Oggi, sono principalmente un appassionato di videogiochi, soprattutto quelli di corse automobilistiche: qualsiasi cosa sfrecci su pista, strada o campi sterrati, che abbia una, nessuna o 18 ruote, devo assolutamente guidarla.
La mia passione ha origini molto, molto lontane nel tempo. La scintilla che ha dato origine a tutto è legata a un ricordo ancora vivido nella mia memoria, un videogioco di cui la maggior parte dei lettori più giovani probabilmente non ne ricorderà nemmeno l’esistenza.
Se la memoria non mi inganna, era l’inizio degli anni ’90, ma diavolo, ricordo come fosse ieri la telefonata che ricevemmo a casa e che segnò la mia vita per sempre.
Una piccola premessa: se siete nati negli anni ’80, quello che sto per raccontarvi è successo con una certa probabilità anche a voi, magari con modalità sostanzialmente diverse.
Era un pomeriggio qualunque, a casa mia,d’improvvisò sentì squillare il telefono: «Pronto?» rispose mio padre (un nerd di altri tempi, potremmo definirlo, possedeva per lavoro già diversi computer, tra Olivetti e Macintosh e, per inciso, su quelle macchine conobbi per la prima volta il Tetris 3D e Prince of Persia) «Salve, parlo coni il signor Zambuto? Volevamo informarla che è stato selezionato per approfittare di una eccezionale opportunità! Solo per oggi, se accetta, avrà la possibilità di acquistare per soli 2 milioni di lire, una vacanza a Parigi per tutta la famiglia e un fantastico Personal Computer di ultima generazione, compreso di enciclopedia multimediale in floppy disk» disse tutto d’un fiato l’operatore all’altro capo della cornetta.
Il viaggio non convinse molto mio padre, alla fine l’offerta nascondeva i soliti “se” e “ma” scritti in piccolo; il computer, invece, gli parve un’ottima occasione, conosceva i prezzi che giravano in quegli anni e si risolse ad acquistare il pacchetto.
Come ho detto, mio padre aveva già i suoi terminali, certo avrebbe utilizzato anche quello ma sapete che significava? Io sì, lo compresi subito: AVEVO IL MIO PRIMO PC!
Incredibile ma vero, non riuscivo a realizzare, la sensazione di avere il primo personal computer in cui non dovessi scrivere nessun codice astruso mi faceva impazzire. Insieme al PC, ci diedero anche un pacchetto di giochi, cosa che mi esaltò ancora di più. Tra le scatole dei giochi, c’era lui, il cartone mi attraeva già solo dal nome e dall’immagine: 1000 Miglia (prodotto da Simulmondo).
Non avevo mai visto niente di più bello, era il mio primo gioco di corse automobilistiche, con piste interminabili e la possibilità di scegliere diversi modelli di auto, una delle robe più innovative per quei tempi, il quadro dell’automobile mostrava tutte quelle lancette all’interno dei dischi, per me era una visione assurda perché tutto questo al tempo lo vedevo davvero nella macchina guidata da mio padre. Più guardavo, più impazzivo per l’incredulità: il tachimetro, il contagiri, l’indicatore del livello di carburante, persino la temperatura dell’olio, tutto riprodotto alla perfezione.
Fu proprio 1000 Miglia che mi iniziò al mondo delle corse, e tuttora non nascondo che le auto d’epoca, esercitano un fascino non indifferente su di me, quasi come ne fossi stregato da allora, come fossero macchine del tempo che mi riportano a quegli anni, non quelli della loro uscita sul mercato, ma quelli della mia adolescenza, a quell’epoca in cui, per la prima volta, vidi la realtà perfettamente riprodotta sullo schermo di un computer.