Nintendo contro le ROM e gli emulatori

Nintendo, nel corso di quest’anno, ha intentato una causa contro due grandi pagine web che distribuivano emulatori e ROM dei loro prodotti. Quest’ultima è stata eseguita presso il Tribunale Federale dello stato americano dell’Arizona, con l’accusa di violazione del copyright e del marchio. Secondo l’ultime notizie, la coppia che gestiva gli ormai defunti negozi “neri” sarà costretta a pagare ben 12 milioni di dollari.
Ad Agosto era stato rivelato che entrambe le parti in causa volevano un processo rapido così da evitare un inutile aggravio di costi. Infatti, i proprietari delle pagine ammettono subito d’aver violato direttamente e indirettamente sia il copyright e il marchio, causando quindi un danno irreparabile per la società giapponese.
Molto probabilmente, la causa che ha portato a una somma del genere è che gli imputati siano stati usati come capro espiatorio, così che gli altri proprietari di siti web sapessero cosa potrebbe succedere se cadessero nelle grinfie degli avvocati della grande N. Infine, l’ingiunzione impedisce alla coppia di violare i diritti di Nintendo in futuro, imponendogli di consegnare i domini dei loro siti e tutti i giochi ed emulatori in loro possesso.




L’autore di The Witcher chiede 16 milioni di euro per diritti d’autore

Andrzej Sapkowski,  autore della saga che ha ispirato la serie di videogiochi The Witcher, ha richiesto una porzione dei guadagni alla CD Projekt Red, la quale ha rifiutato la richiesta.
All’interno del documento inviato dai legali dell’autore si esprime la richiesta di quest’ultimo di avere un indennizzo di 60 milioni di zloty polacchi (circa 16 milioni di dollari), affermando che la software house abbia superato i limiti concessi dal diritto d’autore: secondo i legali, il developer polacco avrebbe infatti acquistato solamente i diritti di una parte dell’opera, e quindi la produzione degli altri titoli potrebbe contenere materiale che non rientra nei termini dell’accordo originario.
La parte denunciante ha concluso affermando di essere a conoscenza del fatto che la richiesta non sia ordinaria, ma che è in preparazione da vario tempo e che l’autore è pronto a qualsiasi scenario.
Il rappresentante di Sapkowski ha affermato che è disposto a organizzare un incontro entro il 19 Ottobre, e dà un ultimatum di 14 giorni alla società.
La casa di sviluppo ha tuttavia già risposto rifiutando l’ammontare di denaro richiesto dall’autore e affermando che la compagnia ha legittimamente ed effettivamente comprato i diritti sul lavoro dello scrittore. In fine, nel documento di risposta, CD Projekt RED ha anche detto che ci tiene a mantenere un rapporto di amicizia con l’autore che ha concesso il materiale per la realizzazione delle opere videoludiche e, quindi, cercheranno di risolvere questa disputa “pacificamente”.
Non risulta chiara la tardiva mossa di Sapkowski, il quale non ha reclamato a seguito dell’uscita dei titoli successivi al primo. Quel che è probabile è che tutti i soldi guadagnati dalla saga (specie con l’ultimo capitolo, The Witcher III) abbiano fatto una certa gola.




iLife vince la causa e Nintendo pagherà 10 milioni di dollari

Dopo circa 4 anni, la causa che vedeva contro iLife e Nintendo si è conclusa a sfavore della grande N, la quale si ritroverà a pagare ben 10 milioni di dollari.
È questa la decisione presa dalla Corte di Dallas, a fronte della richiesta di iLife, che chiedeva 144 milioni di dollari (4$ per ogni Wii e Wii U venduta dopo l’inizio della causa legale).
La Corte ha ritenuto che Nintendo of America abbia utilizzato – e quindi violato i diritti – sei brevetti della iLife, tra cui il motion tracking, utilizzato da iLife per monitorare e prevenire la morte improvvisa infantile e quella degli anziani provocata da cadute.
La decisione della Corte non preoccupa però Nintendo, la quale sostiene di non aver mai violato i diritti dei brevetti, perché non validi; pertanto Nintendo si rivolgerà nuovamente al Tribunale Distrettuale e al Tribunale di Appello per perorare le proprie ragioni sul piano legale.