L’ottimismo di Michael Pachter nei confronti di Star Wars Battlefront II

Durante gli ultimi due mesi, si è sentito parlare della polemica sulle lootbox in Star Wars Battlefront II. Questo ha avuto un effetto negativo sulle vendite e sulle entrate e costretto l’editore a rivedere le sue proiezioni. Sebbene la controversia abbia indubbiamente influito negativamente sulla performance di EA, l’analista di Wedbush Securities, Michael Pachter, è convinto che questa sia solo una situazione temporanea e che, dopo la tempesta, il gioco DICE potrebbe vedere giorni migliori. Parlando con CNBC, Pachter ha detto: «Anche se Star Wars Battlefront II ha avuto un debutto più debole del previsto in termini di vendite, crediamo che la lealtà dei fan di Star Wars, il fascino del gioco come regalo natalizio e l’uscita di Star Wars : The Last Jedi il 15 dicembre, possano avere effetto positivo sulle vendite del gioco». Resta da vedere se le previsioni di Pachter si dimostreranno affidabili. Star Wars Battlefront II è ora disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One.




Michael Pachter sostiene che i contenuti esclusivi siano inutili

Michael Pachter, noto analista di settore, ha detto la sua per quanto riguarda le esclusive temporali delle console.
PS4 si è accaparrata dei contenuti esclusivi di alcuni dei più famosi titoli multipiattaforma, come Call of Duty WWII, Destiny 2 e Battlefront 2, ma Pachter sostiene che siano inutili: anche se un possessore Xbox One non potrà usufruire dei contenuti nell’immediato questo non fa alcuna differenza, visto che dovrà giocare con amici che avranno una console Microsoft e che, come lui, non saranno in possesso del titolo, gli utenti Xbox dovranno solo aspettare 30 giorni, come nel caso dei DLC di Call of Duty, o 1 anno, come i contenuti esclusivi di Destiny 2.
Chi non possiede PS4 non cambierà console per poter giocare in anticipo un DLC o per avere un contenuto che sulla propria console arriverà in ritardo, dovrà solo aspettare per poi acquistare o ricevere quel contenuto e giocare con i propri amici. Quindi i contenuti temporali non sbilanceranno il mercato delle console, non influenzeranno i nuovi utenti che dovranno acquistare una console di ultima generazione. Chi non possiede una PS4 o una Xbox One sarà semmai influenzato dagli amici e, considerando i numeri delle vendite della console Sony,è probabile siano molti di più gli utenti che consiglieranno quest’ultima.
Pachter ha però precisato che un’esclusiva temporale che potrebbe costituire un’eccezione esiste: PlayerUnknown’s Battlegroundsche arriverà su console in esclusiva Xbox e poi, forse l’anno prossimo, sbarcherà su console Sony. Questo titolo potrebbe influenzare il mercato delle console, facendo innalzare le vendite di Xbox One. Secondo Pachter, PlayerUnknown’s Battlegrounds porterà ottimi risultati per la versione console, come lo sono già stati quelli su PC.




Secondo Michael Pachter i videogiochi giapponesi non contano nulla sul mercato

Il Giappone è un mercato che vede molte opere di rilievo in campo videoludico, titoli importanti come Persona 5, numerose saghe jrpg quali Fire EmblemFinal Fantasy e Shini Megami Tensei nascono nella terra del Sol Levante, diventandone oggi un’espressione culturale distintiva. Nonostante il grande numero di appassionati registrato dalle saghe orientali, il noto analista di settore Michael Pachter ha affermato, durante un’intervista a Gamingbolt, che i giochi giapponesi sono irrilevanti per il grande mercato.
Proprio riguardo le vendite di Persona 5, Pachter ha affermato: «Si sta parlando di 2 milioni di unità vendute, mentre una schifezza come Mafia 3 ha venduto 5 milioni di unità, nonostante faccia schifo. Quindi, no, 2 milioni di unità non rilevano a nulla: Nessuno sta facendoci dei soldi.»
Nella stessa intervista, Pachter chiarisce che Persona 5 gli è piaciuto molto, che è il gioco più “giapponese” in circolazione, ma che questo non c’entra con le scelte del mercato di massa: «Persona 5 è stato davvero il primo gioco nipponico – escluse le opere di Kojima e di Nintendo – che mi sia piaciuto in questi anni. Ma non credo sia importante. Giochi come Final Fantasy che vendono 8 o 10 o 20 milioni di copie sono eccezioni: i titoli giapponesi che in ultima analisi funzionano sono quelli come Metal Gear, quelli che hanno un appeal occidentale, e che quindi fanno presa sulle masse. I giochi giapponesi non hanno fascino sulle masse, e non si traducono bene in altre culture. Detto questo, sono convinto che Persona 5 non abbia tradito le aspettative di Atlus, la quale credo sia felice dei 2 milioni di unità vendute, che per loro rappresentano un successo»

Ma allora come fa Nintendo ad avere successo nonostante non si “pieghi” all’estetica occidentale? Pachter se lo spiega così:
«Direi che Nintendo è l’eccezione che dimostra la regola: se tu fossi un marziano», dice l’analista al suo intervistatore «e non avessi mai visto un videogioco prima, e io ti mostrassi un gioco Nintendo e in parallelo Persona 5 o Final Fantasy, non diresti mai che provengono dallo stesso luogo. Non sembrano affatto uguali. Nintendo ha un proprio stile, proprio come i disegni Disney, c’è qualcosa di totalmente diverso. Non so cosa sia, sarà il fatto che il divertimento offerto da Nintendo è accessibile, familiare, bizzarro. Guarda che polemica è scoppiata all’E3 perché Mario impugnava una pistola in Mario+Rabbids, è un elemento fuori dallo stile Nintendo, che ormai è conosciuto da chiunque. Nintendo è una società completamente diversa, è la cosa più vicina a Disney che ha il Giappone, sfuggono alle regole convenzionali. Sono l’eccezione che dimostra la regola, nessuno in Giappone fa niente di simile, a eccezione di forse Sonic»
Insomma, a parte quelli della grande N, titoli come Persona, Nier e Nioh, o gli stessi Souls, non conterebbero poi tanto in termini di mercato, non quanto i giochi tripla A occidentali.