Destiny 2: vendite fisiche più basse del 50% rispetto l’originale
Le vendite delle copie fisiche di Destiny 2 di Bungie durante il suo primo mese sul mercato sono ben al di sotto delle aspettative negli Stati Uniti. Secondo la NPD, che ha analizzato i dati di previsione di vendita da parte di tre analisti di Wall Street, le vendite fisiche di Destiny 2 durante il mese di lancio sono più basse di oltre il 50% rispetto al suo predecessore.
Il gruppo NPD ha notato che il calo nelle vendite negli Stati Uniti è simile al calo del 58% che Destiny 2 ha avuto durante la sua prima settimana sul mercato Britannico sempre rispetto al capitolo precedente. l’analista Michael Olson della Piper Jaffray, in aggiunta al bollettino del NPD, dichiara «il mese di lancio di Destiny 2 è stato a corto dell’iterazione originale in una quantità poco indifferente».
L’analista Michael Patcher di Wedbush ha anche notato che le vendite del sequel sono state “deludenti” e che i dati del gruppo NPD sono più bassi del 37% rispetto alla sua previsione iniziale. Ovviamente, è giusto ricordare che questi dati si basano solamente sulle vendite fisiche del gioco e non prendono in considerazione quelle digitali per la quale la saga di Destiny è nota. Per il rilascio su PC tramite la piattaforma Battle.net, in programma per il 24 Ottobre, è possibile che ci sia un’impennata per le vendite di questo mese.
Destiny 2
Destiny 2 non è certo un gioco da recensire dopo poche ore di gameplay: bisogna dedicargli il giusto tempo per scoprire e completare la maggior parte delle missioni sia primarie che secondarie e fare la conoscenza più approfondita di attività un po’ più complesse come gli Assalti, il CalalaNotte o L’Incursione.
È per questo motivo che ho voluto scrivere questa recensione dopo giorni di prova e soprattutto dopo l’uscita delle attività end-game come il raid e le ProvedeiNove.
Ma, adesso che ogni angolo è stato esplorato, veniamo un po’ a questo nuovo, succulento titolo di Bungie.
Il 9 settembre 2014 fa ha fatto la sua comparsa il primo capitolo e, a distanza di ben 3 anni dall’uscita del suo celebre FPS, Bungie torna con il sequel di uno shooter sci-fi che ha lasciato il segno con componenti RPG e soprattutto con una marcata impostazione social.
Il nuovo capitolo firmato Bungie è stato presentato durante una live tenutasi su Twitch il 31 marzo 2017, live streaming che è stata preceduta da un piccolo trailer che accennava la trama che avremmo trovato in Destiny 2.
Infatti, essendo un sequel, i fatti accaduti durante i 3 anni di Destiny si riprendono anche nel secondo capitolo, ma Bungie ha fatto sì che anche chi non avesse mai giocato Destiny e quindi non conoscesse approfonditamente la lore potesse senza problemi, seguire la trama, che risulta molto piacevole e intrigante.
Una delle caratteristiche che ha lasciato insoddisfatti moltissimi giocatori nel primo capitolo è stata infatti la storia, che presentava buchi di trama e una pessima narrazione, ma con Destiny 2 Bungie è riuscita a colmare in gran parte questo vuoto, creando una trama avvincente e allo stesso tempo lineare e ben strutturata. La nostra avventura comincia con il rapimento, da parte della Legione Rossadei Cabal, del Viaggiatore, figura misteriosa che ha donato alla Terra e agli esseri umani la Luce, una forza che ha creato i Guardiani, fornendo loro dei poteri sovrannaturali, come lo Spettro che riesce a riportare in vita il proprio guardiano.
Il rapimento del Viaggiatore, però, ha causato la perdita di questo potere e l’attacco dei Cabal, guidati dal comandante Ghaul, ha solo peggiorato le cose, creando un mondo senza Luce e pieno di distruzione.
Il piano di Ghaul non è quello di distruggere il Viaggiatore, ma quello di impossessarsi della Luce e usarla per creare un esercito Cabal immortale.
Le circa 15 missioni di storia sono parecchio lunghe, se paragonate a quelle di Destiny, e regalano più di 12 ore di gioco. Anche la trama è migliorata moltissimo, si nota una più grande attenzione verso il metodo di narrazione, inserendo varie cutscene che riescono a raccontare e a rispondere a molti interrogativi che aveva lasciato il precedente capitolo. L’ottima trama è sorretta da una personalizzazione dei personaggi che è indubbiamente eccellente. La longevità della storia è sorretta da molte missioni secondarie, chiamate Avventure, che ci offrono parecchie altre ore di gameplay. Le avventure sono sparse per tutti i pianeti/satelliti che visiteremo, ma molte missioni faranno riferimento ad avvenimenti accaduti durante il primo capitolo, quindi, se non si è a conoscenza della lore di Destiny, alcune parti potranno presentarsi poco chiare, ma non più di tanto, visto che i riferimenti sono superficiali e semplici, dato che Bungie ha voluto mantenere un legame con la storia dietro Destiny rendendo fruibile a tutti il contenuto del secondo capitolo.
La nostra avventura ci porterà a visitare i satelliti Titano, Nessus e IO e, come nel primo capitolo, il pianeta Terra.
Titano, luna più grande di Saturno, è stato invaso dall’Alveare. La particolarità di Titano è quella di non avere una terra ferma, e la nostra avventura si svolgerà all’interno di una gigantesca stazione di estrazione del metano. Nessus è invece un asteroide che orbita attorno al Sole, a Giove e a Nettuno: questo planetoide sarà colonizzato dai Vex, che lo hanno reso simile a Venere. Su Nessus faremo la conoscenza di FailSafe, la simpatica voce che ci ha accompagnato durante la Beta.
Ultimo satellite che incontreremo sarà IO, satellite naturale di Giove, in cui troveremo basi cabal e incontreremo anche i caduti.
In questi luoghi si potranno svolgere, oltre alle missioni secondarie, anche delle speciali attività chiamate “Settori perduti“, che prevedono l’arrivo di orde nemiche e un mini-boss da sconfiggere per poi aprire la cassa che custodisce.
Queste attività rendono sicuramente il gameplay di Destiny 2 molto più duraturo, si potranno contare circa 50 ore di gioco, per completare tutte le attività principali e non, se contiamo anche la possibilità di creare altri 2 personaggi e quindi rifare queste attività, la durata complessiva del titolo si triplica.
Se Bungie, tramite trama, narrazione e ambienti, è riuscita a migliorare quello che era il progetto iniziale di Destiny, con il Crogiolo (modalità PvP) ha fatto qualche passo indietro, creando un ottimo e divertente gunplay, ma al contempo lasciando al giocatore ben poca scelta delle attività. Il gunplay del primo capitolo è stato completamente stravolto: non ci sono più scontri 6v6 o 3v3, ma tutte le partite si svolgono con una squadra composta da 4 giocatori, quindi un 4v4; la disposizione delle armi è cambiata, adesso fucili a pompa, fucili di precisione e fucili a fusione appartengono alla categoria delle “Armi distruttive“, lasciando il posto ai fucili automatici, a impulsi, da ricognizione e ai cannoni portatili, che occuperanno il primo slot e il secondo.
Le modalità che potremo scegliere saranno: “Partita Veloce” e “Partita Competitiva“. Partita Veloce ci farà giocare a modalità come “Scontro” o “Controllo“, mentre l’altra playlist ci darà l’opportunità di lanciarci in attività competitive come “Detonazione” o “Sopravvivenza“.
Il tutto è accompagnato dai commenti di Lord Shaxx che ci divertirà con le sue stravaganti frasi ad effetto ed esilaranti esultanze.
Per salire di potere, Destiny 2 ci offre la possibilità di esplorare i nuovi satelliti e affrontare eventi pubblici, missioni secondarie e Settori Perduti per poter ricevere armamenti più potenti, ma è qui che arriva il tasto dolente: il Farming. Il grinding è diventato molto semplice, basta completare una partita nel Crogiolo (sia vinta che persa), un evento pubblico o una qualsiasi attività per poter ricevere armamento raro o leggendario, quindi basta ripetere queste attività per riuscire a salire velocemente di livello.
Ma il grande problema è il loot-system che, sì, riesce a regalarti armamenti più forti, ma non gratifica per niente. Tutti possono ricevere un loot più potente del tuo anche se hanno fatto una pessima partita in Crogiolo, perdendo.
Passando all’aspetto tecnico di Destiny 2, non si può non soffermarsi sul motore grafico utilizzato che è lo stesso del precedente capitolo, ma con modelli poligonali dei vari nemici, personaggi e NPC completamente rivisti. Adesso le skin sono molto più curate e dettagliate, così come gli ambienti, molto più vasti, godono di giochi di luce e ombre che rendono il tutto un po’ più realistico il titolo.
La grafica rende il gioco molto più piacevole agli occhi, regalando a Destiny 2 un tocco di “next-gen”, anche se il gioco continua a girare a 30 FPS fissi anche sulle console più potenti come PS4 Pro e Xbox One X.
Eccellente anche il comparto sonoro, con soundtrack che ben si amalgamano alle ambientazioni e ai ritmi di gioco, creando un’atmosfera che contempera benissimo l’elemento epico con il mistero che permea l’intera storia.
Bungie ci ha viziati con le magnifiche soundtrack di Destiny, e continua a farlo con questo nuovo capitolo, con le composizioni di Michael Salvatori, Skye Lewin, Paul Johnson, Rotem Moav e Pieter Schlosser.
Bungie ha saputo imparare dagli errori commessi nel primo Destiny ed è ritornata con un secondo capitolo bello, avvincente ed equilibrato, con una buona trama e un gameplay unico.
Anche un neofita riuscirà a godersi l’enorme panorama di attività che Destiny2 offre, riuscendo ad ammaliare la maggior parte dei giocatori con un mix di trama, gameplay e con un comparto tecnico davvero ben congegnato.
GameCompass – Destiny 2 (02×03)
Destiny è tornato in un secondo capitolo che non risparmia emozioni e azione: ce ne parlano Gero Micciché, Dario Gangi e Vincenzo Zambuto in una puntata totalmente dedicata all’ultimo lavoro di Bungie, con uno speciale sulle origini della saga e una selezione delle migliori lore del mondo videoludico.
Le origini di Destiny
Destiny è probabilmente uno dei titoli più ambiziosi mai creati. L’opera di Bungie – sviluppatore conosciuto soprattutto per la serie in esclusiva Xbox Halo – ha avuto un percorso lungo e travagliato già dagli albori, quando la software house americana mosse i primi passi nel mercato videoludico.
Dall’inizio al destino
Dopo la creazione di Gnop!, vero e proprio clone del celebre Pong, nel 1990, si decise di passare a qualcosa di più complesso, uno sparatutto bidimensionale denominato Operation Desert Storm che contribui alla creazione della Bungie, così come la conosciamo oggi. Ma il titolo della svolta fu Pathways into Darkness, sparatutto in prima persona che ebbe un forte impatto sul mercato, divenendo uno dei titoli più venduti nel 1993.
Bungie finalmente crebbe in popolarità e grandezza, aprendo delle succursali in grado di ampliare il lavoro. Questo portò alla creazione di Oni, primo titolo su console che, nel 1999 vinse il Game Critics Award come miglior gioco azione/avventura. La pubblicazione effettiva avvenne però nel 2001, su PlayStation 2, PC e MacOS e consisteva nell’unione – inedita sino a quel momento – di sparatutto in terza persona e combattimenti corpo a corpo. Prendeva ispirazione da capisaldi della fantascienza come Ghost in the Shell ma, nonostante ciò, fu un flop commerciale, tanto che la succursale californiana di Bungie fu costretta a chiudere dopo soli quattro anni.
Il nuovo millennio avvenne un fatto importante: Microsoft decise di acquistare la software house statunitense per 30 milioni di dollari. Questo diede vita ad una delle partnership più fruttuose degli ultimi anni, ponendo le basi al progetto più ambizioso fino a quel momento: Halo. Halo: Combat Evolved fu un titolo che segnò un’epoca e da allora, gli sparatutto in prima persona, non furono più gli stessi. Fu in tutto e per tutto una killer application per la nuova Xbox e portò tantissime innovazioni nel genere che oggi si danno per assodate, come l’utilizzo di mezzi sul campo, l’HUD posto direttamente sull’arma e un’IA fuori dal comune. Il successo di Halo però non impedì al fondatore di Bungie, Alex Seropian, di lasciare il posto, sentendosi ingabbiato sul piano creativo da una casa pressante come Microsoft. Questo non impedì comunque alla software house di bissare il successo, prima con Halo 2, poi con Halo 3, fino al 2007, anno in cui la partnership cessò.
Bungie voleva assolutamente lavorare su qualcosa di nuovo, di inedito, e fu così che si avviarono i progetti per Tiger, conosciuto successivamente col nome di Destiny.
Un romanzo videoludico
Il progetto Tiger era già avviato durante l’uscita di Halo 3, ma la partnership con Microsoft non era ancora del tutto conclusa. Infatti erano previsti altri due titoli dedicati alla saga: Halo 3:ODST e Halo: Reach. È proprio ODST che però comincia a suscitare curiosità da parte del pubblico: proprio all’interno del gioco a un certo punto è possibile osservare un poster, in cui sono raffigurate la Terra e quella che, a un primo sguardo, sembrerebbe la Luna. Facendo più attenzione però, ci si accorge che le proporzioni sono del tutto sbagliate e la Luna è molto diversa da ciò che siamo abituati a vedere. La scritta d’accompagnamento “Destiny Awaits”, non lascia alcun dubbio: Bungie sta portando avanti il suo titolo più ambizioso, che dopo qualche anno vedrà finalmente la luce.
Proprio quella simil-Luna si rivelerà essere Il Viaggiatore, figura centrale per la lore di Destiny:
Centinaia di anni nel futuro, l’umanità è riuscita a raggiungere e colonizzare l’intero Sistema Solare. È un’epoca d’oro ma un enorme cataclisma, denominato Oscurità, costrinse gli uomini a barricarsi sul pianeta natio, anche a causa l’arrivo di numerose specie aliene, cominciando così una lunga guerra. Ma un’entità, Il Viaggiatore, combatté contro l’Oscurità, permettendo agli ultimi superstiti di salvarsi e rifugiarsi nell’ultima città umana rimasta. Il Viaggiatore sovrasta questa città e alcuni abitanti, i Guardiani, usano la Luce, potere donatogli dell’immensa e misteriosa struttura, per difendere l’ultima roccaforte umana.
Ma la struttura narrativa di Destiny ricopre molti più anni e, come per i titoli From Software, è ricca di sfaccettature e profondità. Se, all’inizio del gioco, vediamo un’umanità in continua lotta per la sopravvivenza, gli eventi che hanno dato moto a tutto ciò cominciano miliardi di anni prima, epoca in cui una razza aliena, l’Alveare, comincia a combattere in nome dell’Oscurità, compiendo numerose stragi. Influisce anche il declino dei cosiddetti Caduti, popolo rigoglioso millenni prima dell’uomo ma crollato in disgrazia per via dell’espansione dell’Impero Cabal, che arriverà a lambire il pianeta Terra, avanzando sui territori marziani.
Tutti questi eventi – e tanti altri – diventano così un’enorme SpaceOpera, suddivisa in capitoli e potenzialmente infinita.
Per mettere in atto tutto ciò, bisognava erigere una struttura accurata e una direzione artistica che facesse spiccare il titolo tra il marasma di videogiochi presenti. Ecco così che Christopher Barrett, il direttore artistico, e Joseph Staten, direttore del design, immaginarono un universo che mescolava sapientemente il puro fantasy con elementi di fantascienza caratteristici, come navi e viaggi spaziali e alieni. Il risultato sono ambienti di gioco con una loro personalità, ricchi di dettagli diversi ed elementi al cui il giocatore può interfacciarsi, familiari nonostante il tempo trascorso.
Ma, in un Sistema Solare così espanso l’identità visiva doveva essere univoca: trovarsi sulla Luna o in un satellite di Giove, doveva risultare familiare, dando la sensazione di trovarsi in un mondo coerente e credibile.
Destiny si presenta dunque come un titolo complesso, anche per la scelta del nostro alter ego digitale e per le diverse classi presenti. Si tratta pur sempre di uno sparatutto in prima persona, che ci offre la scelta di vestire i panni dei Titani, i più corazzati, dei Cacciatori, esploratori e sicuramente più agili dei primi, e degli Stregoni, meno corazzati ma in grado di utilizzare al meglio i poteri del Viaggiatore. Anche le armi hanno qualcosa di speciale: disegnate da Tom Doyle, uno dei migliori 3D Artist del settore, fucili, pistole e pugnali, pur essendo un’evoluzione di quelle classiche utilizzate in tutti i FPS, hanno una loro identità e soprattutto contestualizzate alla razza e alla classe che utilizzeremo o affronteremo.
Uno dei punti forti del titolo risiede però nella colonna sonora, realizzata da Martin o’Donnell con la partecipazione nientemeno che di PaulMcCartney, in due intensi anni di lavoro, con uno studio attento sulle tonalità da assumere, vicino sì agli stilemi della fantascienza ma non troppo, con influenze fantasy e temi corali ed epici che avvolgono il giocatore enfatizzando i momenti adrenalinici e di meraviglia.
Destiny è stato un titolo controverso alla sua uscita: le premesse fatte non furono esattamente rispettate e ci vollero numerosi aggiornamenti e contenuti aggiuntivi prima di veder finalmente realizzato il sogno di Bungie, un universo vivo, cinematografico e in grado di far sognare tutti i videogiocatori.
Destiny 2: Raid, Xur, Clan e DLC
Destiny 2 è ormai uscito e adesso si aspetta con ansia l’arrivo della nuova incursione, le prove di Osiride e soprattutto l’arrivo dell’agente dei Nove: Xur. Bungie ha annunciato che la nuova incursione, che si chiamerà “Il Leviatano” e si potrà giocare dal 13 settembre. Come siamo stati abituati a Destiny, il nuovo raid si potrà giocare con una squadra di 6 giocatori che si impegnerà nello sconfiggere il comandante della temibile legione rossa Ghaul.
Ancora non è stato annunciato il livello di luce che bisogna possedere per partecipare, ma con molta probabilità si scoprirà durante la giornata di mercoledì, per l’occasione dell’apertura del raid.
Per chi invece si volesse fiondare nella modalità competitiva di Destiny 2 dovrà aspettare solo un paio di giorni, infatti il 15 settembre si darà inizio alle Prove dei Nove, modalità competitiva del crogiolo che prevede un match 4v4 in cui ogni vittoria e ogni sconfitta verranno conteggiati in un biglietto che servirà per entrare in queste ultime. Al raggiungimento di 7 vittorie e 0 sconfitte si potrà raggiungere il Faro in cui si troverà una cassa che premierà tutta la squadra.
Lo stesso giorno vedremo il ritorno del NPC più amato e allo stesso tempo odiato, stiamo parlando dell’agente dei Nove, Xur che porterà, come di consueto, armi e armature esotiche, che potremo acquistare in cambio di una nuova valuta: i frammenti leggendari, rimpiazzando le strane monete, presenti in Destiny.
Per chi si chiedesse che fine abbiano fatto i clan, ieri ha ricevuto la risposta. Infatti l’8 settembre si sono attivate le missioni del clan, che prevedono il completamento di specifiche missioni o attività per garantire un premio a tutti i membri del clan a cui si appartiene. Le attività che si potranno svolgere per sbloccare gli engrammi leggendari sono:
Terminare un assalto con almeno 2 componenti del clan;
Terminare l’incursione con almeno 3 membri del clan;
Terminare una partita nel crogiolo con un componente del clan;
Completare un biglietto perfetto delle Prove dei Nove con 2 membri del clan.
Nelle ultime ore è stato annunciato anche il nome e i contenuti del primo DLC, che arriverà durante il mesi di dicembre.
Il nome sarà La Maledizione di Osiride e prevederà, oltre a nuove missioni, nuovo armamento, anche l’esplorazione di Mercurio e della sua Foresta Infinita.Ecco qui il calendario del mese di settembre, pubblicato durante il Bungie Weekly Update, che annuncia l’arrivo dello Stendardo di Ferro durante il mese di Ottobre.
Blizzard rinomina nuovamente Battle.net
Dopo aver dato l’annuncio lo scorso settembre sul sito di World of Warcraft, nel quale dichiarava di voler abbandonare il nome Battle.net, Blizzard ci ripensa e torna sui propri passi. «Quando abbiamo annunciato di voler cambiare il nome del nostro servizio di gaming online, abbiamo avuto il sospetto che il cambiamento sarebbe stato impegnativo, abbiamo capito che Battle.net rappresenta anni di condivisione e divertimento, rappresenta amicizia e comunità per tutti noi e per i nostri giocatori.»
Blizzard aveva causato qualche agitazione lasciando il nome Battle.net a favore di un più generico Blizzard. Ma il cambio di nome ha creato più confusione qualche mese fa, quando Activision ha annunciato di voler portare Destiny 2 sulla piattaforma. Il publisher infatti si è riferito al servizio come Battle.net e non col nome Blizzard, lasciando intendere che Blizzard fosse tornata al nome originale.
«Per fugare ogni preoccupazione stiamo unificando il marchio Blizzard a Battle.net nel nostro logo dedicato al servizio e in generale quando ci riferiamo a quest’ultimo.»
Destiny 2: la campagna conterrà circa 80 missioni e durerà più di 50 ore
Edge Magazine 310, nota testata videoludica, ha rilasciato delle informazioni, molto interessanti riguardanti la quantità di missioni e la durata dell’intero Destiny 2.
Il titolo offrirà ai Guardiani la possibilità di giocare più di 80 missioni tra raid, assalti e storia, offrendo più di 50 ore di gameplay. Inoltre, per potenziare al massimo il nostro personaggio, si spenderanno altre 5 ore, per un totale di 55 ore di gioco; quasi il triplo del precedente capitolo, rendendo il gioco molto più longevo.
La beta di Destiny 2 arriverà il 28 agosto su PC e terminerà il 31 agosto, mentre per console si aspetta il rilascio del gioco completo che avverrà il 6 settembre. Gli utenti PC, invece, dovranno aspettare fino al 24 ottobre.
Destiny 2 bloccherà l’utilizzo di OBS, Discord e altre applicazioni
Destiny 2 sbarcherà anche su PC il 24 ottobre e già molti giocatori stanno pensando ai probabili cheater che incontreranno durante la loro avventura, ma Bungie ha annunciato che, per evitare l’immissione di codici esterni nel client di gioco e, quindi, che si possa barare, Destiny 2 bloccherà alcune delle più famose applicazioni utilizzate dagli utenti.
La lista contiene software di registrazione usati da normali giocatori o da streamer, come OBS e XSplit. Applicazioni come Dxtory e Razer Cortexsaranno bloccate, come Discord e Mumble (applicazioni di comunicazione), EVGA Precision XOC, MSi Afterburner e FRaps (applicazioni per monitoraggio Software e Hardware) non saranno compatibili con Destiny 2.
Ma applicazioni come NVIDIA Shadowplay e AMD ReLivesi potranno utilizzare per streaming, cattura schermo e per monitoraggio Hardware e Software.
Questa scelta non renderà felici tutti, soprattutto gli streamer, ma salvaguarderà tutti i giocatori PC, per garantire loro una tranquilla esperienza di gioco.
Vi ricordiamo che la beta PC inizierà il 28 agosto, per chi avrà effettuato il preorder, il giorno dopo per tutti gli altri e finirà il 31 agosto.
Destiny 2: annunciata una limited edition del dualshock 4 e nuovi bundle
Da poche ore PlayStation.Blog ha annunciato che il 6 settembre sarà rilasciata una limited edition del Dualshok 4, che avrà i loghi delle 3 classi e sul touch pad il logo di Destiny 2, in colorazione bianca con le scritte color oro.Oltre all’edizione limitata del Dualshock 4, PlayStation avrà anche diversi nuovi bundle:
PlayStation 4 Pro Jet Black + Destiny 2
PlayStation 4 Pro Glacer Withe + Destiny 2
PlayStation 4 Slim 1TB Jet Black, Dualshock 4 extra e una copia del disco Blu-ray di Destiny 2
PlayStation 4 Slim 1TB Jet Black e una copia del disco Blu-ray di Destiny 2
PlayStation 4 Slim 500GB Jet Black e una copia del disco Blu-ray di Destiny 2
Tutti questi Bundle e Limited Edition del Dualshock 4 saranno disponibili il 6 settembre, data d’uscita di Destiny 2
Destiny 2: Bungie annuncia la data della beta per PC e i requisiti di sistema
Dopo la beta che si è tenuta per console dal 18 luglio, Destiny 2 farà il suo ingresso nella Master Race. Infatti Bungie ha annunciato le date e i requisiti minimi e consigliati per poter giocare alla beta di Destiny 2 anche su PC.
La fase di beta inizierà il 28 agosto, con l’accesso anticipato per chi ha prenotato il gioco, mentre l’open beta inizierà un giorno dopo, il 29 agosto e terminerà il 31 dello stesso mese.
Bungie ha rilasciato anche i requisiti minimi e quelli consigliati e anche gli acquisti da fare per chi volesse fare un upgrade al proprio PC per far girare al meglio Destiny 2.