Premi “A” per cominciare. Arcade. Principiante. Una moto futuristica e fluttuante sfreccia dalla sinistra alla destra del monitor andando a schiantarsi in un dirupo mentre il suo pilota salta giù al volo dalla sella e la colonna sonora pulsante di Ari Pulkkinen si bilancia su un volume più alto: quel pilota siamo noi e con l’analogico sinistro ci muoviamo, mentre col destro spariamo ai robot nemici che già ci accerchiano, come nel più classico dei twin-stick shooter. Eugene Jarvis, papà di Defender, Stargate e Robotron: 2084 deve aver introdotto così l’idea di Nex Machina ai ragazzi di Housemarque per spiegar loro cosa avesse in mente. E i virtuosi sviluppatori finlandesi devono aver colto al volo l’intenzione dell’autore, ovvero quella di produrre un arcade vecchio stampo, frenetico, di breve durata ma difficile e ben bilanciato, caotico visivamente ma come un fuoco d’artificio, costellato di esplosioni, parti metalliche dei nemici che schizzano ovunque, raggi laser, plasma e soprattutto tanta velocità in un tripudio di suoni e colori sgargianti.
L’ambientazione cyberpunk di Nex Machina abbozza le linee di quella che si lascia intuire – dal giocatore che trovi il fiato per ossigenare ulteriormente il cervello nell’inferno di proiettili in cui viene catapultato – come la più abusata delle storie-pretesto, seppure anche qui – analogamente ad alcuni grandi classici arcade – di quest’ultima non ci sarebbe nemmeno bisogno: un uomo, armato, contro tutte le macchine. Il protagonista ha a disposizione un’arma principale, da usare come già detto inclinando l’analogico destro del controller nella direzione desiderata, un set di sei armi fra le quali scegliere – ogniqualvolta si trovino nella mappa – la propria arma secondaria, attivabile con uno dei tasti dorsali, e infine la schivata, importantissima per sfuggire ai proiettili nemici, visto che ne basta uno soltanto per morire e dover ricominciare lo schema. A tutto ciò si aggiungono diversi power-up, fra cui lo scudo, che offre la possibilità di essere colpiti una volta senza subire danni, o le varie schivate esplosiva, tripla, e così via.
Il gioco consta di un centinaio di livelli, più o meno brevi, che vanno a comporre 5 mondi, ciascuno dei quali ha il proprio boss da sconfiggere. Per proseguire da un livello all’altro bisogna far fuori tutti i robot nemici ma, all’interno di ogni quadro, ci ritroveremo ad avere a che fare con un gran numero di sfide opzionali, superate le quali otterremo un punteggio più alto una volta completato il mondo. Le sfide consistono nel salvare i superstiti prima che vengano eliminati dalle macchine, trovare altri superstiti nascosti e portarli in salvo, distruggere radiofari, superare ciascun livello senza mai morire e via dicendo. Tutto questo naturalmente per dare al titolo quel tanto in più di longevità di cui, per sua stessa natura, è carente. Inoltre, una volta finito il gioco a livello principiante si potrà ricominciare – con diversi malus – l’avventura a livello esperto, avendo così l’opportunità di sbloccare un ulteriore mondo e di conseguenza il boss finale. Fra le altre modalità disponibili, spicca quella del multiplayer locale, l’unica a offrire qualche spunto in più e tante altre ore di divertimento, a patto che abbiate a disposizione qualcuno con cui giocarla. I quattro livelli di difficoltà portano infine la sfida contro se stessi a livelli davvero estremi.
Ma Nex Machina: Death Machine, pur essendo un gioco difficile, risulta essere anche ben bilanciato nel complesso e, anche se a volte può capitare di dover riavviare più e più volte un livello, la reattività dei comandi e la velocità in cui tutto accade danno la carica per ricominciare l’esperienza, alla ricerca della vittoria. Si ha tutto sommato ciò che ci si aspetta da un titolo del genere: un passatempo e una sfida continua ai riflessi, all’attenzione, all’abilità col controller e, riassumendo, al giocatore stesso. Forse anche in questo aspetto risiede però la sua debolezza, ovvero il non proporre realmente nulla di innovativo se non, per l’appunto, quel grado di sfida che, dai primi arcade che popolavano le sale giochi del mondo a oggi, è andato via via appiattendosi.
La speranza è quella che Housemarque non abbandoni questa nuova IP e che la migliori nel tempo, fosse anche in un secondo capitolo, aggiungendo una modalità multiplayer online che certamente darebbe quel quid in più che invece sembra mancare.
Processore: Intel Core i5-6600K
Scheda video: Nvidia GeForce Gtx 970 Zotac
Scheda Madre: ASRock Fatal1ty Z170 Gaming K6
RAM: Corsair Vengeance LPX 16GB 2400MHz DDR4
Sistema Operativo: Windows 10