Ninja Theory e il “pericolo” Microsoft

Come abbiamo appreso durante l’ultima conferenza E3 di casa Microsoft, l’azienda americana ha voluto ampliare la propria potenza di fuoco, acquisendo e mettendo sotto la propria egida diverse software house che non avevano ancora grossi finanziatori alle spalle. Inutile dire che il più rilevante, il nome più chiacchierato, sia Ninja Theory, che recentemente è riuscita a raccogliere enormi apprezzamenti grazie al suo ultimo capolavoro Hellblade: Senua’s Sacrifice, un gioco sconvolgente, vincitore di diversi premi e straordinariamente sviluppato da poco più di 20 persone. Ninja Theory è dell’idea che giochi come questo sarebbero classificabili come “indie AAA” – o tripla A in gergo – Hellblade: SS è la prova che non è sempre necessaria una grossa casa alle spalle e che questa sia la direzione giusta per essere competitivi.

Non è difficile capire perché Ninja Theory sia stata abbracciata da Microsoft: per far fronte alla enorme quantità di titoli first party della controparte Sony, il colosso americano doveva necessariamente allargare i propri orizzonti, e quale miglior modo se non quello di acquistare una delle software house più promettenti del momento? Il developer inglese è stato scelto in base a diversi parametri, quali l’ottimo settore narrativo, lo sviluppatissimo sistema mocap (motion capture) e un lavoro globale di grande qualità, fra un ottimo team interno e collaboratori come Andy Serkis e Alex Garland che hanno impreziosito il piano narrativo dei lavori di Ninja Theory, titoli che hanno lasciato il segno nella old generation come Heavenly Sword, Enslave: Odyssey to the West, DmC: Devil May Cry.

Anche dopo l’acquisizione, la software house ha manifestato l’intenzione di difendere strenuamente il proprio team, e in un’intervista rilasciata a Kotaku, il creative director Tameem Antoniades non risparmia una dichiarazione d’intenti sul futuro:

«Vogliamo essere liberi dalla trappola dei tripla A, vogliamo sviluppare titoli che siano incentrati sull’esperienza di gioco e non sulla monetizzazione. Vogliamo correre dei grandi “rischi creativi” per sviluppare giochi che possano definire un nuovo genere. Il nostro intento è quello di fare dei nostri giochi a modo nostro, non vogliamo che qualcuno ci dica cosa o come dobbiamo fare. Soprattutto  vogliamo continuare a fare quello che vogliamo, è un modo di proteggere il nostro team, la nostra cultura e la nostra identità perché, finora, tutto ciò ha costituito l’essenza di Ninja Theory. In parole povere, stiamo chiedendo la completa indipendenza creativa.»

A questo punto il direttore commerciale, Dominic Matthews, aggiunge:

«La risposta di Microsoft è stata, a tal proposito, che possiamo fare quello che vogliamo, ma che se lo desideriamo potremo appoggiarci al loro reparto commerciale o avere un team di supporto, o ancora utilizzare il reparto di R&D Technology e avere un completo supporto per fare più di quello che vogliamo e come noi lo vogliamo.»

Proprio per questo motivo, in ragione della promessa di Microsoft di garantir loro la libertà creativa combinata a una maggiore stabilità economica, il team di Antoniades è stato ben felice di entrare a far parte del gigante di Redmond.
A questo punto la domanda è se Microsoft, investendo denaro sulla software house britannica, lascerà davvero a Ninja Theory tutta la libertà promessa, o se le esigenze di mercato costringeranno a paletti e limitazioni.

A diverse promettenti software house non è andata benissimo una volta entrate nell’organico di Microsoft. Neanche a dirlo, Rare era una pietra preziosa tra le case di sviluppo britanniche, ma dopo l’acquisizione da parte della casa di Redmond non sono andate per il meglio, fino a essere relegata per anni nello sviluppo di avatar e di giochi per Kinect, tornando solo di recente con Sea of Thieves. Di certo in molti ricorderanno un’altra perla britannica, quella Lionhead Studios che diede alla luce a uno dei migliori RPG di sempre, Fable. Quando nel 2006 lo studio venne acquisito da Microsoft, per i successivi 10 anni fu impegnato nello sviluppo dei sequel di Fable, fino a che non gli venne imposto di lavorare anche a un ulteriore gioco per Kinect, Fable Legends. A quanto pare Microsoft pretese che lo studio lavorasse al progetto nonostante questi obiettassero di non avere alcuna esperienza su questo tipo di sviluppo, seguendo la tendenza del fornire necessariamente i “giochi come servizio”. Ne scaturì che, dopo anni di sviluppo, ovviamente problematici, nel 2016 Microsoft decise di chiudere lo studio e annullare di conseguenza anche il progetto Fable Legends.

Questo trend è stato la principale causa della chiusura di Lionhead, una delle software house più promettenti della storia videoludica. Alla luce dei fatti odierni e di come Kinect si sia man mano defilato dalla scena, possiamo dire che sia stata una delle sviste più grandi di sempre. È giusto notificare che le nuove console della casa, Xbox One S e Xbox One X, hanno “sacrificato” la porta per la periferica Kinect, per una questione stilistica di spazi ridotti, costringendo i già pochi possessori dell’accessorio, a dover spendere altro denaro per l’acquisto di un adattatore esterno. Al momento i giochi new-generation compatibili con la periferica si contano sulle dita di una mano.

Probabilmente è proprio alla luce di questi avvenimenti che i fan di Ninja Theory si sono tanto preoccupati per la loro scelta. Ovviamente speriamo davvero che Microsoft manterrà le sue promesse e che valorizzi i creatori di Hellblade, ma c’è da chiedersi per quanto tempo. Cosa succederebbe se il prossimo titolo della casa non riuscisse a vendere quanto sperato? Microsoft lascerebbe comunque lo spazio creativo promesso, oppure intercederebbe prendendo le redini dello sviluppo futuro?

Ninja Theory adesso ha accesso a una fonte ingentissima di investimenti ma , come scrive Orson Welles, «l’assenza di limitazioni è nemica dell’arte». E a ben vedere, parole simili le usò anche Antoniades per Hellblade:

«Io credo sia stata la forte mancanza di fondi e forza lavoro a rendere questo gioco innovativo, questo, ha reso anche il team innovativo.»

C’è da sperare che l’abbondanza non sia quindi controproducente per i ragazzi di Ninja Theory e che possa essere solo un apporto positivo per i loro progetti futuri, augurando loro di sfatare anche quella che in parte sembra essere una maledizione di Microsoft di cui sono state vittima promettenti software house.




Top 5: le migliori uscite di Agosto 2017

Ad Agosto si è tutti in vacanza, ma l’industria del gaming lavora sodo anche sotto l’ombrello, regalandoci anche questo mese svariati titoli fra i quali la redazione di GameCompass ha selezionato i migliori in questa TOP 5:

Al quinto posto abbiamo Sonic Mania, dove il mitico porcospino blu ritorna in compagnia di Tails e Knuckles in un’avventura che unisce magistralmente classicità e innovazione, dimostrando in termini di meccaniche e di level design che i grandi giochi di un tempo hanno ancora molto da insegnare ai videogame contemporanei.

Al quarto posto abbiamo l’italianissimo Last Day of June, dove i ragazzi di Ovosonico sono stati capaci di trasmettere forti emozioni e di trattare con grande intensità tematiche dense quali l’amore, la morte e i ricordi, il tutto con una grafica minimale, ben curata che gode di un ottimo comparto artistico.

Al terzo posto abbiamo il ritorno di Uncharted con L’Eredità Perduta, espansione stand-alone del 4° capitolo della saga che per la prima volta non vede Nathan Drake come protagonista ma due donne, Chloe Frazer e Nadine Ross, che partiranno per i monti dell’India alla ricerca della “Zanna di Ganesh”. Il gioco conferma gli standard a cui Naughty Dog ci ha abituati risultando un titolo dove la grande narrazione si unisce a un comparto tecnico di alto livello che fa della grafica uno dei suoi punti forti.

E il secondo posto è un titolo che ha fatto molto parlare di sé, Hellblade: Senua’s Sacrifice, straordinario saggio sulla follia frutto di un grande lavoro di studio di Ninja Theory, la quale è riuscita a sviluppare un titolo di ottima giocabilità e resa grafica che restituisce magistralmente anche dal punto di vista tecnico il disturbo della schizofrenia.

Ma il vincitore della nostra top è un titolo a firma italiana: nato dalla joint venture fra Ubisoft e Nintendo, Mario+Rabbids: Kingdom Battle è stato interamente sviluppato negli studi milanesi della società transalpina, dove il game designer Davide Soliani e il suo team hanno sviluppato un piccolo gioiello strategico che prende le mosse da classici del genere del calibro di XCOM per poi definire una sua propria identità, regalando all’universo di Mario e a quello dei Rabbids un capitolo che, per meccaniche e cura sul piano tecnico, meriterà di essere ricordato negli anni a venire.

Ed ecco di seguito le classifiche parziali per ogni redattore:Simone Bruno

  1. Mario+Rabbids: Kingdom Battle
  2. Sonic Mania
  3. Hellblade: Senua’s Sacrifice
  4. Observer
  5. Last Day of June

Andrea Celauro

  1. Sonic Mania
  2. Mario+Rabbids: Kingdom Battle
  3. Megaman Legacy Collection
  4. Patapon Remastered 3
  5. F1 2017

Emanuele Cimino

  1. Uncharted: L’Eredità Perduta
  2. F1 2017
  3. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  4. One Piece Unlimited World Red Deluxe Edition
  5. Last day of June

Dario Gangi

  1. Hellblade Senua’s Sacrifice
  2. Uncharted: L’Eredità Perduta
  3. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  4. Batman: The Enemy Within
  5. One Piece Unlimited World Red Deluxe Edition

Vincenzo Greco

  1. Uncharted: L’Eredità Perduta
  2. Hellblade: Senua’s Sacrifice
  3. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  4. F1 2017
  5. Yakuza Kiwami

Gero Micciché

  1. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  2. Hellblade: Senua’s Sacrifice
  3. Uncharted: L’Eredità Perduta
  4. Sonic Mania
  5. Last day of June

Marcello Ribuffo

  1. Hellblade: Senua’s Sacrifice
  2. Uncharted: l’Eredità Perduta
  3. F1 2017
  4. Mario + Rabbids: Kingdom battle
  5. Yakuza Kiwami

Alfonso Sollano

  1. Yakuza Kiwami
  2. Hellblade: Senua’s Sacrifice
  3. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  4. last day of June
  5. Uncharted: l’eredità perduta

Daniele Spoto

  1. Last Day of June
  2. Mario + Rabbids: Kingdom Battle
  3. Hellblade Senua’s Sacrifice
  4. I Pilastri della Terra
  5. Tacoma

Gabriele Tinaglia

  1. Hellblade Senua’s Sacrifice
  2. Agents of Mayhem
  3. Mario+Rabbits: Kingdom Battle
  4. Last Day of june
  5. Uncharted: L’eredità Perduta

Vincenzo Zambuto

  1. Agents of Mayhem
  2. Uncharted: L’Eredità Perduta
  3. Batman: The Enemy Within
  4. Hellblade Senua’s Sacrifice
  5. Mario + Rabbids: Kingdom Battle

La classifica finale vede dunque:

  1. Mario + Rabbids: Kingdom Battle (36 pt.)
  2. Hellblade Senua’s Sacrifice (35 pt.)
  3. Uncharted: L’Eredità Perduta (27 pt.)
  4. Last Day of June (12 pt.)
  5. Sonic Mania (11 pt.)



Gamecompass Summerplay #7

Pronti a entrare nei meandri più oscuri della mente? Gero Micciché, Simone Bruno e Daniele Spoto nell’ultima puntata di SummerPlay, edizione estiva di GameCompass, prendono le mosse da Hellblade: Senua’s Sacrifice di Ninja Theory per parlare della follia nei videogames.