Speciale E3 2018: PC Gaming Show

A cavallo tra la conferenza Ubisoft e quella Sony, trova spazio il PC Gaming Show, giunto al suo terzo anno di vita. Quest’anno si è deciso di cambiare obiettivo, puntando più sui giochi e meno sull’hardware: andiamo a vedere quali titoli sono stati annunciati!

Lo show è stato inaugurato da Satisfactory, titolo di Coffee Stain Studios che ci vedrà alle prese con una gigantesca macchina da usare come una catena di montaggio.

Si passa, quindi, al trailer di un titolo indie quale Neo Cab, che ci metterà nei panni di un tassista alle prese con delle scelte importanti per il proseguo del gioco, e ambientato in un mondo a metà tra il futuristico e il noir.

Si cambia radicalmente genere con Maverick’s Proving Grounds, che, come si può intuire dal titolo, è un battle royale dalla smodata ambizione, visto che punta ad avere 1.000 giocatori in una singola mappa!

Dopodiché arriva il momento di The Forgotten City: popolare mod di The Elder Scrolls V: Skyrim, che adesso verrà “promosso” a titolo standalone. Il gioco avrà qualche miglioramento audiovisivo e uscirà per il 2019.

È il turno di Star Control: Origins, ambizioso strategico fantascientifico che offrirà un massiccio supporto alle mod. La beta è già disponibile su Steam al prezzo di 34,99€.

Si è visto anche Hunt: Showdown, FPS horror in prima persona di Crytek che presenta nuove armi, come un coltello da lancio e vari tipi di balestra. Il titolo è già disponibile su Steam al prezzo di 29,99€ e uscirà dallo stato di early access il 17 luglio.

Si è fatto rivedere anche il fu Call of Chtulhu, ora conosciuto come The Sinking City. Si è visto anche qualche spezzone del titolo di Frogware, ispirato all’omonima storia dello scrittore horror H.P. Lovecraft, oltre a qualche aggiornamento riguardo lo sviluppo del gioco.

Buona notizia per tutti gli appassionati di Warframe: il popolare free to play riceverà un’espansione chiamata The Sacrifice entro la fine di giugno 2018.

Viene successivamente mostrata una carrellata di giochi SEGA in arrivo su Steam: tra i titoli troviamo Shining Resonance: Refrain, le remaster dei due capitoli di Shenmue, e tre novità: Valkyria Chronicles 4, e, per la prima volta su PC, Yakuza Kiwami e Yakuza Zero!

Arriva un’espansione anche per l’apprezzato FPS Killing Floor 2: questa volta dovremo vedercela con un branco di clown assetati di sangue. L’espansione, chiamata The Summer Sideshow: Treacherous Skies è già disponibile gratuitamente.

Sempre a cura di Tripwire Interactive, arriva il particolare Maneater, un open world dove controlleremo uno squalo mangia uomini. Il titolo è attualmente in sviluppo e non ha una data d’uscita.

Si cambia genere con Bravery Network Online, particolare mix tra MMOstrategico a turni con una grafica cartoonesca e una colonna sonora composta dalla musicista jazz Mickie.

Overwhelm è un platform in stile retrò ambientato in un mondo horror. È già disponibile su Steam al prezzo scontato di 6,55€

Arriva quindi il momento del particolare Morning Star: simulatore di fattoria post-cyberpunk, sviluppato da Untitled Publisher, dove i computer e i dati informatici prendono il posto della terra e dei semi.

Secondo titolo ambientato in un taxi questo Night Call: le somiglianze con Neo Cab, presentato in precedenza, finiscono qui, visto che il gioco di Raw Fury, in uscita per il 2019, sembra più dark e con un taglio artistico molto più vicino ad una graphic novel.

Aggiornamento in arrivo per Star Citizen, immenso MMO fantascientifico di Cloud Imperium, che si prepara all’arrivo dell’alpha 3.2.

Viene presentato Sable, un’avventura coadiuvata da un art design che ricorda i lavori dello Studio Ghibli. Il titolo di Shedworks è in arrivo per PC e console per il 2019.

Nuova espansione anche per Don’t Starve, apprezzatissimo survival di Klei EntertainmentDon’t Starve: Hamlet uscirà per l’inverno del 2018 e aggiungerà una serie di nemici alla caccia del protagonista, lo scienziato Wilson.

Irrompe sulla scena Team 17: il popolare sviluppatore di titoli come Worms torna indietro nel tempo con un FPS fantascientifico, che ricorda un’altra hit degli sviluppatori britannici, come Alien Breed.
Questo Genesis Alpha One uscirà a settembre per PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Buone notizie per gli amanti di The Walking Dead: infatti, è stato presentato l’attesissimo Overkill’s The Walking Dead, che, al contrario dell’avventura grafica di Telltale, è un FPS con alcuni elementi gestionali.
Il titolo uscirà in Nord America il 6 novembre 2018, e, due giorni più tardi, nel resto del mondo.

Ottime notizie per tutti i fan dei gestionali e di una gemma del genere come Theme Hospital: infatti è stato presentato il successore spirituale Two Point Hospital con dei divertenti spezzoni di gameplay che ricordano molto lo storico gioco di Bullfrog.
Il titolo è in uscita su Steam per l’autunno del 2018.

Torna, dallo scorso E3, Noita: platform bidimensionale che ricorda Terraria, e che ha la particolarità di applicare una fisica realistica per ogni pixel del gioco. Il titolo non ha ancora una data d’uscita, e sarà disponibile, a detta di Nolla Games, “quando sarà pronto”.

Ooblets, sviluppato da Double Fine, è un colorato e pacifico titolo che sicuramente farà la felicità degli amanti di titoli come Stardew ValleyPokémon.

Ennesimo battle royale in arrivo, questa volta con i personaggi delle popolari strisce fumettistiche di Cyanide and Happiness, catapultate in un universo 3D isometrico.
Rapture Rejects, questo il nome del titolo, è sviluppato da Galvanic Games ed è attualmente disponibile in alpha su RaptureRejects.com.

Lo show si conclude con l’annuncio di Hitman 2, popolare saga stealth pubblicata da Square Enix. È stato annunciato che il titolo non sarà più diviso in episodi, e che uscirà il 13 novembre su PC, PlayStation 4 e Xbox One.




E3 Real Time: Conferenza Sony

Una delle conferenze più attese dell’Expo di Los Angeles rimane inevitabilmente quella di Sony. La casa di PS4 ha in cantiere svariate IP già annunciate e in parte mostrate, e le aspettative sono tutte su titoli di punta come Death Stranding The Last of Us 2. Ed è proprio quest’ultimo ad aprire le danze, letteralmente: la conferenza ha inizio infatti con un’esecuzione del tema principale dell’IP di casa Naughty Dog suonata per banjo dal maestro Gustavo Santaolalla, già compositore delle musiche del primo titolo.
È il preambolo adatto per introdurre il primo trailer della serata, quello in cui si vede una bella sequenza di gioco divisa tra gameplay e cinematiche.

Il rientro vede il Presidente e CEO di Sony Interactive Entertainment America, Shawn Layden, prima sul palco, raggiungere Sid Shuman e Ryan Clements per un breve scambio di battute, nel quale emerge quello che sarà un po’ il mood della conferenza: «non aspettatevi particolari bombe, siamo qui però per farvi dare un po’ di più di quello a cui stiamo lavorando», è il succo del suo messaggio. E in effetti sarà questo il ritmo costante della serata Sony, che si mostrerà estremamente concentrata sulle IP principali in lavorazione, riservando alle terze parti soltanto alcuni brevi trailer. Il primo arriva subito dopo la breve intervista al Chairman di Sony, ed è quello delle Back in Black Maps di Call of Duty: Black Ops III, che sarà disponibile gratuitamente dall’11 giugno all’11 luglio per tutti gli abbonati al PS Plus. Una mossa da apripista, che certamente vuole incentivare gli utenti al pre-order dell’upcoming Black Ops IV.

Il ritorno è su Shuman e Clements, questa volta accompagnati da Meredith Molinari che lancia gli highlights nei quali un compendio di quel che ci aspetta per PSVR.

Non si entra ancora nel vivo della conferenza, e i conduttori fuori sala avvisano che manca poco: non resta che mostrare il trailer di Destiny 2: Forsaken prima di iniziare. Il contenuto aggiuntivo arriverà il prossimo 4 settembre.

Si ritorna finalmente nella sala che ospita pubblico e conferenza, e l’attenzione ritorna sui grandi titoli in lavorazione: uno di questi è anticipato (e il riferimento al setting è subito abbastanza chiaro) dall’esibizione dal vivo di un suonatore di Shakuhachi che ci porta con sonorità suggestive nel Giappone feudale, epoca in cui ha luogo la narrazione del lavoro di Sucker Punch, un Ghost of Tsushima che viene annunciato in tutta la sua bellezza nel trailer mostrato.

Contenuti interessanti, ma ancora nessuna release date: e l’andazzo non pare cambiare con Control, nuovo titolo di Remedy e 505 Games, di cui vediamo due minuti tra cinematiche e brevissimi scampoli di gameplay. Il titolo dovrebbe uscire nel 2019 (e, di questi tempi, il condizionale è ormai d’obbligo).

La conferenza continua mandando a schermo colori scuri, colorandoli di rosso gore, ed è il momento del rispolvero di un’altra IP: torna Resident Evil 2, e stavolta sappiamo quando, il 25 gennaio 2019.

Il colore si accende con il trailer successivo, Trover Saves the Universe sviluppato da Squanch Games in collaborazione con il creatore di Rick and Morty, Justin Roland. Pur avvalendosi di una grafica animata in 3D, lo stile dei personaggi è inconfondibile, dalla bocca del personaggio principale immerso in una vasca al tratto umoristico che rimanda alla nota serie animata, oltre al doppiatore dello stesso Morty che dà voce al personaggio viola dagli occhi rosso-blu in chiusura del trailer.

Un’IP nella quale è chiaro tutti credano all’E3 è Kingdom Hearts, il cui trailer compare anche in questa conferenza: a differenza della conferenza Square Enix, stavolta vediamo un trailer del tutto nuovo, che vede comparire Jack Sparrow e altri personaggi de I Pirati dei Caraibi, franchise di proprietà Disney, e varie sequenze sono dedicate agli scenari navali; al termine del video c’è spazio anche per l’annuncio di un All-in-One Package in esclusiva PS4 che comprende i capitoli I.5+II.5, II.8 e III.

Arriva quindi uno dei momenti più attesi in assoluto della serata, quello di Hideo Kojima e del suo Death Stranding: anche stavolta abbiamo un lungo trailer dove il Decima Engine dà il meglio di sé in un susseguirsi di spazi aperti, chiaroscuri e paesaggi dal fortissimo potere suggestivo. Emergono alcuni elementi di quello che è il lore del gioco, che il protagonista, Sam (interpretato da Norman Reedus), gravato dal compito di “portatore di corpi” (neonati, per lo più, ma vi è una sequenza con quello che pare chiaramente essere un corpo adulto avvolto in un lenzuolo bianco), emerge un rapporto non lineare con la memoria, e pare corroborarsi l’idea della presenza di più dimensioni, ma è ancora troppo poco per delineare anche vagamente un setting narrativo che si preannuncia davvero complesso.

Il trailer successivo è una vera sorpresa: spuntano i nomi di Koei Tecmo e Team Ninja, ed è subito Nioh 2. Non si sa ancora molto data la brevità del video ma è certamente un ritorno ben accolto da tutti i giocatori.

Altro momento attesissimo è quello di Spider-Man, con un altro trailer sospeso tra cinematiche e gameplay mozzafiato, dinamico, con un combat system che richiama i Batman di Rocksteady ma diversamente elaborato, più esplosivo e adatto alle caratteristiche dell’Uomo Ragno: purtroppo anche qui niente release date e, se questo ci pareva accettabile, per le precedenti IP, su questo titolo Insomniac Games lavora ormai da un po’ e risulta poco comprensibile la mancanza di un orizzonte d’attesa anche generico.

Una conferenza compatta e alquanto contenuta quella di Sony quest’anno, che ha scelto di porre l’accento su quattro importanti IP molto attese dai giocatori: certo lascia perplessi la scarsità di release date (davvero pochissime) e la totale assenza di Days Gone, titolo sul quale ci si aspettava qualche contenuto in più, vista la prossima uscita a febbraio 2019. Molto è rimandato di certo alla Gamescom di agosto, ma Sony dovrà tenere a mente la risposta da dare a Microsoft, che a questo E3 ha offerto una conferenza ricca di contenuti e dalla quale è emerso un chiaro messaggio riguardo il futuro.
La concorrenza non è finita, e Sony, se vuole restare sulla cresta, deve certamente impegnarsi di più.




E3 Real Time: Conferenza Ubisoft

La conferenza Ubisoft è come ogni anno una delle più attese, e anche quest’anno non mancano le aspettative tra Beyond Good & Evil 2 (lontano dall’uscita ma di cui ci si aspetta qualche anticipazione) e rumors vari, tra cui quello dell’uscita del ritorno di Splinter Cell.

Apertura riservata a Just Dance 2019,  con un trailer video dove varie hit dell’ultimo anno vengono reinterpretate a suon di ottoni, passando da sonorità balcaniche ad atmosfere funk.

Si passa poi a uno dei più attesi della serata: Beyond Good & Evil 2. Il trailer ci introduce nell’ambientazione di un paesaggio innevato e in una situazione festosa interrotta dall’approssimarsi di  veicoli nemici: inutile dire che si è subito pronti alla battaglia. Il video non mostra tracce di gameplay, ma regala certamente una spettacolarità che appaga l’attesa del gioco, ancora a oggi in lavorazione e non vicino a una data di rilascio.

Gabriel Brunier, narrative director di Ubisoft Montpellier, che raccolta parte della trama che comprende la ricerca di un misterioso artefatto, e Guillaume Brunier, senior producer: entrambi introducono ai personaggi principali del gioco. Il personaggio interpretato è un capitano, ed è ambienta a Ganesha nel XXIV secolo.
La più bella sorpresa sono gli scampoli di gameplay del gioco, ancora in pre-alpha, e l’invito agli utenti a creare contenuti artistici per il gioco, soprattutto musicali, in collaborazione con la HitRecord di Joseph Gordon-Levitt, che interviene nella conferenza a parlare della sua piattaforma che aiuterà i giocatori a contribuire ai contenuti del gioco fra musiche, artwork, e altri asset di gioco.

Justin Kruger, community developer di Rainbow Six Siege, che annuncia il raggiungimento di 35 milioni di giocatori nel gioco, e introduce le competizioni dell’e-sport: agosto a Parigi, novembre la Pro League e febbraio a Montreal. Parte così un breve trailer documentaristico per introdurre il nuovo corso.

Viene introdotto il personaggio di Antii Il Vessuo, creative director che introduce il trailer di Trials Rising, che invita sul palco Brad Hill, il “Professor Fat Shady”, che ha avuto il compito di creare svariati tutorial della serie nel corso degli anni e che invita gli utenti a iscriversi alla closed beta del gioco. Il gioco sarà rilasciato a febbraio 2019 per tutte le piattaforme PS4, Xbox, Nintendo Switch e PC.

Giunge un momento aspettato da molti, quello di The Division 2: sul palco Julian Gerighty parla di un virus e del caos che attanagliano la nazione, introducendo al setting narrativo del gioco e alla missione del giocatore: quella di determinare la rinascita della società.

L’IP targata Tom Clancy, e sviluppata dallo studio Massive Entertainment, mostra tutti gli elementi classici del genere post-apocalittico in un lungo trailer e scaraventa lo spettatore in uno scenario di distruzione, morte e terrore militare, che gli eroi dovranno essere pronti a sovvertire.

Si torna sul palco dove Julian Gerighty continua a parlare della storia che evidentemente compone la spina dorsale della campagna single player, sulla quale Ubisoft pare aver creduto, per passare poi alle caratteristiche del gioco, dalle classi di specializzazione (Sharpshooter, Demolitionist e Survivalist) fino all’elemento di novita dei Raids. Saranno previsti vari aggiornamenti, e si partirà subito con lo Year One, che vedrà 3 episodi e svariati DLC. La data della registrazione della beta è prevista per il 15 marzo 2019.

Arriva un momento attesissimo per tutti gli italiani: quello di Mario+Rabbids: Kingdom Battle.
Sul palco il lead producer Xavier Manzanares di Ubisoft Paris, accompagnato da una band dal vivo quasi tutta al femminile, i Critical Hit. Manzanares introduce così il “maestro” Grant Kirkhope che che guida uno straordinario medley delle principali musiche del DLC Donkey Kong Adventure disponibile dal prossimo 26 giugno.

Arriva il momento dei pirati: torna Skull & Bones, già presentato lo scorso anno all’E3 e quest’anno presentato con un altro trailer.

Sul palco adesso Justin Farren, creative director di Ubisoft Singapore, che parla degli obiettivi del gioco. Vengono presentati navi come La Sultana e Farren parla di quanto conti molto la fortuna, dovendo fronteggiare cataclismi, il tempo (avverso o favorevole) e conflitti di varia natura. Fra artiglieria da comprare, possibilità di personalizzazione delle navi, assalti navali, esplorazioni nelle isole il gioco si presenta con un lungo video gameplay che illustra il meglio del genere piratesco, che utilizza probabilmente parte del know-how acquisito in Black Flag, ma che ricorda anche per certi versi Sid Meier’s Pirates. Vi è la possibilità di formare gruppi e assaltare in flotta i nemici con piani di battaglia coordinati. Vengono rappresentate intere battaglie, si ha la sensazione di un titolo con una sua complessità e che certamente gode di un impianto grafico di rango. Non si ha ancora una release date, ma un’orizzonte d’attesa per il 2019.

Elijah Wood torna con la sua Spectrevision sul palco assieme al game director Benoit Richer di Ubisoft Montreal per presentare Transference, nuovo lavoro in VR che indaga sulla coscienza, ha come scopo quello di scappare da una mente in cui ci si trova intrappolati e avrà all’interno vari puzzle e una forte componente psicologica.
Il gioco pare alterna parti filmate alla ricostruzione su motore grafico, e sarà disponibile già nell’autunno 2018.

Abbiamo dunque Starlink – Battle for Atlas, ed è Laurent Malville a presentarlo e a introdurre rapidamente il video successivo, riservando una sorpresa a molti fan.

Yves Guillemot introduce quella che è un’assoluta novità, vedendo la seconda collaborazione con Nintendo con l’IP Starfox. E a presentarla non poteva che esserci nuovamente Shigeru Miyamoto, al quale Guillemot regala il primo prototipo della navicella di Starlink. Il gioco arriverà il 16 ottobre e sarà disponibile su tutte le piattaforme.

Arriva il momento di For Honor, presentato da Roman Campos-Oriola, creative director del gioco, e anche qui si va verso il coinvolgimento degli utenti: il gioco sarà disponibile su PC gratuitamente dall’11 al 18 giugno. Viene dunque lanciato il trailer, che include il personaggio del Principe di Persia, per un DLC destinato a impreziosire il gioco principale.

La guerra civile dilania la Cina e quattro nuove fazioni sono qui introdotte nel nuovo update assieme alla nuova modalità di assedio “breach“.

Delphine Dosset, brand director di The Crew 2, introduce il gioco, annuncia che sarà disponibile dal 21 giugno e l’open beta è già scaricabile.

Adesso un altro momento che molti sapevano: quello di Assassin’s Creed Odissey, che si mostra adesso in un nuovo trailer cinematico.

Jonathan Dumont, creative director del gioco, introduce al setting dell’antica Grecia, dove filosofia e democrazia sono all’apice, mentre imperversano le guerre del Peloponneso un semplice mercenario deve salvare i suoi cari e diventare un eroe leggendario. Ritorna una forte componente RPG come nel precedente Origin’s e si aggiunge la scelta di scegliere il personaggio Alexios o Kassandra. In vari mini trailer vediamo scampoli di gioco, come quelli in cui ad Alexios viene data la spada di Leonida e fin da piccolo comincia il suo cammino da eroe o dialoghi a risposta multipla che si intessono con personaggi come quello di Socrate. Segue quindi un lungo trailer di gameplay e la data d’uscita: 5 ottobre 2018.




E3 Real Time: Conferenza Square Enix

Quinta conferenza E3, è il turno di Square Enix di sfoderare le proprie carte.
Si attendono novità su vari fronti, molti aspettano soprattutto sul fronte Final Fantasy ma anche tanto altro.
La conferenza si apre con il videomessaggio del presidente Yosuke Matsuda che apre le danze a distanza e lancia il primo trailer, che riguarda immancabilmente uno dei titoli di punta, Shadow of the Tomb Raider.

Chiuso il trailer, è Daniel Chayer Bisson, creative director di Eidos Montreal a parlare delle principali caratteristiche del gioco e a introdurre il primo video gameplay del gioco, per poi terminare con un altro video conclusivo.


Dopo un video che mostra la nuova patch di Final Fantasy XIV: Stormblood, dal titolo Under The Moonlight, è il momento di un crossover tra lo stesso Final Fantasy XIV e Monster Hunter World, recentissimo successo di casa Capcom: Rathalos, “Il Re dei cieli” di Monster Hunter: World, arriverà proprio sugli scenari

Parte dunque un video in cui Michel Koch e Raoul Barbet, di Dontnod introducono quello che sarà il prossimo trailer, quello di The Awesome Adventure of Captain Spirit, che sarà ambientato nell’universo di Life is Strange ma con il quale la storia non avrà alcuna attinenza.

Trailer a più non posso in questa giornata: Dragon Quest XI: Echoes of An Elusive Age è il nuovo capitolo della famosa serie disegnata da Akira Toriyama e viene presentata anche l’edizione speciale Lost in Time.

I trailer non si fermano qui, e si va in direzione del fantasy classico: Babylon’s Fall, annunciato per il 2019 per PS4 e Steam e una nuova ip di Platinum Games.

Dopo la conferenza Microsoft, torna Nier: Automata con il trailer di Become As Gods, dal 26 giugno 2018 sul Microsoft Store.

La serie di trailer non si ferma qui: in esclusiva su Nintendo Switch Octopath Traveler, disponibile dal 13 luglio 2018.

Ed è dunque il momento di un altro titolo presentato già alla conferenza Microsoft di ieri, quel Just Cause 4 che ritorna in grande spolvero. Il trailer illustra le ambientazioni che vengono meglio esplicate da una voce fuori campo che esalta la grande fisica del gioco e la pericolosità degli imponenti eventi climatici che il giocatore dovrà fronteggiare.

Arriva il turno di un teaser: The Quiet Man, in arrivo su PS4 e Steam. Ancora poco, se non un video dove evinciamo la natura fotorealistica del gioco, un possibile action-brawler con il protagonista probabilmente sordomuto, e che rappresenta forse una delle IP più interessanti della giornata, ma del quale si sa poco. Se ne saprà di più ad agosto.

Arriva dunque Kingdom Hearts 3, con con la versione integrale trailer già presentato alla conferenza Microsoft, che vede aggiungersi svariati personaggi del mondo Disney e Square Enix.




Speciale E3 2018: la conferenza Devolver Digital

Dopo il successo dello scorso E3, torna quella banda di matti di Devolver Digital, con la promessa di fare una conferenza più esagerata e soprattutto più violenta dello scorso anno. Promessa mantenuta, ma andiamo con ordine.

La solita esageratissima e sboccatissima Nina Struthers, ci introduce al primo gioco, SCUM, un open world surival sviluppato da Gamepires in collaborazione con Croteam, che sarà disponibile in early access su Steam a partire da agosto 2018.

Il prossimo “titolo” annunciato è Lootboxcoin: le virgolette sono obbligatorie, visto che si parla di una moneta di plastica in vendita sul sito di Devolver Digital e che cambia di valore dopo ogni ora. Chiaro riferimento al mondo selvaggio delle criptovalute, oltre che alle amate/odiate lootbox, il tutto condito dalla solita ironia degli americani.

Ma torniamo subito in carreggiata con My Friend Pedro, un frenetico twin stick shooter in arrivo per Nintendo SwitchPC che ricorda molto le sparatorie viste nei film di John Woo.

Arriviamo quindi all’ultimo annuncio della conferenza, condita sempre dal solito piglio ironico dei texani, dove dal Devolver Digital Entertainment System Classic, la loro prima retroconsole (che in realtà è un Sega Dreamcast, ma non ditelo alla Struthers) esce fuori Metal Wolf Chaos XD, remaster del titolo cult a cura di From Software che arriverà entro la fine dell’anno su Xbox OnePlaystation 4PC, supportato dal geniale dominio internet mechamericagreatagain.com, chiaro riferimento allo slogan elettorale dell’attuale presidente americano Donald Trump.

Che dire di Devolver Digital, a parte che si conferma come l’editore più folle ma anche più attento alle novità del mondo indie, e non solo, in circolazione?
Abbiamo avuto due novità, nella forma di SCUMMy Friend Pedro, oltre all’atteso remake di Metal Wolf Chaos. Forse l’unica pecca della conferenza è stata l’assenza del titolo cardine della libreria dei texani, ovvero Serious Sam 4, ma considerando che sarà giocabile in fiera, attendiamo con fervore.

Detto questo, l’appuntamento è per il prossimo anno, dove troveremo una Nina Struthers ricostruita dopo l’attacco da parte dello stagista che ha perso il braccio lo scorso anno. E chissà quali altre sorprese ci aspettano…




E3 Real Time: Conferenza Microsoft

La conferenza Microsoft di questo 2018 parte a bomba con il trailer di Halo: Infinite, che si annuncia già la grande novità della serata. Tutto si limita però a un breve trailer, che basta già per infiammare il pubblico: entra quindi Phil Spencer a far gli onori di casa, preannunciando 50 videogiochi, 18 esclusive e 15 world premiere.

Si parte subito con Ori and the Will of the Wisps, ancora una volta sviluppato da Moon Studios. Il secondo episodio della serie era già stato annunciato e non risulta una sorpresa. Non c’è ancora una release date, ma un orizzonte d’attesa si profila: entro il 2019 il titolo dovrebbe essere disponibile su PC e Xbox.

Ed ecco la prima world premiere della serata: Sekiro: Shadows Die Twice, nuovo souls-like di From Software di cui si era visto un video rivelatore mesi addietro. Si svela dunque il mistero del teaser con i kanji sullo sfondo. Non Bloodborne, non Tenchu, ma una nuova IP, che non sembra abbandonare la sua forte impronta Miyazaki.

Entra dunque Todd Howard, game designer di Bethesda che introduce il nuovo Fallout 76, che sarà quattro volte più grande di un normale titolo della serie. I pre-order si apriranno il prossimo 15 giugno, come dice il trailer che segue sulle note di Country Roads di John Denver:

Segue il trailer di The Awesome Adventure of Captain Spirit. L’art-style vi ricorda qualcosa? Già, Life is strange, e siamo proprio da quelle parti: il gioco in questione è uno spin-off sviluppato sempre dai tipi di Dontnod, e sarà rilasciato a fine mese, già il 26 giugno, e sarà gratuito (avete letto bene: gratuito).

 

Il momento che molti aspettavano: Crackdown 3, in uscita il 22 Febbraio 2019, qui in un trailer che vede Terry Crews distruggere qualunque cosa gli capiti sotto tiro.

Anticipata da un leak, è confermata: Nier: Automata con tanto di DLC Become As Gods che uscirà su Xbox One. E c’è la data d’uscita: 26 giugno 2018.

Trailer bomba di Metro Exodus, con colonna sonora dei Massive Attack, in uscita il 22 febbraio 2019.

Rientra Phil Spencer e, dopo un breve preambolo, lancia il trailer di Kingdom Hearts III, in uscita a gennaio 2019. Dal trailer risalta una grafica migliorata, personaggi come Ralph Spaccatutto e alcuni della serie Frozen.

Il trailer successivo viene immediatamente annunciato. Si tratta di un’esclusiva già nota, il recente Sea of Thieves, adesso impreziosito da 2 DLC: Cursed Sail e Forsaken Shores, in uscita rispettivamente a luglio e settembre.

Dopo un rapido trailer di Battlefield V, abbiamo un racing game, uno dei più classici e inossidabili: Forza Horizon 4
Ralph Fulton, creative director di Playground Games, ha il compito di introdurlo illustrando varie caratteristiche di gameplay mentre alcuni giocatori testano a video il gioco in multiplayer. L’improvement grafico è lampante, si intravede un gioco fluido ed estremamente dinamico, con ampia varietà d’ambienti e cambi di clima dinamici. Fulton parla di una esperienza di guida completamente nuova, con ampio spazio per le potenzialità creative della community. L’uscita sarà prevista per il 2 ottobre 2018, e sarà incluso nel Game Pass.

Rientra Phil Spencer, ribadendo ai giocatori di voler rendere Xbox «the best place where you can play». I Microsoft Studios si espandono e Spencer annuncia delle vere e proprie bombe di mercato, con l’ingresso di The Initiative, Undead Labs, Playground Games e soprattutto di Ninja Theory. L’ultimo neo-studio nella lista di quelli che si uniscono a Redmond è Compulsion Games, che si concentrerà su giochi molto story-driven, non ultimo quello di cui vediamo il successivo trailer: We Happy Few, in uscita già ad agosto 2018.

Parte così il trailer di Playerunknown’s Battleground, con 4 nuove mappe ambientate sulla neve, in linea con la prossima uscita: inverno 2018.

Ci spostiamo in Giappone, con Tales of Vesperia, RPG targato Namco uscito su PlayStation 3 e Xbox 360 nel 2008 e che qui torna in una interessante definitive edition. La release è prevista per il prossimo inverno.

Momento che molti aspettavano, arriva The Division 2, con due interessantissimi trailer, il secondo dei quali mostra scampoli di gameplay. Il gioco sembra seguire la falsariga del primo con svariati miglioramenti, a partire dall’impianto grafico, ma anche piccole nuove funzionalità che lo rendono molto interessante anche per i fan della prima ora.

Entra quindi Ashley Speicher, Head of Engineering di Xbox Game Pass, il servizio Netflix-style che si va ancora arricchendo, raccontando di come si è lavorato molto sul machine learning per garantire una miglior esperienza agli utenti. La grande notizia è l’ingresso del FastStart, tecnologia che renderà possibile avviare i giochi al doppio della velocità attuale, già da giugno, e un’altra novità: l’arrivo della Halo: Masterchief Collection. Anche Forza Horizon 4 e Crackdown 3 saranno presenti nel servizio già dal giorno della release.
Saranno disponibili da oggi inoltre per Game Pass tre ottimi titoli: The Division, Elder Scrolls: Online e Fallout 4.

Segue un trailer illustrativo dei migliori titoli che includerà il servizio online di Microsoft, ma soprattutto segue il trailer di Shadow of the Tomb Raider, titolo sviluppato da Eidos Montréal con Crystal Dynamics e distribuito da Square Enix. Il gioco si presenta in gran forma in questo nuovo trailer cinematico e le attese sono altissime.

Il trailer successivo è invece un gioco di skate (non è Skate 4) seguito dal trailer del MMORPG Black Desert. Ma è subito dopo che la conferenza si accende, con uno spettacolare video del nuovo Devil May Cry 5, che viene introdotto da un trailer, che anticipa l’intervento di Matt Walker e Hideaki Itsuno, rispettivamente producer e director dell’ultimo capitolo dell’IP targata Capcom. Itsuno definisce questo capitolo il migliore della sua carriera.

Torna il grandissimo successo indie Cuphead, di cui verrà rilasciato nel 2019 il DLC The Delicious Last Course.

Subito dopo è il turno di un titolo Zelda-like con protagonista una volpe che avevamo già visto, un Tunic che si mostra come un action-adventure isometrico dallo stile 3D interessante, un gioco creato da un singolo developer, Andrew Shouldice, che sta facendo un gran lavoro, come dice orgogliosamente Phil Spencer alla fine del trailer.

È Spencer stesso a introdurre il nuovo titolo di Bandai Namco, uno spettacolare crossover che vede insieme Naruto, One Piece e Dragon Ball in scenari metropolitani, con incontri spettacolari: Jump Force , in uscita nel 2019.

“Non c’è nulla di permanente eccetto il cambiamento”, recita la frase di Eraclito con cui esordisce il seguito di un noto titolo zombie-survival, Dying Light 2 introdotto da un guest d’eccezione: Chris Avellone, creatore di straordinarie IP come Planescape Torment e narrative designer di questo titolo, che parla della sua nuova creazione mentre scorrono le immagini di gameplay del gioco di Techland.

L’incredibile viene subito dopo con un annuncio straordinario: il ritorno di Battletoads previsto per il 2019. Del gioco si vede ben poco, ma è un momento che non può non emozionare tutti i gamer che ricordano la vecchia IP sviluppata da Rare su NES.

Lanciato il trailer di Just Cause 4 , previsto per il 4 dicembre 2018, nel quale si vede un pregevole uso della fisica e una lotta estesa anche contro spaventosi eventi naturali.

Trailer brevissimo, ma molto ben accolto è quello di Gears POP! , dove le note action figure di Funko si troveranno protagoniste di un interessante shooter.

A presentare il gioco, Rod Fergusson, studio head di The Coalition, che parla di un gioco tattico, con strategia a turni, con una forte ispirazione al primo Gears of War : viene così introdotto Gears Tactics.

Ma è anche l’occasione per presentare un nuovo titolo della serie Gears , precisamente il quinto della serie principale: ecco a voi Gears 5.

Torna Spencer sul palco e orgogliosamente parla del grande lavoro dei tecnici di Microsoft, in particolare mettendo al centro la divisione AI, che si occuperà di rendere ancora migliore l’intelligenza artificiale dei titoli sviluppati, e dichiarando che il team è già al lavoro sulla prossima Xbox.
Arriva dunque il momento per la bomba della serata: finalmente arriva Cyberpunk 2077, titolo in lavorazione da anni negli studi di CD PROJEKT RED. Il titolo è presentato da un trailer cinematico che introduce al mondo di gioco, un ambiente futuristico, distopico e immancabilmente di genere cyberpunk, uscito da un immaginario affine a Philip K. Dick e Blade Runner. Quello che vediamo ci porta a Night City, in California, e il REDengine 4, motore proprietario di CD PROJEKT RED, mostra un’ottima resa: ma è solo cinematica, del gameplay ancora nessuna traccia, come del resto della release date.

Termina così una delle migliori (se non la migliore) conferenze Microsoft di questa generazione. Alcuni messaggi emergono chiari: a Redmond non si sono affatto arresi a un mercato che li vede indietro nei numeri di vendita. Probabilmente consapevoli del fatto che il rapporto di 1 a 2 con il principale competitor, quella Sony che ha venduto circa 80 milioni di PS4 contro i circa 38 milioni di Xbox One, è ben difficile da recuperare, Microsoft dà forti segnali al pubblico dei gamer. Tante IP, tanto spazio alle terze parti, ma anche un’attenzione alle esclusive. Investire su 5 nuovi studios, ognuno con peculiarità e specializzazioni differenti, è un segno importantissimo di riscossa, e soprattutto l’ingresso di un team come Ninja Theory, che ha dato ottime prove in questi ultimi tempi, è un avvertimento alla concorrenza. Microsoft c’è e ha intenzione di continuare a servire i gamer. Anche i momenti di speaking sono stati ben calibrati, Spencer ha fatto gli onori di casa equilibrando il marketing e la concretezza, dando spazi ai giochi ma non sottovalutando l’importanza del lavoro sulla AI (sulla quale sta lavorando un team dedicato) e sulla nuova Xbox, che è probabilmente il punto d’arrivo. Sarà probabilmente Microsoft, questa volta, a dettare il cambio di passo. E noi saremo qui ad aspettarlo.




Speciale E3: la conferenza EA

L’E3 2018 ha finalmente aperto i battenti e a dare il benvenuto è stata Electronic Arts con il suo EA Play, una conferenza però, meno scoppiettante del previsto, con una cattiva gestione dei tempi e scelte comunicative poco azzeccate. Ma andiamo con ordine.

Ad aprire le danze è stato il nuovo Battlefield V, che dopo la presentazione di poche settimane fa, in cui si è visto davvero poco, non è andata meglio durante l’EA Play: il general manager di DICE Oskar Gabrielson e il senior producer Lars Gustavsson, hanno illustrato brevemente le nuove feature del titolo, come l’ampia distruttibilità degli scenari in più stadi, saltare attraverso le finestre per sorprendere i nemici, la conferma della mancanza di loot box e premium pass e soprattutto, la presenza della Battle Royale, un feature richiesta dai fan ma che purtroppo non è stata mostrata.
Piccolo focus anche sulla campagna single player, dedicata a uomini e donne che con coraggio si sono opposti alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale.
Per vedere del gameplay appuntamento stasera alla conferenza Microsoft, che ovviamente seguiremo in diretta dalle 21:30.

Un trailer d’impatto, accompagnato dall’arrangiamento della celeberrima OST della Champion’s League a cura di Hans Zimmer, ci ha introdotto alla presentazione ufficiale di FIFA 19, calcistico annuale che da quest’anno potrà vantare le tanto agoniate licenze U.E.F.A., comprese Europa League e Super Cup.
La massima competizione tra club europei sarà il fulcro dell’esperienza, a cominciare dalla modalità Il Viaggio che vedrà Alex Hunter toccare con mano il palcoscenico più prestigioso. Anche l’Ultimate Team avrà feature collegate alla nuova licenza ma come non ci è dato ancora saperlo. Abbiamo però una data d’uscita, il 28 settembre, quasi un mese dopo il suo rivale PES 2019.
Poichè il Mondiale di Calcio è ormai prossimo, EA ha pensato bene di promuovere il suo DLC gratuito dedicato al trofeo più importante al mondo, dando modo a tutti gli utenti di provare una versione demo di FIFA 18 e il contenuto aggiuntivo World Cup, su PlayStation 4, Xbox One e PC.

Spazio anche a Origin Access Premiere, una sorta di Game Pass che porterà tutti i titoli EA all’interno del pacchetto a cominciare da Madden NFL 19, che dopo 11 anni tornerà su PC, assieme a Battlefield V, FIFA 19 e Anthem. Inoltre si avrà a disposizione l’intera libreria del Vault che conta ormai decine di titoli, provenienti da Electronic Arts e altri pubblisher. Il lancio è previsto per fine estate di quest’anno.

A un certo punto, la presentatrice della conferenza Andrea Rene, si è seduta accanto a Vince Zampella di Respawn Entertainment, che ha preso le redini del progetto Star Wars sviluppato a suo tempo da Visceral Games. Nel punto più strano e basso della conferenza veniamo a scoprire il titolo della nuova IP: Star Wars: Jedi Fallen Order. Del gioco non si sa ancora molto ed è probabile che i progetti siano ancora in fase preliminare. L’unica cosa certa è che impersoneremo uno Jedi, armato come da tradizione dalla sua inseparabile spada laser, ambientato durante lo sterminio dei Jedi da parte dell’Impero, collocabile tra Episodio III ed Episodio IV. Svelato anche il periodo d’uscita, per la fine del 2019. Ma ci fidiamo?
Ma Star Wars è anche Battlefront II, che nonostante le numerose critiche, per lo più rivolte alla gestione delle microtransazioni, ha continuato a esser discretamente supportato, fino all’annuncio di un nuovo pacchetto presentato dal design director di DICE Dennis Brännvall. Il nuovo aggiornamento prevede un sistema a squadre per giocare più facilmente con i propri amici. Un’altra aggiunta è la modalità Caccia Stellari, in cui potremo salire a bordo delle astronavi più iconiche della saga, tra inseguimenti e battaglie aeree. Ma l’aggiunta più importanete è l’introduzione di personaggi, mappe e mezzi provenienti dalla Guerra dei Cloni, periodo storico dell’universo Star Wars richiesto a gran voce dai fan. Questa espansione conterrà la mappa più grande mai creata del franchise su pianeta Geonosis ed eroi come il Generale Grievous, Obi-Wan Kenobi, il Conte Dooku e un giovane Anakin Skywalker.

Annunciato, e già disponibile all’acquisto Unravel Two, un’evoluzione di quanto visto nel suo prequel. Non saremo più soli, ma accompagnati da un nostro simile che potrà essere guidato con la levetta analogica destra – simil Trine – oppure, permetterà un vero e proprio co-op, in cui due giocatori dovranno coordinarsi per poter salvare “la lana”.
Un altro indie interessante a cura di un nuovo piccolo team di Berlino, Jo-Mei, è Sea of Solitude, un gioco che punta a mostrare come le persona possano vivere diversi tipi di solitudine e come questa venga vista dai propri amici o familiari, in un contesto post-apocalittico in cui l’umanità, per qualche ragione ancora ignota, ha cominciato a trasformarsi in qualcosa simile a bestie. Arriverà nel 2019.

Dopo un piccolo spazio dedicato al mobile Command & Conquer Rivals, ampio spazio è stato dedicato ad Anthem. Il titolo di punta di Electronic Arts, che arriverà il 22 Febbraio del prossimo anno, è un gioco complesso, sia dal punto di vista del gameplay che narrativo. Sotto la supervisione di Bioware, la storia potrà prendere diversi percorsi, creando legami a cui il giocatore potrà interfacciarsi, sentendosi parte integrante della storyline. Confermati meteo dinamico e ciclo giorno/notte e un mondo mutevole, che cambierà anche attraverso le nostre azioni. Oltre al focus sul single player spazio anche al multiplayer in forma di MMO, in una struttura simile a Destiny e The Division. Colpisce dal punto di vista tecnico e nell’uso delle exo-suit denominate Javelin, intercambiabili a discrezione dell’utente.

Con Anthem quindi si è conclusa una conferenza per certi versi strana, capace di intrattenere per la maggior parte del tempo ma povera di contenuto. Strane scelte hanno portato a non veder nulla di Battlefield V, spostando il tutto alla conferenza Microsoft, e FIFA 19, limitato alla presentazione della Champion’s League. Inspiegabile il trattamento riservato al nuovo Star Wars di Respawn Entertainment, un titolo che ha evidenti problemi di sviluppo ma annunciato quasi con svogliatezza, senza nemmeno il logo ufficiale. Tanto spazio anche al mobile, ma che, in una conferenza dell’E3 non è quello che i fan seguono con attenzione.
Sono mancati i cosiddetti “botti”; nessun nuovo blockbuster tripla AAA e nessuna novità in grado di far sognare. Insomma, si spera che questa sera Microsoft alzi un po’ il tiro.




Reverse: NieR: Automata al contrario

Dopo aver percorso la storia di God of War a ritroso, scoprendo che effettivamente potrebbe funzionare anche raccontata al contrario, ecco lanciarci su un titolo estremamente ambizioso e diretto da quel Yoko Taro che, come ogni game director giapponese di successo, deve essere estremamente eccentrico.
Il suo NieR: Automata ha sorpreso critica e pubblico grazie al suo design e soprattutto al stile narrativo, che è riuscito a risaltare una trama interessante, ma che non ha brillava per originalità. Raccontare la storia di Automata può essere arduo, ma riassumendo: migliaia di anni nel futuro, l’umanità è quasi estinta a causa di un’invasione da parte degli alieni prima e delle biomacchine da loro create poi. Per riprendersi il pianeta gli umani creano degli androidi con elevate capacità di combattimento, e i nostri protagonisti 2B, 9S e A2 cercheranno di svelare gli innumerevoli misteri dietro questa guerra.
Il risultato, una volta terminate le run principali, è una storia affascinante e pervasa di teatralità. Ma vediamola al contrario, avvisandovi come sempre, della massiccia dose di spoiler da qui in avanti.

Il gioco comincia con una particolarità: improvvisamente, nonostante il menu sia stato appena avviato, tutto l’equipaggiamento, le risorse e anche l’intero salvataggio di gioco viene immesso all’interno del titolo. Vieniamo introdotti da un filmato, dove alcuni droni Amazon del futuro smembrano i corpi di una coppia, evidentemente non  umana ma circondati da un alone di adulterio e, una donna, che guardando l’alba, aspetta il ritorno del suo amato. Improvvisamente però, cominciano a spuntare migliaia di palline che sparano altre palline, rettangoli e nomi, provocando le stesse sensazioni di un trip di LSD durante una partita dell’Inter. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Tutto questo è preludio di una trama molto articolata, e che molto probabilmente vi terrà inchiodati allo schermo: veniamo accolti dalla vita quotidiana di un mondo che ne ha passate tante ma che ha trovato modo di ricominciare. La vera coppia di androidi, protagonista delle vicende, si risveglia dopo un probabile amplesso che solo Yoko Taro potrebbe apprezzare ma che è indubbiamente finito male. I due, come se nulla fosse, si risvegliano, estraendosi le spade dal corpo e cominciando a litigare a suon di katana.
Nel frattempo compare dal nulla un’enorme struttura attorno ai due contendenti il cui nome scopriamo essere 9S e A2. Proprio il primo, che evidentemente rappresenta tutti i canoni della schizofrenia (da cui la S del nome appunto), e protagonista della prima cutscene, comincia a blaterare cose senza senso e, correndo al contrario, riuscirà a uscire dalla struttura, trovandosi davanti a due gemelle in lotta con strane macchine. Sono forse due buttafuori in preda a badare un’enorme folla che cerca disperatamente di entrare? Putroppo non c’è dato saperlo.
Passiamo ad A2 e al suo sobrio completino. La vera protagonista di questa storia, si ritroverà a salvare uno strano villaggio composto da biomacchine e il cui leader Pascal, di chiara origine francese, ringrazierà l’eroina indicando il punto preciso in cui si farà trovare la sua rivale in amore, anch’ella presente nella prima cutscene insieme a 9S. Nonostante liti e incomprensioni però, 9S e A2 si vogliono molto bene, malgrado lei sappia della fissazione del suo ragazzo per la loro cameriera.
A2 (A è solo un intercalare con cui viene chiamata 2) non si farà scappare l’occasione, trafiggendo senza pietà la sensuale cameriera che probabilmente, in un lontano passato, ha sedotto il cuore del giovane 9S. Ma la nostra protagonista è subdola: prendendo il posto della sua ultima vittima, è convinta di poter riconquistare per sempre il cuore del suo amato e, fingendo di essere ferita, camminerà al contrario (ancor più difficile coi tacchi alti) pur di ricongiungersi a lui.

Il loro ricongiungimento, darà vita a una nuova fazione denomitata YoRHa (Young Rising Hallelujah)  all’interno di una stazione spaziale da loro costruita. L’inizio è un po’ traumatico, ma pian piano ogni tassello andrà al proprio posto, inneggiando il credo del vero amore.
Ma questo sentimento è minacciato dall’avvento di una coppia di fatto, che può minare le basi della nuova società creatasi. Con i nomi presuntuosi e provocatori di Adam ed Eve decidono di dare battaglia a 9S e A2 per sancire una volta per tutte chi detiene il diritto di poter creare una famiglia. Ovviamente non poteva mancare l’intervento della Santa Biomacchina Ecclesia, la quale, appresa la notizia dei nuovi Adamo ed Eva, ha reagito in maniera vigorosa, battezzando nuovi fedeli e dando vita a numerosi seguaci, culminando con l’elezione del un nuovo Papa Kierkegaard.
Il supporto della Chiesa sarà fondamentale (almeno agli occhi dei fedeli), ma non basterà. Pur di vivere assieme al suo Eve, Adam costruisce un’intera città, un nido da d’amore interrotto dall’arrivo in moonwalk di A2, giusto poco prima di dare un tocco di vernice ai vari edifici.
La nostra eroina ritroverà 9S rapito da Adam solo per dimostrare di essere un fedele cristiano, nonostante ami lo stesso sesso. Nonostante tutto risulti abbastanza grottesco, A2 finalmente capisce: non importa che tu sia un crotalo o un pavone, l’importante è che se ami, va bene comunque. Per suggellare la ritrovata consapevolezza, A2, 9S e tutti gli androidi dell’associazione YoRHa, con il patrocinio della Santa Biomacchina Ecclesia, costruiscono un enorme pesce biomeccanico, atavico simbolo della cristianità, millenni prima.
Sul finire, le coppie ormai createsi e libere di vivere il loro amore, decidono di andare ognuna per la propria strada. A2 e 9S sugellano la loro unione con viaggio di nozze al Luna Park, accolti dalla più grande cantante lirica del momento Simone, capace di attirare su di sé lampi e fuochi di ogni genere prima di ritirarsi definitivamente.
Ma la loro natura è un’altra: sentono che manca qualcosa e quel qualcosa è un figlio. Proprio sul finale, un’immensa luce scaturita dal loro amore darà vita a Engels, una gigantesca biomacchina che, successivamente, aiuterà il proprio popolo tramite intervento divino; ma questa è un’altra storia. Non somiglia per niente al padre; che anche A2 nasconda qualcos’altro? Forse la risposta verrà data nell’eventuale sequel.
Inoltre, non sapremo mai che fine abbiano fatto Adam ed Eve, ma siamo certi che ovunque essi siano, vivano il proprio amore in totale libertà, così come A2 e 9S, anche se quest’ultimo, non saprà mai la vera identità della sua cameriera.

Non trovate sia più bella così? NieR: Automata può divenire una storia ricca di simbolismi e del tutto attuale, invertendo il percorso narrativo.




Game Jam: The Movie

Uno dei concetti alla base della game theory, e del gioco sin dai primordi, è quello di sfida: che ci sia o meno dello storytelling dietro un’attività ludica, è la volontà di superamento dell’ostacolo a muovere l’engagement. La motivazione generata dalla gara e da una meta da raggiungere incrementa il potenziale creativo e l’ingegno, ed è per questo che oggi metodi come la gamification trovano considerevole spazio anche in ambienti business, per assolvere a finalità che con il puro entertainment non hanno nulla a che fare.
Un altro concetto non meno importante alla base del gioco è quello di cooperazione: seppur meno irrinunciabile rispetto al primo (giocare in single player è un’attività nata ben prima dei solitari con le carte), l’attività in co-op è alla base delle attività ludiche di gruppo, degli sport di squadra e di buona parte del gaming moderno, e oggi ne sono studiati i benefici in termini di team building soprattutto nei contesti aziendali.
Non deve stupire, quindi, se uno dei momenti di maggior creatività nella produzione videoludica odierna sia rintracciabile nelle Game Jam. Nate come forma specialistica degli hackaton (dall’unione dei termini “hack” e “maraton”, maratone dedicate in cui vari sviluppatori univano le forze per trovare soluzioni comuni e innovative, come fu il primo caso di hackaton che unì vari sviluppatori in ambiente OpenBSD), le Game Jam sono sessioni collettive di professionisti o appassionati dotati di  capacità tecniche e creative che, richiamando il concetto musicale di jam session, si trovano a mettere insieme le proprie competenze per creare un videogame in un lasso determinato di tempo.
Negli anni, queste manifestazioni che hanno raccolto team di sviluppo in ogni dove sono cresciute al punto da richiamare migliaia di partecipanti, aspiranti developer con idee alla base o semplicemente gente che voleva mettersi alla prova. Nelle Game Jam si sono alternati grandi fallimenti e idee geniali, sviluppatori che riuscivano a concretizzare idee straordinarie in un tempo brevissimo e altri che invece non riuscivano a finire il progetto iniziato. Spesso i team hanno già una coesione di base, ma non è raro trovare gente che unisca le forze in vista di una singola jam senza aver mai lavorato assieme, solo perché ci sono le giuste competenze da unire e provare può valerne la pena.

Le game jam hanno prodotto veri e propri obbrobri accanto a giochi interessanti fino a titoli che poi sono approdati sui principali store mondiali: non si può non pensare a SuperHot, la cui idea vide luce durante la 7 Day First Person Shooter Game Jam (7DFPS) prima di approdare su Greenlight e diventare il gioco straordinario che è oggi, vantando anche una versione VR su tutte le principali piattaforme di gioco.
Le Game Jam sono state anche culla di idee bizzarre come Surgeon Simulatorcreato durante la Global Game Jam 2013, o Goat Simulator, ideato invece durante una jam interna di Coffee Stain Studios, che avevano appena finito lo sviluppo di Sanctum 2: lo avrebbero mai detto che simulare la vita di una capra gli avrebbe fruttato 12 milioni di dollari contro gli appena 2 entrati con ogni capitolo di Sanctum? Non è strano che quindi appuntamenti come la Global Game Jam, Indie Game Jam, Ludum Dare e Nordic Game Jam siano diventati importanti banchi di prova per sviluppatori indipendenti, ma anche momenti  interessanti per i grossi publisher.

Piccoli universi con una vita limitata, nei quali si concentrano ogni volta storie, idee, creatività e sinergie che vale la pena raccontare.
A farlo sono stati Scott Conditt e Jeremy Tremp, registi, e anche produttori con la loro CineForge Media, di Game Jam: The Movie, documentario che narra in meno di un’ora il lavoro di 12 team in gara per un premio durante i due giorni di una Game Jam.
Uscito nel marzo 2018, il documentario distribuito da Devolver Digital Films è diviso in due parti: la prima si concentra sulla vera e propria Game Jam, con interviste agli sviluppatori e un focus sul loro lavoro. Emerge quel senso della sfida che mette in moto la creatività durante queste manifestazioni, l’ansia di non farcela, la paura di non finire in tempo. Ma è anche il momento in cui il brainstorming produce il massimo, dove le varie competenze si fondono e dove, dall’intersezione di concetti di game design a concept di visual art e intelligenti soluzioni  di coding, arrivano le idee dalle quali nascono i giochi. I team si mettono a nudo e non nascondono timori e a volte un senso di inadeguatezza, ma esce fuori inevitabilmente anche il narcisismo di ognuno, il compiacimento riguardo un’idea di base che sembra azzeccata e su cui è possibile fare del proprio meglio, la volontà di puntare sulle proprie abilità migliori, chi in quella di creare efficaci ambienti in VR chi invece nell’abilità nel sound design.
La seconda parte segue invece i soli team vincitori della Game Jam, i due che si sono meritati il passaggio all’IndieCade. Si tratta di un percorso interessante per chi non abbia mai visto come funziona la long road di un videogame verso la pubblicazione, emerge l’importanza di aver un buon publisher perché il gioco emerga dal mare magnum degli indie game quotidianamente rilasciati sul mercato e quindi è messo in luce il peso di un buon pitch con chi dovrebbe comprare l’idea: gli sviluppatori, tutti giovanissimi e spesso non forti di grandi doti comunicative o di marketing, hanno l’occasione di esporre i propri lavori ad aziende del calibro Sony e Oculus, e devono  farlo in soli 5 minuti. 300 secondi, una media che si ripete ovunque, di certo non solo all’IndieCade, chi frequenta questi eventi lo sa bene. I grossi publisher sono in cerca di prodotti di loro interesse, ma sanno che ne troveranno ogni volta 1 su 500, bene che vada: vale la regola della prima pagina che attuava Aldo Busi quando selezionava i romanzi per Mondadori, se la prima pagina non funzionava il testo veniva scartato. Il metodo non era forse efficace, ma di certo risulta  e risultava efficiente e, piaccia o meno, è così che funziona il mercato, al punto che l’incaricato di Cartoon Network spiega che incontrare gli sviluppatori è importante al pari del gioco: su un prodotto, del resto, il publisher vuole sempre avere una voce in capitolo, e avere a che fare con lavoratori affidabili, elastici e disponibili a effettuare variazioni per la miglior riuscita del prodotto sul mercato diventa fondamentale. Probabilmente per questo il team di Terrasect è riuscito poi a pubblicare il proprio Wizards: 1984, prodotto VR ancora presente sugli store mobile: il gioco era inizialmente concepito in maniera diversa, sono state necessarie varie modifiche sostanziali perché il publisher accettasse di distribuirlo.
In entrambe le fasi, il Virgilio d’eccezione è Jess Conditt, sorella di uno dei registi e Senior Editor di Engadget, che ha il compito di spiegare i retroscena dell’indie development e di chiarire alcuni aspetti che altrimenti risulterebbero meno intellegibili ai non addetti ai lavori.

Un documentario breve ma di certo interesse nel suo raccontare un percorso che oggi riguarda tutti gli sviluppatori non affermati, e che in questi anni è diventato rilevante nell’industry, dato il crescente peso degli indie game sul mercato videoludico.
E che non dà spazio soltanto ai vincitori: alcuni lavori che trovano voce solo nella prima parte del film andrebbero tenuti d’occhio e con loro alcuni giovanissimi developer che dimostrano di avere un a buona base di idee. Del resto, la storia del settore ci ricorda che anche quando i risultati non sono immediati, in certi casi si può intravedere già del talento su cui investire.
A tal proposito, mi pare utile ricordare in chiusura quel che fecero Edmund McMillen e Tyler Glaiel alla Global Game Jam Creators del 2009. I creatori di Super Meat Boy all’epoca si limitarono a creare un idle clicker dal titolo AVGM (Abusive Video Game Manipulation), gioco che oggi può essere recuperato nella The Basement Collection che raccoglie i lavori del primo McMillen e il cui gameplay consiste soltanto nel premere un interruttore per spegnere e accendere la luce in una stanza vuota, con l’obiettivo di ottenere ogni volta nuovi oggetti dopo un certo numero di click. Il gioco è semplicissimo ma, come ha spiegato lo stesso McMillen, nasceva da un esigenza di risposta a un certo tipo di prodotti quelli che creano nel giocatore l’esigenza della ripetizione di determinati comportamenti, che si traducono in tempo investito per ottenere degli item digitali, in una “manipolazione della volontà” che induce, infine, a spendere denaro per risparmiare quel tempo e ottenere gli stessi vantaggi.
Vi ricorda qualcosa? McMillen analizzava questo fenomeno già quasi un decennio fa, e ha definito infatti AVGM come «a commentary on the formula that’s used in most massively multiplayer RPGs and a lot of online games that are on Facebook and stuff like that like Pet Society and Farmville – especially Farmville – where you are basically rewarded with digital items for time spent and clicks».
Una realizzazione semplice di un’idea intelligente e reazionaria, insomma, ideale per i tempi brevi di una Game Jam, e non è un caso, infatti, che gli oggetti che appaiono su schermo siano sempre raccapriccianti.

E un simile esempio di creatività, libera, riottosa e provocatoria, ci pare già abbastanza per poter auspicare che il mondo delle Game Jam continui a crescere e proliferare, portando sempre più autori indipendenti all’attenzione dei moderni videogiocatori.




Reverse: God of War al contrario

Reverse è una nuova rubrica ricavata da un’idea presa in prestito da un format dello Zoo di 105 di qualche anno fa. Prendete il vostro videogioco preferito e immaginatene la trama partendo dalla fine. Un Benjamin Button delle trame videoludiche, insomma, con alto contenuto di spoiler, che troverete da qui in poi.
L’uscita del nuovo God of War pare l’occasione ideale per esordire ripercorrendo a ritroso la saga, che ha al centro le vicende di Kratos, il quale, pur di vincere una battaglia, fu disposto a dare la sua anima ad Ares, il Dio della Guerra. Questo finì per consumarlo gradualmente, portandolo a uccidere sua moglie e sua figlia, atto che mise le basi per la sua sete di vendetta verso Ares, del quale prese il posto dopo averlo ucciso.
Storia bella, anche se forse un po’ banale, ma che ha decisamente segnato un’epoca, portando il concetto di epicità nei videogame a livelli mai visti. Ma proviamo a leggerla al contrario:

Kratos, il Dio della guerra, decide di alzarsi dal trono per noia, facendo lo stesso giochetto del Principe cerca moglie: vuole essere accettato per quello che è realmente e non come Dio. A un certo punto esce dal mare, con le sue spade che si trasformano senza motivo, trovandosi improvvisamente nel tempio dell’Oracolo di Atene. Una luce lo pervade, agglomerandosi e trasformandosi in un tizio con i capelli di fuoco e una lunga spada conficcata in gola. Kratos decide di estrarla e i due cominciano a lottare, forse perché il Dio è stato disturbato nel suo sonno.
A un certo punto Kratos ne ha abbastanza e decide di punto in bianco di chiudere il Vaso di Pandora e di riportarlo al proprio posto. La via più breve è morire: quindi, si infila  in una tomba per raggiungere l’Ade. Al suo risveglio, sente un leggero bruciore allo stomaco, forse a causa di qualcosa che ha mangiato la sera prima, ma più probabilmente a causa del palo conficcato nel suo ventre. Gentilmente delle arpie riportano il vaso ai suoi piedi e il tizio con i capelli di fuoco contro cui aveva lottato poco prima riesce a togliere il palo da Kratos con la sola forza del pensiero. Il Dio guerriero così è libero di recarsi in varie stanze camminando in stile “Moonwalker” e a riportare il vaso al suo posto. Nel frattempo tornano in vita bestie e mostri di vario tipo, fioccando direttamente dalle mani o dalle spade del protagonista, forse divenuto più magnanimo nel corso dell’avventura.
Scendendo dal Titano Crono, Kratos trova una fanciulla ignuda ad Atene, ma è così indispettito dal suo petto a bassa definizione che la appende in alto dandola in pasto alle arpie. Continuando a camminare col moonwalk, si ritrova su una nave in pieno Mar Egeo, dove salva l’Idra dai pericolosissimi alberi dell’imbarcazione e salva a sua volta un uomo dallo stomaco della bestia con la sola forza del pensiero.
Dopo aver passato “una notte da chimere” con un paio di procaci ancelle, vede improvvisamente il suo corpo sbiancarsi e dalle sue lame comparire una bambina e una donna, della quale si innamora all’istante, senonché un’orda di Barbari interrompe il suo sogno d’amore.

Il suo desiderio è però ormai esaudito, Kratos è stato finalmente accettato come umano, ma c’è un’ultima cosa da fare: sconfiggere i Barbari. Per non rendere le cose troppo facili, decide di restituire la testa al loro Re e di farsi togliere le Spade del Caos e, cavalcando al contrario, farà capire a entrambi gli schieramenti che la guerra è inutile, convincendoli a tornare tutti a casa. Nel finale, riabbraccia la donna e la figlia, abbandonando per sempre le ire e i tumulti di un Dio della guerra.

Non trovate che sia più bella così? Basta solo invertire il punto di vista per creare storie totalmente nuove. God of War è solo il primo di una lunga lista ma, se vi è piaciuta (o se non vi è piaciuta), fatecelo sapere.