiciyan, e ancora una volta l’ottimo doppiaggio in italiano, che sfoggiava un’ottima qualità.I tre giochi nella loro interezza sono stati indubbiamente, complice la trama piena di riferimenti ad Asimov e Kubrick, un comparto tecnico ottimo, dialoghi e filmati altamente cinematografici, una delle trilogie più interessanti degli ultimi anni, che ha appassionato milioni di giocatori in tutto il mondo. Forse è per questo quindi che l’arrivo di Andromeda è stato così tanto atteso da tutti quelli che desiderano rivivere i momenti di pathos e di grande azione che Shepard ha regalato ai suoi utenti più affezionati fra il 2007 e il 2012.