Gero Micciché, Simone Bruno e Vincenzo Zambuto in una puntata totalmente dedicata al Made in Italy, con una videorecensione di Last Day of June, ultimo lavoro di Ovosonico, scritta da Giosuè Raguccia e letta da Sabrina Santamaria, una cronistoria dei videogame in Italia dagli albori a oggi a cura di Marcello Ribuffo e, in chiusura, l’immancabile Top 5 a cura di Gero Micciché dedicata ai migliori videogame italiani di sempre.
Top 5: I migliori 5 videogame Made in Italy
Lo sviluppo di video game è stato sin dagli albori appannaggio principalmente di sviluppatori giapponesi e statunitensi, ma anche l’Europa ha detto la sua con risultati a volte sorprendenti. La produzione videoludica in Italia non è di certo fra le più fervide, ma anche il Bel Paese ha espresso vari titoli interessanti e fra questi ne abbiamo selezionati 5 davvero indimenticabili.
Al quinto posto abbiamo Diabolik: The Original Sin, tratto dal noto fumetto delle sorelle Giussani, il titolo mette il giocatore nei panni di Eva Kant prima e di Diabolik poi, mettendo in scena una storia dalla fluida giocabilità e dalla trama curata, nella quale non mancherà l’ispettore Ginko a metterci i bastoni fra le ruote.
Al quarto posto abbiamo Nippon Safes Inc.: sviluppato dai genovesi di Dynabite, il gioco ci mette nei panni di 3 personaggi. Interamente ambientata a Tokyo, Nippon Safes è un’avventura dalla grafica dai contorni fumettosi molto ben curata, con una trama non lineare ma solida e con un umorismo intelligente che legano sapientemente i ritmi della commedia a quelli della crime story.
Al terzo posto troviamo The Watchmaker: pubblicato nel 2001 da Trecision, si tratta di un videogame investigativo dai tratti paranormali che riesce a offrire buoni dialoghi, enigmi di riguardo e una bella trama, regalando un’avventura grafica che in molti ricordano ancora oggi.
Al secondo posto troviamo un grande classico dei giochi di guida all’italiana, Screamer: nato negli studi di Graffiti (azienda oggi internazionalmente conosciuta come Milestone) era un gioco di guida arcade che richiamava Ridge Racer e che godeva di una buona grafica, bei colori e di una buona longevità, al punto da guadagnarsi le lodi della critica internazionale. Questo gioco seguirono Screamer 2 e Screamer Rally, ma il progetto finì lì, perché Milestone decise di sviluppare soltanto giochi su licenza, fino ad arrivare nel 2000 a un altro grande successo con Superbike.
E il primo posto va a una delle poche avventure grafiche italiane che sono davvero riuscite a rivaleggiare con i giganti di oltre oceano: stiamo parlando di Tony Tough and the Night of Roasted Moths, avventura dalla grafica ben curata e cartoonesca e che gode di enigmi intriganti, di una trama molto ben congegnata, di dialoghi straordinari e di un charachter design che rende il protagonista e altri personaggi di contorno davvero indimenticabili. Sicuramente una pietra miliare delle avventura italiana, che trovò anche un sequel in Tony Tough 2: A Rake’s Progress, pur non godendo dello stesso successo.