Scribblenauts Showdown

Dopo la disastrosa cancellazione di Scribblenauts: Fighting Worlds, 5th Cells ci ritenta con Scribblenauts Showdown. Rilasciato su Nintendo Switch, Ps4 e Xbox One il 9 Marzo del 2018, nuovo capitolo di una saga di gran successo tra i giocatori del Nintendo DS, si tratta di un puzzle game con l’aggiunta della componente da party game. Ma l’aver trasformato la saga in un party game è stata una buona idea?
L’originalità del titolo stava proprio nel poter risolvere i vari indovinelli del gioco con soluzioni fuori dal comune, vista la possibilità d’invocare qualsiasi oggetto in nostro soccorso, e questo elemento viene a mancare, ma vedremo meglio più avanti.
Partiamo dal menù iniziale, che ci riserva un’ottima accoglienza con una bella varietà di colori. All’interno della schermata ci ritroveremo a dover scegliere tra tre modalitàdue basate su minigiochi e l’ultima la tipica modalità sandbox.
La prima modalità si chiama Versus, è giocabile da massimo due giocatori, può essere eseguita contro un amico o contro l’intelligenza artificiale. Sarà possibile scegliere se la sfida debba essere basata sulle “parole” o sulla “velocità” o su tutte e due. Se si scelgono le parole come criterio, si dovrà competere utilizzando quello che viene scritto. Per esempio, nella sfida di cucina, il gioco chiede di scegliere che cosa dovranno mangiare i due contendenti. Alcune parole portano evidenti vantaggi, in relazione alla grandezza e lunghezza di quello che si scrive. Le sfide proposte in questa modalità sono godibili e rapide. Versus è ottima in una tipica serata tra amici, anche se la quantità di mini giochi offerta non è così ampia e alla lunga può diventare abbastanza ripetitivo.

La seconda modalità di gioco proposta è probabilmente la migliore sul piano competitivo: si tratta del Gioco dell’Oca con le carte al posto dei dadi. Ad ogni turno il giocatore dovrà pescare una carta e, di conseguenza, dovrà toglierne una dalla propria mano di gioco. L’obiettivo finale è quello d’arrivare alla fine prima degli altri giocatori. Esistono diverse tipologie di carte: alcune carte ci faranno avanzare, altre fanno retrocedere gli avversari e altre potrebbero ribaltare completamente la situazione. Tuttavia, per attivare la carta, dovremmo vincere il minigioco proposto, anche perché in caso di sconfitta il bonus sarà utilizzato dalla nostra controparte. Questa è la modalità che sta alla base di questo titolo. Gli sviluppatori sembrano aver puntato il tutto per tutto su questa modalità ma, pur essendo questa molto elaborata, risulta manchevole in qualche aspetto: non rende infatti granché se giocata singolarmente, e l’aggiunta di una modalità multi giocatore online era d’obbligo.

Starite?STARITE?? Ebbene sì, eccoci arrivati alla terza e ultima modalità, chiamata sandbox. Pensavate che il team di 5th Cells avesse dimenticato la modalità principale dei predecessori della serie Scribblenauts? Sandbox è strutturata in una serie di livelli dove dovrete “esaudire” i desideri di chi li esprimerà. Tutti i desideri saranno posti in maniera enigmatica, ed è qui che entra la componente da puzzle game, e il giocatore sarà chiamato a risolvere gli enigmi in qualsiasi modo voglia. L’obiettivo principale sarà quindi quello di ottenere tutte le starite, stelle luminose usate come “merce” di scambio. All’interno di questo capitolo ci sono ben 8 livelli. Gli enigmi non sono molto difficili, e in vostro soccorso potrete usufruire di suggerimenti “a pagamento”. Se ogni desiderio espresso correttamente vi garantirà 10 starite, ogni suggerimento richiesto ve ne sottrarrà 5. Un’ottima aggiunta è data dalla possibilità di assegnare degli aggettivi a qualsiasi cosa animata, così da rendere un minotauro “docile” o “aggressivo”. Inoltre, sarà possibile scambiare le starite raccolte con vestiti/accessori ed è possibile acquistare oggetti così da aggiungerli tra quelli che si possono già evocare (oggetti esotici presi dai vari livelli). Infine, i vestiti e accessori acquistati potranno essere utilizzati nella personalizzazione del vostro personaggio.

Il titolo si presenta con una grafica colorata e cartoonesca, il team di sviluppatori è riuscito a utilizzare e migliorare nel tempo lo stesso motore grafico utilizzato sin dal primo capitolo della saga, migliorando i colori, i modelli poligonali e le varie rese grafiche, non tradendo l’art style originario ma rendendo il titolo, graficamente parlando, valido ancora oggi.
Il sonoro non è certamente di alto rilievo, ma i suoni e le musiche sono molto orecchiabili, le riproduzioni sonore dei vari animali e delle armi e ben rese, anche se tutto l’insieme è un riciclo preso dai capitoli precedenti.
Una grande mancanza rispetto al passato è probabilmente  quella della free-mode, dov’era possibile trascorrere del tempo evocando qualsiasi cosa vi passasse per la ment (per esempio era possibile far combattere 10 militari contro un drago).
Tirando le somme, Scribblenauts Showdown, non riesce a tenere alto l’onore del franchise, visto che il team di sviluppo ha tentato di proporre qualcosa che è abbastanza lontano da quello che rappresenta il marchio originario.
Il titolo rimane comunque abbastanza godibile e, per chi volesse comunque usufruire di un gioco simpatico da tirar fuori in una serata con gli amici, l’acquisto può essere consigliabile, ancora meglio quando si troverà a un prezzo leggermente inferiore.




Dal 3DS allo Switch: l’evoluzione di Circle Entertainment

Circle Entertainment è un nome che sarà immediatamente familiare ai giocatori dei dispositivi marchiati Nintendo, grazie alla sua gamma di eccellenti titoli scaricabili su 3DS e Switch. Con IP del calibro di Mercenary Saga e World Conqueror alle sue spalle, la software house si sta preparando a rilasciare un nuovo titolo. Il team di Nintendo Life ha intervistato Thomas Whitehead, Product Manager, per conoscere il passato, presente e futuro della società giapponese. Circle Entertainment è sul mercato da oltre un decennio, quindi ha una lunga storia alle sue spalle. Whitehead, ha scoperto la società per cui lavora tramite il DSiWare (un gioco per DSi che può essere acquistato solo nel canale DSishop) e all’interno del 3DS eShop, dove la software house si presentava con un numero prolifico di pubblicazioni in Occidente, con giochi  dai temi bizzarri e con prezzi convenienti. Oltre 170 giochi di Circle sono stati pubblicati in varie forme, territori e piattaforme in oltre 12 anni.

Whitehead, ha affermato che la Circle Entertainment è vicina a un’altra software house, Flyhigh Works, descrivendole come un “duo editoriale”. A rafforzare la sua tesi ha aggiunto che il suo biglietto da visita è a doppia faccia: da un lato la Circle e Flyhigh sull’altro.
Il productive manager ha imparato molto dal suo periodo da editore di Nintendo Life, arrivando all’idea che i giocatori sono molto interessati i giochi in formato digitale. L’input principale, glielo ha fornito il Nintendo Wii, e il suo WiiWare, studiandone il funzionamento come poi fatto successivamente con DSi, 3DS, Wii U e Switch. Parte del loro successo, secondo Whitehead, potrebbe essere dovuto al fatto che i sistemi Nintendo non vengono inondati da tutti i principali giochi AAA, dando quindi più spazio a realtà minori che altrimenti non avrebbero modo di farsi notare. Tutto questo, è sospinto anche degli ottimi rapporti tra Circle e Nintendo, elogiando l’ottima disponibilità del colosso nipponico.
WhiteHead, è rimasto inoltre sopreso dallo strepitoso successo di Nintendo Switch. Nintendo è stata intelligente, creando un prodotto versatile e soprattutto curando la line-up nei suoi primi mesi di vita così da poter garantire almeno 3 giochi a settimana nel suo E-Shop. Il futuro è ancora incerto ma pare che il producer  abbia le idee chiare: si aspetta un arrivo di diverse tipologie di videogiochi come, per esempio, un mix di giochi per console e per PC in uscita su Switch.
Circle ha appena rilasciato World Conqueror X, mentre l’arrivo di OPUS: Rocket of Whispers Shelter Generations è imminente. La software house ha una lunghissima lista di videogiochi che verranno rilasciati strategicamente a seconda delle tendenze d’interesse globale, asiatico e occidentale.




Super Mario è comunista?

Ah, il buon vecchio Mario! Esiste un nome più di questo in grado di richiamare il videogioco? L’adorabile idraulico italiano è apparso in un’infinità di titoli Nintendo, per la gioia di milioni e milioni di giocatori con il suo spirito e il suo bel faccione baffuto. Tuttavia, nel tempo, è stata mossa l’ipotesi che Mario possa appoggiare strane tendenze politiche, una particolarmente opposta al mondo occidentale dov’è nato; stiamo proprio di quell’ideale tipicamente russo, quello più composto da lavoratori come lui, ovvero il Comunismo. Le idee, secondo alcuni, sono molto evidenti ed estraibili specialmente da Super Mario Bros., il titolo di lancio del NES che cambiò il landscape videoludico. Che dietro quel sorrisone, quegli «yahoo, mamma mia» ci sia un animo rosso fuoco in cerca di rivoluzione? Vi ricordiamo inoltre che questo sito parla di videogiochi, non di politica, e che queste sono in fondo teorie e/o segnali alla quale non è mai stata data una conferma dagli sviluppatori (né, quasi sicuramente, mai l’avranno); perciò prendete questo articolo con la giusta leggerezza, divertitevi e semplicemente immaginiamo il nostro Mario mettere una “X” sul simbolo del Partito Comunista del Regno dei Funghi – ci sarà nel suo Universo, no? Diamo uno sguardo a quegli elementi che, diciamo, meritano una seconda occhiata, ma prima torniamo un attimo a scuola!

Comunismo in 3, 2, 1…

Per capire questi elementi vi daremo velocemente un’infarinatura sul Comunismo e la sua storia, senza soffermarci troppo in nessun punto in particolare. Siamo nel bel pieno della Prima Guerra Mondiale, nel 1917, e la Russia, per far fronte alle spese belliche, decise di battere più moneta del solito; questo causò un’inflazione terribile, i prezzi del cibo salirono alle stelle (serviva un carretto di soldi solo per comprare un pezzo di pane) e la classe operaia, che lavorava in condizioni povere ed era sostenuta da una sanità carente, non vide alcun aumento nel loro salario. Il popolo non era affatto contento e la figura responsabile di tale povertà era solo una: lo Zar Nicola II. Fu da queste basi che partì la Rivoluzione di Febbraio, evento che portò all’abdicazione della famiglia reale. Si instaurò subito un governo provvisorio ma il popolo era ancora alla ricerca di un volto. Ecco che si fece avanti il Comunismo, un ideale, ispirato fra gli altri dalle idee di Karl Marx, che vedeva una società senza classi sociali in cui tutti, dai più poveri ai più ricchi, avrebbero beneficiato della ricchezza del paese; fu così che il Partito Bolscevico, con un colpo di stato, si insediò nel governo e diventò il nuovo scheletro della Russia nella cosiddetta Rivoluzione d’Ottobre. Infine, ricordiamo le tre figure chiave della rivoluzione russa: il primo è Vladimir Lenin che guidò il partito nella Rivoluzione d’Ottobre e tentò di trasformare la Russia in uno stato socialista; egli, però, ebbe vita breve alla guida del partito, morendo nel 21 Gennaio 1924 per via di una forma di sifilide che gli causò, in precedenza, ben tre ictus. Durante i suoi ultimi anni, Lenin designò Lev Trotsky come suo successore, ma il Generale Iosif Stalin finì per accaparrarsi il potere tutto per sé, esiliando e facendo eliminare il vero erede della rivoluzione. Per una bella e breve rappresentazione allegorica di queste vicende, leggete Animal Farm del buon vecchio George Orwell.

It’s a me, il proletariato! Yahoo!

Torniamo adesso nel coloratissimo Regno dei Funghi; diamo subito un’occhiata e vediamo quali miceti dominano la scena. È possibile notare, se diamo uno sguardo attento a tutti gli sprite del primo gioco, che il rosso domina particolarmente il design ed è, se non altro, il colore che da sempre ha contraddistinto Mario. Inutile dire che è lo stesso colore associato al pensiero comunista (il partito rosso, i rossi, le armate rosse, le brigate rosse, la stessa bandiera dell’Unione Sovietica era rossa) ma la storia ci dice che il caro idraulico italiano è rosso per contrastare il cielo azzurro del regno dei funghi; una storia credibile se solo non fosse che il rosso non è davvero opposto al blu. Nel disco dei colori primari e secondari (più precisamente conosciuto come disco di Itten) si più notare che è il vero opposto di quest’ultimo è l’arancione, uno di quelli che nella palette di colori del NES ha un sacco sfumature, addirittura più del rosso. Uno dei simboli più presenti nella saga è il Super Fungo, che presenta un cappello rosso con dei puntini bianchi; il suo corrispettivo reale è l’Amanita Muscaria, fungo velenoso che, al di là del provocare allucinazioni, si trova specificatamente in Siberia, la parte est della Madre Russia. Le ipotesi si fanno sempre più forti specialmente quando Mario prende il Fiore del Fuoco; i tipici colori dell’idraulico, il rosso e il blu (o marrone nel primo gioco), muteranno in rosso e bianco, i colori della bandiera del Partito Bolscevico di Lenin. Una strana scelta di colori, ma le ipotesi non si fermano qua.
Il cappello di Mario sembrerebbe abbastanza innocente se non fosse per la strana somiglianza con quello indossato spesso da Stalin; entrambi hanno un design molto simile, la visiera più o meno della stessa lunghezza e un emblema circolare al centro. Ogni buon Compagno, inoltre, vi dirà che un bel baffo è praticamente “parte dell’uniforme”; cos’altro contraddistingue il bel faccione del mangia-spaghetti? Lo scopettino sotto il nasone Mario sembra proprio strappato dalla faccia di Stalin! E se tutto questo ancora non vi convince: ricordate i suoi lavori? In Donkey Kong e Wrecking Crew era un carpentiere e con Mario Bros diventa ufficialmente idraulico, entrambi lavori che coinvolgono lavoro manuale, mestieri che compongono la classe operaia designata nella rivoluzione proletaria.

Mario il liberatore

E ora entriamo un po’ di più nel simbolismo della saga. Prima di prendere in esame le storie che coinvolgono in prima persona l’icona Nintendo, diamo uno sguardo alla sua nemesi: Wario potrebbe rappresentare, in un certo senso, l’idea stessa del capitalismo. L’antagonista di Mario è caratterizzato da una grossissima stazza e una spiccatissima avidità; tutti i suoi giochi si concentrano sul collezionare tesori e accumulare ricchezza (che permettono addirittura in alcuni giochi di ottenere un finale migliore), tipico comportamento di un avido capitalista senza scrupoli.
Tornando alla saga principale, al termine di ogni livello del primo titolo Mario abbassa una bandiera nemica per alzarne una sua in un fortino. La prima somiglia (visto che stiamo parlando di un gioco 8-bit) a un simbolo di pace verde su uno sfondo bianco mentre quella sua è una più chiara stella rossa a cinque punte. Questa, nell’iconografia comunista, è uno dei simboli più usati insieme alla “falce e martello“, rappresenta proprio la mano del lavoratore (cinque le punte, cinque le dita) ed è il simbolo dell’armata rossa, la stessa che prese il potere durante la Rivoluzione di Ottobre; dunque ricordate ancora l’obiettivo di Super Mario Bros.? Rovesciare il tiranno Bowser, come nella Rivoluzione di Febbraio, ribellarsi alla dittatura che porta scompiglio nel Regno dei Funghi e farlo tramite l’esercito rosso. Inoltre, come ribadito da Mao Zedong nei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte (dai, infiliamo anche lui nel mix): «non potrà esistere un amore universale finché la società sarà divisa in classi». Perciò, abbasso la (bandiera della) pace e viva il popolo!

Seriamente?

Quello di cui abbiamo parlato è ovviamente bizzarro, vi stiamo forse facendo credere che Nintendo abbia stretto strani accordi con l’ex Unione Sovietica; ci sentiamo di asserire che Mario non è comunista e che molti elementi sono delle divertenti coincidenze. Ricordiamoci che lo scopo del gioco è, sì, rovesciare Bowser ma è anche, e soprattutto, salvare la Principessa Peach per instaurare la sua più mite ed equa monarchia. Inoltre, quello che sembrerebbe un simbolo di pace al termine di un livello è in realtà un teschio; se fosse stato tale allora ci sarebbe stato qualche spazietto vuoto in più nella parte bassa dell’icona. Le tante coincidenze, specialmente nel primo gioco, ci hanno fatto pensare che Mario, vista anche la sua estrazione sociale, potesse essere comunista ma il gioco (come è giusto che sia) non fa alcuna propaganda politica e in fondo la storia parla semplicemente di un idraulico innamorato alla ricerca della sua amata principessa. Tuttavia c’è ancora un ultimo elemento di cui dobbiamo ancora parlare ma che non ha nulla a che vedere con Mario, bensì col Giappone. Il Partito Comunista Giapponese, dopo gli anni 50, ha avuto una buona influenza nella società giapponese e il suo periodo più prolifero è stato proprio negli anni ’80, esattamente gli anni in cui Super Mario Bros. venne sviluppato; durante le elezioni di quel periodo il partito prese il 10%, che corrispondono a ben 5 milioni di voti, perciò può esistere dunque la possibilità che una o più persone coinvolte nello sviluppo del gioco possano aver fatto trapelare in qualche modo le loro idee politiche. A ogni modo queste rimarranno sempre delle supposizioni e dubitiamo che Nintendo possa, un giorno, confermare o meno tutte queste teorie del web. E poi, alla fine della fiera, dove Mario metta la “X” durante le elezioni è solamente affar suo!

Bandiera del Partito Comunista Giapponese




Kirby: dal Game Boy a Switch

Il recente Kirby Star Allies segna il ritorno della pallina rosa al 2D: un rimando agli inizi della serie di HAL Laboratories, datata 1992; più di venticinque anni passati ad ingoiare nemici, rubare le loro abilità e lottare con il malvagio Re Dedede.
In questo speciale ripercorreremo la storia di Kirby, l’evoluzione della serie e del personaggio, partendo dagli esordi.

Kirby’s Dream Land, 1992 – Game Boy

Sapevate che una delle particolarità di Kirby, ovvero la possibilità di assorbire i poteri dei propri nemici ingoiandoli, non era presente nel primo titolo della serie? Infatti, in Kirby’s Dream Land si potevano sì ingoiare i nemici, ma per poterli “sputare” sotto forma di stella. I poteri venivano conferiti da varie tipologie di cibo, come per esempio, un curry speziato che dava al nostro protagonista un respiro infuocato, oppure una foglia di menta che permetteva di sparare aria più volte mentre si volava, e via dicendo.
A parte questi dettagli, Kirby’s Dream Land si gioca come un normalissimo Kirby moderno: un platform a scorrimento orizzontale in 2D, che all’epoca fece successo per la sua immediatezza e semplicità, così come voluto dal designer Masahiro Sakurai. E pensare che, inizialmente, il design di Kirby era un tappabuchi, ma lo stesso Sakurai restò così colpito dalla semplicità del personaggio, che ben si sposava con il concetto del gioco, tanto da decidere di confermare il design del protagonista.

Kirby’s Adventure, 1993 – NES

Kirby’s Dream Land fu così un successo su Game Boy che alla Nintendo pensarono “perché non lo portiamo sulla nostra console casalinga?”. E così nacque Kirby’s Adventure, remake aggiornato del primo gioco della saga. Qui abbiamo la possibilità di ottenere i poteri dei nemici ingoiandoli, così come la corsa e la scivolata. Sakurai ha anche ascoltato i consigli dei fan, che avevano sì apprezzato la semplicità di Dream Land, ma con alcuni difetti riscontrabili nella fin troppa facilità e la sua breve durata. E allora i cinque livelli del predecessore divennero sette, con una boss fight per livello. È stato concepito anche per essere rigiocato più volte, grazie alla particolarità di copiare le abilità dei nemici, ed è anche un capolavoro tecnico per la console di Nintendo, giunta ormai al suo tramonto. Un’altra particolarità di Kirby’s Adventure è che in questo titolo fa il debutto uno dei nemici storici di Kirby, ovvero Meta Knight.
Il titolo è stato poi portato anche su Game Boy Advance nel 2002, infatti Kirby: Nightmare in Dream Land, è una celebrazione per i dieci anni dall’uscita dell’originale Dream Land, con grafica aggiornata ai tempi e l’aggiunta del multiplayer fino a quattro giocatori.

Kirby’s Dream Land 2, 1995 – Game Boy

A due anni dall’uscita del primo titolo, arrivò il seguito diretto, sempre su Game Boy. Dream Land 2 fece tesoro delle migliorie di Kirby’s Adventure, con l’abilità di copiare i poteri dei nemici e la possibilità di nuotare sott’acqua, oltre all’aggiunta di tre animali che aiuteranno il nostro eroe a superare vari ostacoli: infatti, il criceto Rick non ci farà scivolare sul ghiaccio, il gufo Coo ci permetterà di volare velocemente controvento e il pesce luna Kine ci permetterà di nuotare contro le maree oceaniche. Dream Land 2 supporta il Super Game Boy, l’accessorio che permette di giocare ai giochi del Game Boy su Super Nintendo, aggiungendo anche una palette di colori ed effetti sonori aggiuntivi.

Kirby Super Star, 1996 – Super Nintendo

Kirby Super Star (Fun Pak in Europa) arrivò a fine ciclo vitale del Super Nintendo, condividendo quasi lo stesso destino di Adventure su NES. Ma, al contrario del titolo per NES, che era un port del gioco per Game Boy, Super Star era più una raccolta di mini-giochi. Questo perché, secondo Sakurai, i giochi dell’era 16-bit stavano diventando troppo lunghi, e quindi cozzava con la filosofia semplicistica e immediata di Kirby. Nonostante la sua natura ridotta, Super Star introdusse il multiplayer nella serie, grazie alla creazione di un aiutante che ottienein grado di ottenenere i poteri che ha Kirby al momento. L’aiutante può essere controllato da un amico, oppure dall’IA se si gioca in singolo. Il gioco ottenne un remake nel 2008 per Nintendo DS, chiamato Kirby Super Star: Ultra, con grafica aggiornata e dei nuovi mini-giochi.

Kirby’s Dream Land 3, 1997 – Super Nintendo

Dream Land 3 è il titolo finale della mascotte di HAL Laboratories per Super Nintendo, purtroppo mai arrivato in Europa prima dell’uscita su Virtual Console ai tempi del Nintendo Wii. Questo è il primo titolo di Kirby che segue le vicissitudini del precedente titolo e, a parte questa particolarità, non aggiunge niente di nuovo alla saga.

Kirby 64: The Crystal Shards, 2000 – Nintendo 64

The Crystal Shards è il seguito diretto di Dream Land 3, oltre a esserne il suo upgrade grafico: infatti dal 2D classico della serie, si passa ad un 2.5D, ottenuto grazie alla potenza grafica del Nintendo 64. In termini di gameplay, l’unica nuova aggiunta è quella di combinare due poteri per ottenere qualcosa di più potente, come per esempio, unendo le abilità “bomba” e “cutter” si otterrà uno shuriken esplosivo. Il multiplayer è riservato a dei mini-giochi per un massimo di quattro giocatori, anche se pare, dalle prime schermate di anteprima, che The Crystal Shards fosse originariamente pensato per poter affrontare la storia anche in multiplayer.

Kirby and the Amazing Mirror, 2004 – Game Boy Advance

Il primo titolo senza il creatore di Kirby, Masahiro Sakurai, che lasciò HAL Laboratory poco dopo l’uscita di Kirby Air Ride. Kirby and the Amazing Mirror ha un piglio diverso rispetto ai precedenti capitoli della serie: infatti, è il primo titolo a offrire la modalità principale in multiplayer (attivabile dal cellulare del protagonista, che mette in contatto tutti i possessori del gioco nelle vicinanze) ed è più vicino a un “metroidvania”, una novità rispetto al classico platform 2D al quale siamo abituati. Kirby ha anche delle abilità nuove, come cupido, che permette al protagonista di avere delle ali con cui volare, e un arco capace di sparare frecce, e smash, che replica il comportamento di Kirby su Super Smash Bros. Melee.

Kirby: Canvas Curse, 2005 – Nintendo DS

Nonostante possa sembrare uno spin-off della serie principale, Kirby: Canvas Curse (Power Paintbrush in Europa e L’Oscuro Disegno in Italia) è un titolo importante: è completamente diverso dai precedenti, visto che, in questo capitolo, Kirby si può muovere solamente tramite dei percorsi disegnati dal pennino del Nintendo DS, e può stordire i nemici con uno scatto ottenibile “tappando” su Kirby stesso, così facendo si potranno ottenere anche le abilità degli stessi.

Kirby: Squeak Squad, 2006 – Nintendo DS

Dopo un anno da Canvas Curse, arriva Squeak Squad (Mouse Attack in Europa), e questa volta si torna più sui binari tradizionali della serie, dopo gli esperimenti del precedente titolo per la console portatile di Nintendo. Quindi ritorno al platform 2D, ma con delle novità: infatti Kirby può interagire con i livelli, per esempio, tagliando l’erba alta o sciogliendo il ghiaccio usando l’abilità fuoco. Kirby può anche conservare diverse abilità o cibi nel proprio stomaco, visualizzato nel secondo schermo della console e combinarle per ottenere abilità più potenti o cibi in grado di dare più punti salute. Un po’ lo stesso sistema usato su The Crystal Shards per Nintendo 64, ma aggiornato.

Kirby’s Epic Yarn, 2010 – Nintendo Wii

Altro titolo, altro cambiamento! In Kirby’s Epic Yarn (o Kirby e la Stoffa dell’Eroe in Italia) il nostro eroe verrà catapultato in un mondo fatto interamente di lana e, così come nel primo titolo, Dream Land, non potrà assimilare le abilità dei nemici, ma potrà avvolgerli con una frusta e usarli come proiettili lanosi. La particolarità del mondo si riflette anche in Kirby stesso: infatti non sarà nemmeno capace di volare, ma si trasformerà in un paracadute quando cadrà dalle grandi altezze, oppure, al posto di correre, diventerà un’auto o un mezzo simile, o un sottomarino nelle fasi acquatiche.
Il titolo offre il multiplayer, anche se limitato a soli due giocatori, dove saremo accompagnati dal principe Batuffolo, originariamente, il vero protagonista del gioco, che doveva essere chiamato World of Fluff.

Kirby Mass Attack, 2011 – Nintendo DS

Mass Attack è un gioco di strategia che prende liberamente ispirazione da Pikmin: infatti, in questo particolare capitolo, controlleremo ben dieci Kirby tramite il pennino della console portatile Nintendo.

Kirby’s Return to Dream Land, 2011 – Nintendo Wii

Un anno dopo l’esperimento di Epic Yarn, Kirby torna alla tradizione con Return to Dream Land (Kirby’s Adventure Wii in Europa), riprendendo la struttura 2.5D di The Crystal Shards. Non presenta grandi novità, all’infuori del multiplayer fino a quattro giocatori, la possibilità di fare degli attacchi in team e quella di potenziare l’inspirazione di Kirby per poter ingoiare oggetti più grandi o nemici più potenti.
Il gioco ha avuto anche uno sviluppo travagliato, visto che è stato originariamente presentato all’E3 2005 per Nintendo Gamecube, ma per varie vicissitudini, uscì solamente sei anni dopo su Nintendo Wii.

Kirby: Triple Deluxe, 2014 – Nintendo 3DS

Kirby: Triple Deluxe segue gli stilemi del precedente Return to Dream Land: un 2.5D, che, purtroppo, vede l’assenza del multiplayer nella campagna principale. Per il resto, viene utilizzato l’effetto 3D del Nintendo 3DS, e viene leggermente modificata la super inspirazione di Kirby, adesso ottenibile tramite il frutto miracoloso, che trasforma il nostro eroe in Hypernova Kirby. Sono state aggiunte anche tre nuove abilità, ovvero Campana, Scarafaggio e Circo.

Kirby and the Rainbow Curse, 2015 – Nintendo Wii U

Sequel diretto di Canvas Curse, questo Rainbow Curse (in Europa noto come Rainbow Paintbrush e in Italia Kirby e il Pennello Arcobaleno) sfrutta il pennino del Nintendo Wii U per offrire un gameplay simile al precedente. La grafica prende ispirazione da Epic Yarn, anche se, al posto della lana, il titolo sfrutta la tecnica della claymation, ovvero l’animazione a base di plastilina. Torna anche il multiplayer a quattro giocatori, nonostante quest’ultimo renda il gioco molto più semplice: infatti, gli altri tre giocatori, che interpretano Waddle Dee, possono trasportare Kirby e tirare lance ai nemici. Il titolo è anche il primo della serie a supportare gli amiibo.

Kirby: Planet Robobot, 2016 – Nintendo 3DS

Planet Robobot non si differenzia molto da Triple Deluxe, all’infuori di tre nuove abilità, ovvero sensitivo, dottore e veleno, e per la presenza di una mech suit chiamata Robobot. Esso aumenterà i punti salute di Kirby e avrà il potere di scansionare alcune abilità dei nemici, come lama, spada o parasole.

Kirby Star Allies, 2018 – Nintendo Switch

Arriviamo, infine, all’ultima incarnazione del nostro adorabile batuffolo rosa: Kirby Star Allies, recentemente uscito su Nintendo Switch, racchiude alla perfezione tutto ciò che è stato Kirby negli ultimi ventisei anni: si gioca come Return to Dream Land, è in 2.5D come The Crystal Shards, il moveset del nostro protagonista è come quello del primo titolo per Game Boy, ma con le novità introdotte da Kirby’s Adventure. Abbiamo il ritorno degli animaletti di Dream Land 2, il supporto agli amiibo come Rainbow Curse e la combinazione dei poteri come in Squeak Squad.

Spin-off

Kirby non è solo platform, anzi! La HAL Industries, ai tempi, avrà pensato “Kirby è una palla. Approfittiamone per metterlo in qualsiasi tipologia di gioco che presenta delle sfere!”, e infatti nel 1993 su Game Boy arrivò Kirby’s Pinball Land, fortemente ispirato a Dream Land, ma con un layout da flipper. L’anno successivo toccò al Super Nintendo, con Kirby’s Dream Course, un gioco di golf, e nel 1995 arrivò il turno di Kirby’s Avalanche, una versione personalizzata del popolare puzzle game Puyo Puyo. Il 1995 è anche l’anno di Kirby’s Block Ball, spin-off uscito su Game Boy che richiama lo storico gioco arcade Breakout.
Dopo cinque anni, su Game Boy Color venne il turno di Kirby Tilt ‘n’ Tumble, particolare puzzle game che sfrutta l’accelerometro contenuto nella cartuccia di gioco. Conclude la lista Kirby Air Ride, uscito nel 2003 per Nintendo Gamecube, e unico titolo della saga uscito per la console: è un particolare gioco di guida, dove bisogna solamente controllare la direzione dei veicoli e non la loro velocità. Nella visione di Sakurai, Air Ride doveva essere una versione “semplificata” di Mario Kart: Double Dash.

Insomma, la nostra amata pallina rosa ne ha fatta di strada in ventisei anni, partendo dalle quattro gradazioni di grigio del Game Boy, fino ad arrivare all’esplosione di colori su Nintendo Switch col recente Kirby Star Allies, una vera e propria celebrazione del lavoro svolto da Masahiro Sakurai e di HAL Laboratories, che continua, e continuerà, a far sognare grandi e piccini.




La lore di Super Smash Bros.

Durante l’ultimo Nintendo Direct è stata rivelata una fantastica sorpresa, l’arrivo di un gioco i cui fan considerano quasi un evento, una tradizione che si ripete dal Nintendo 64 e che, come un grande evento cittadino, richiama un grosso numero di fan e giocatori al di fuori dell’utenza della grande N: stiamo parlando di Super Smash Bros., il rivoluzionario picchiaduro crossover che fa da arena ai protagonisti dei più famosi titoli Nintendo. A differenza del picchiaduro classico, i personaggi non hanno una barra dell’energia ma una percentuale che aumenterà a ogni colpo e che segnerà la possibilità di spedire un avversario “oltre i bordi dello schermo”, unico modo per vincere, oltre al far cadere i nemici nelle voragini; il suo stile è molto ammirato e il gameplay è stato più volte emulato in giochi come Playstation All-Stars Battle, Teenage Mutant Ninja Turtles: Smash Up e DreamMix TV World Fighters. La natura crossover del titolo spingerebbe a pensare che questo non abbia una lore, non una almeno, che coinvolgerebbe i singoli personaggi della storia; in realtà Super Smash Bros. ha un’identità nascosta, un tema che non è così evidente ma è presente sin dal primo gioco e che, specialmente verso gli ultimi titoli della saga, diventa sempre più cupa e tragica. Anche se la lore di questo gioco è celata e gli elementi della trama abbastanza difficili da identificare, preferiamo lanciare uno spoiler alert per quei giocatori che non hanno ancora giocato ai titoli precedenti, anche se in realtà questi non rovineranno la vostra prima esperienza con i vecchi Smash.

La spensierata gioventù

La saga, come già ribadito, comincia su Nintendo 64 con l’omonimo titolo che dà il nome alla saga. Gli elementi della trama sono già presenti sin dal filmato iniziale: vediamo Master Hand, il boss finale della classic mode di ogni capitolo, prendere dei giocattoli (dei pupazzetti di pelouche) da una scatola, sistemare libri, portapenne e una scatola di kleenex e “dare il via alle danze”. È teoria concordata che i combattimenti, così come anche gli scenari, siano frutto dell’immaginazione di Master Hand, il quale in Super Smash Bros. sarebbe un ragazzino fra i 12 e i 14 anni d’età. Analizziamo insieme la stanza dell’intro: vi è il poster di un’automobile sul muro e uno stereo, il che ne conferma il sesso maschile e che si interessa ad argomenti “da grandi”, dei libri e delle penne, che ci suggeriscono che va ancora a scuola, e una scatola di giocatoli accanto al suo letto che suggerisce la sua ancora tenera età. Giocare con i giocatoli immaginandosi scenari e storie fantastica è la più comune delle abitudini dei ragazzi di questa età; è un po’ la stessa cosa che avviene all’inizio di Toy Story 3 nella testa di Andy, il quale immagina uno scenario fantastico di cui Woody e compagni sono i protagonisti. Il gioco ha tuttavia un’atmosfera spensierata e la sola cosa che al giocatore interessa, e soprattutto a Master Hand, è spassarsela senza alcun pensiero per la testa.

I primi passi verso la maturità

Arriva il Gamecube e, dopo pochi mesi dalla sua uscita, arriva Super Smash Bros. Melee, da molti considerato il titolo più bello e competitivo della nota saga Nintendo. Proprio nel filmato iniziale, è possibile vedere un braccio di un ragazzo che nel frattempo è cresciuto e che, vista la sua più matura età, ha sostituito i suoi peluche con delle figurine collezionabili, più precisamente dei trofei (o al giorno d’oggi: Amiibo). Grazie all’opzione “stanza dei trofei” abbiamo la possibilità di dare un’occhiata alla sua vita: vediamo che il protagonista ha un mobile dove ha sistemato una TV, altri oggetti, diversi dal gaming, nonché diverse console Nintendo che, probabilmente, colleziona dalla sua tenera età; l’ordine nella sua stanza denota una certa maturità, ma la dozzinale disposizione dei trofei sul suo tavolino indica che ancora non è ancora pienamente adulto, con buona probabilità è un ragazzo fra i 18 e i 20 anni. In questo gioco, però, verrà introdotto Crazy Hand, un boss più o meno simile a Master Hand ma dalle caratteristiche ben diverse: se quest’ultimo è elegante, delicato ma anche brutale , questo nuovo personaggio è imprevedibile, incostante e tutto sommato un po’ pazzerello. In Master Hand, come già ribadito, si può evincere lo spirito creativo e la fantasia, mentre in Crazy Hand si può notare una certa voglia “di fare casino” che fa emergere quello spirito ludico nel protagonista, e che fa sì che giochi ancora con i suoi trofei disposti sul tavolino in maniera disordinata. Si nota anche un certo disappunto che nasce dal voler rimanere ragazzi mentre si è costretti a fare i conti con la società moderna e l’inevitabile processo di maturità. La descrizione del suo trofeo è abbastanza inquietante:

«mentre a Master Hand piace creare, il suo alter ego è impulsivo e distruttivo, consumato da quella sensazione di vuoto che ci prende quando vogliamo distruggere le nostre creazioni.».

Ma perché mai questo personaggio, che ama creare queste storie e giocare con questi personaggi, vorrebbe distruggere le sue creazioni allo stesso tempo?

L’accettazione

Finalmente, dopo diversi anni, arriva Super Smash Bros. Brawl su Wii, il titolo che introduce le sfere smash e i primi personaggi non-Nintendo, come Solid Snake e Sonic. La nuova modalità avventura è identificabile nella campagna “L’Emissario del Subspazio”, una storia partorita dalla mente di Kazushige Nojima, scrittore che ha sviluppato la trama per diversi episodi di Final Fantasy e Kingdom Hearts. La storia vede Bowser, Ganondorf e Wario collaborare con Master Hand per far sì che tutti i personaggi diventino dei trofei di pietra e non muovano più un muscolo per sempre; ma perché quest’ultimo, che in tutti questi anni si è divertito con questi personaggi Nintendo, vuole disfarsene? Scopriremo più in là che Master Hand non è in sé ed è controllato da un misterioso personaggio semplicemente chiamato Tabuu. Il nome di questo potente essere non è scelto a caso e, appunto, rimanda proprio al vocabolo usato anche in lingua italiana: un tabù è qualcosa di proibito o ristretto a una parte della società. In poche parole, rimanendo nel contesto di Super Smash Bros. Brawl, ai bambini è concesso di giocare con i giocattoli, agli adulti no, e Tabuu rappresenta proprio la società che vuole fare in modo che Master Hand smetta di giocarci. Alla fine, i personaggi Nintendo avranno la meglio su Tabuu e la sua sconfitta rappresenterà proprio l’accettazione di questa condizione. Il ragazzo che giocava nella sua stanza è finalmente cresciuto e la famosa immagine dei personaggi che guardano l’orizzonte luminoso rispecchia proprio il luminoso futuro; nonostante questo lo abbia portato verso dimensioni creative lontane, i ricordi delle battaglie immaginarie all’interno della sua stanza saranno sempre parte di lui e non dovrà mai vergognarsene o giustificarlo di fronte alla società.

L’eterna lotta interiore

L’Emissario del Subspazio sarebbe stato il perfetto finale della saga, ma una console Nintendo, a oggi, non è tale se non è presente un titolo di questa serie; ecco così che arriva Super Smash Bros. for Nintendo 3DS and Wii U, un titolo espanso più che mai. Qui la lore del gioco prende una piega ancora più negativa e oscura: una volta sconfitto Master Hand, viene sprigionato Master Core, un’entità inquieta e distruttiva come nessun’altra nella serie. Questa entità vive appunto dentro la mano creatrice e, a quanto pare, è sempre stata parte di lui: secondo alcune teorie, egli è presente in ogni gioco e persino visibile in Super Smash Bros. Melee come parte dello stage “Battlefield”. La battaglia contro di lui è la più feroce della saga, e questa entità è in grado di assumere diverse forme: una persona gigante, un mostro, una forma oscura del personaggio in uso, una fortezza, ma il finale ha molti aspetti interessanti: dopo una vera e propria carneficina, Master Core assume la sua vera forma, una sfera con dentro una sfera più piccola con il simbolo di Super Smash Bros., e da lì il combattimento non è più tale. La sfera rimane ferma al centro dello stage, passiva, in attesa che il personaggio in uso la scaraventi al di fuori dello schermo. Chi è davvero Master Hand e perché dopo una lotta all’ultimo sangue si arrende in questo modo? Se lui è il creatore di tali battaglie, allora non ci resta che associare questa figura a Masahiro Sakurai, creatore della saga picchiaduro, nonché del notissimo Kirby; la sua vita è praticamente riassumibile seguendo gli episodi di Smash.

Il lato oscuro del successo

Masahiro Sakurai nacque nel 1970, il che significa che ai tempi del Famicom aveva 13 anni, l’età del ragazzo del primo titolo della saga; Nintendo fu parte dell’infanzia di Sakurai. Da giovanissimo fu assunto alla HAL Laboratory dove a soli 19 anni concepì Kirby, una delle saghe platformer più amate di sempre, che vide il suo successo proprio nel Gameboy e soprattutto nel Famicom; il successo della saga, tuttavia, aveva un lato oscuro, ovvero il dover produrre sequel in continuazione. Questo comportò che il suo senso di frustrazione crebbe in maniera esponenziale, e in Super Smash Bros. Melee si presenta proprio Crazy Hand, la sua voglia di distruggere ciò che ha creato per via della troppa fatica da investire nei sequel; non a caso, dopo qualche anno dalla sua uscita, Sakurai lasciò la HAL per via dei troppi episodi richiesti sia per la saga di Kirby che per la nuova saga di picchiaduro crossover. Di quel periodo egli ricorda:

«era dura per me accettare il fatto che per ogni gioco che facevo la gente desse per scontato che avrei fatto un sequel. In un sequel, tanta gente deve ridare lo stesso il massimo per creare un gioco fantastico, ma il pubblico pensa che un sequel nasca secondo un processo naturale.»

Super Smash Bros. Brawl è la storia della sua accettazione: Sakurai crea giochi per vivere ma questi, agli occhi di molti, sono solamente dei “giocattoli”, specialmente in una società rigida come il Giappone. Tabuu rappresenta la pressione di dover crescere ma, alla fine, terminata la campagna “L’Emissario del Subspazio”, questa viene sconfitta; egli rigetta le aspettative della società e accetta il lato di sé che è cresciuto con Nintendo, che vuole dar vita alle cose che da piccolo lo rendevano felice, che ama giocare anche se questo significa non poter distogliere l’attenzione da questa saga e non potersi cimentare in nulla di nuovo, specialmente perché dietro a ogni Super Smash Bros. ci sono anni di sviluppo. Sakurai ha confessato a Game Informer che la programmazione di questi titoli è infinitamente stancante, e si chiede spesso se lui sia la persona adatta per mantenere tale impegno. Nonostante la costanza e la serietà che dedica alla saga, la sua creatura è diventata così grande da non poterla più controllare (come per esempio l’inclusione di personaggi molto lontani dal canone della saga, come Mega Man, Pac Man o Cloud solo per poter vendere di più, o il più chiaro fatto che i nuovi titoli debbano essere pronti in tempo senza potersi dedicare ad altro); Master Core, la rappresentazione dell’essenza del creatore stesso, esce rabbioso da Master Hand non solo rivendicando ciò che è suo, ma anche mettendo in guardia i fan sul futuro della saga stessa, ovvero abbandonare la direzione della sua creatura, esattamente come è successo per Kirby; tuttavia, nonostante ne rivendichi il possesso, egli rappresenta il suo senso di frustrazione nel non poter più abbandonare la serie nonostante la sua voglia di allontanarsi e dedicarsi ad altro, tanto è vero che alla fine dell’infuocata lotta, Master Core si abbandona a se stesso in attesa che il giocatore lo faccia fuori e faccia della serie quello che vuole. Ai colleghi di Game Infomer il noto game designer ha detto che ogni scadenza è per lui un cappio che si stringe sempre di più man mano che il tempo passa, e che vorrebbe dedicare un po’ più di tempo a se stesso ma, non solo non ci riesce, è anche incapace di immaginarsi un’altra persona che possa sostituirlo nel suo lavoro. Di certo Masahiro Sakurai non vuole rinunciare alla programmazione di ogni nuovo Super Smash Bros. ma è decisamente logorato dal fatto che a ogni gioco che produce i fan debbano chiedere automaticamente un sequel; pensate che egli aveva intenzione di chiudere la serie già ai tempi del Gamecube per potersi dedicare ad altro, ma la richiesta di un sequel è stata così alta da non poter essere ignorata e lo stesso Sakurai sa che il compito di continuare la saga spetta solo a lui, per senso di responsabilità e per amore verso la sua creatura; egli in fondo è Master Hand e sa benissimo che la saga senza di lui non potrebbe mai essere la stessa e perciò rimane anche se ciò significa versare sangue, sudore e lacrime, a sacrificio di altri progetti a cui si potrebbe dedicare.

I giocatori comandano

Il vero insegnamento di questa storia, alla fine della fiera, è che il compito di mettere il punto alla serie è in mano ai fan, e Masahiro Sakurai non può fare altro che del suo meglio per poter consegnare ai giocatori la migliore esperienza possibile. Fortunatamente Super Smash Bros. è una saga che (ancora) non ha visto alcun periodo buio; ogni uscita rappresenta per Nintendo una grossa opportunità per richiamare i fan e giocatori sempre nuovi ,e Sakurai non può che esserne fiero. Chissà se l’ex prodigio del game design nasconderà un nuovo messaggio nel nuovo Super Smash Bros. per Switch, se abbia accettato con più serenità il fatto che questa saga dovrà essere presente su ogni console Nintendo o se sarà ancora più logorato del capitolo scorso. Di una cosa siamo comunque certi: Masahiro Sakurai farà del suo meglio e, con la sua umiltà, consegnerà un altro titolo che cercherà di essere all’altezza – se non migliore – dei suoi predecessori.




Non solo Labo: quando Nintendo produceva giocattoli

Senza alcun dubbio, la recente presentazione del Nintendo Labo è stata una grande sorpresa, soprattutto per i veterani che attendevano la rivelazione di qualcosa come il Virtual Boy 2 o, addirittura, il ritorno dello sfortunato Vitality Sensor.
Mentre in apparenza potrebbe essere facile catalogare il Nintendo Labo come un accessorio rivolto ai bambini, quando si pensa alla fetta di pubblico a cui Nintendo mira, l’idea dietro quest’accessorio ha perfettamente senso. Il Labo rappresenta, probabilmente, qualcosa che solo un’azienda come la grande N , con le sue radici di produttrice di giocattoli, avrebbe potuto escogitare. Infatti, il colosso nipponico ha fabbricato giochi di vario tipo per anni prima che iniziasse a produrre videogiochi. Possiamo, quindi, definire il Labo  come il successore di questi giocattoli.

In onore dell’annuncio di questo accessorio, abbiamo raccolto alcuni dei giocattoli più strani e meravigliosi realizzati da Nintendo negli anni ’60 fino agli anni ’80, prima che la società di Kyoto entrasse nel mercato dei videogiochi.

Rabbit Coaster – 1964

Il primo ingresso di Nintendo nel regno dei giocattoli fu segnato dalla creazione del Rabbit Coaster. L’idea era semplice, ma avvincente: i bambini posizionavano delle capsule su un tracciato e le facevano gareggiare lungo una pista tortuosa per vedere quale capsula avrebbe raggiunto il traguardo per prima. Durante gli anni sono state create molte varianti di questo giocattolo, inclusa una con un mostro simile a King Kong. Il che dimostra che anche prima della creazione di Donkey Kong, Nintendo era ossessionata dalle scimmie giganti!

My Car Race – 1965

My Car Race è stato il primo giocattolo elettronico della Nintendo e, in un certo senso, era un Rabbit Coaster ma con gli steroidi. Questo giocattolo utilizzava l’elettricità per alimentare un nastro trasportatore che spostava le auto poste sulla pista. L’obiettivo era quello di scoprire chi sarebbe arrivato prima al traguardo.

Ultra Hand – 1966

Una menzione speciale è dedicata a Ultra Hand, ideato da Gunpei Yokoi, creatore di Game & Watch, inventore del D-Pad e designer originale del Game Boy. A ogni modo, l’Ultra Hand era un semplice braccio che si estendeva per afferrare oggetti da molto lontano. Nella sua semplicità, questo giocattolo è stato uno dei più venduti di Nintendo.

Love Tester – 1969

Proprio mentre la “Summer of Love” degli anni ’60 volgeva al termine, il vecchio Gunpei Yokoi creò un giocattolo conosciuto come Love Tester che, apparentemente, poteva calcolare se due persone si amassero davvero. L’idea era quella che la coppia felice si tenesse per mano e nell’altra mano tenesse una parte del Love Tester. Quindi, attraverso di essi sarebbe passata una corrente elettrica innocua che avrebbe determinato il loro amore in base alla loro conduttività.

Ele Conga – 1970

Nel 1970 Nintendo stava creando un diverso tipo di musica con Ele Conga. Questo dispositivo a forma di tamburo è stato inventato da Gunpei Yokoi (si, sempre lui) ed era in grado di produrre dei suoni elettronici quando suonato. Sfortunatamente, all’epoca è stato un po’ un flop commerciale.

Paper Model – 1974

Molto prima che il Labo fosse stato concepito dallo staff della grande N, Nintendo aveva creato una vasta gamma di modelli di carta. In questi kit si trovavano vari pezzi di cartone e tramite le istruzioni si potevano creare cose come auto e aerei, a seconda del tema del kit. Sono stati concepiti circa 40 di questi kit. Questo “gioco” potrebbe essere visto come il vero predecessore di Nintendo Labo.

Duck Hunt – 1976

Questo gioco veniva fornito con un proiettore e una pistola alimentata a batteria. Il dispositivo proiettava immagini di anatre volanti sulla vostra parete e riusciva a rilevare quando riuscivate a colpirle, il che era spettacolare vista la tecnologia che era presente all’epoca. Non a caso lo si ritroverà anni avanti, sul primo NES 8-bit.

Crossover – 1983

Infine, ecco uno dei giocattoli di Nintendo più rari e addirittura l’ultimo giocattolo non elettronico realizzato dal colosso nipponico. Crossover era un’altra creazione di Gunpei Yokoi, un puzzle che prese la forma di una griglia 4×4 in cui i giocatori avrebbero fatto scorrere le tessere avanti e indietro per risolvere il puzzle.

Poteva non arrivare un Nintendo Labo?




I dock di terze parti potrebbero danneggiare Nintendo Switch

Se state usando un dock di terze parti sul vostro Nintendo Switch, molto probabilmente potreste voler tornare al modello ufficiale, poiché si stanno diffondendo numerose testimonianze che affermano che i dock non ufficiali portano alla morte della console dopo il recente aggiornamento.

Sul mercato sono disponibili innumerevoli tipologie di dock, molte delle quali sono più piccole e quindi non conformi alle misure del guscio originale. Di recente, lo youTuber Spawn Wave ha postato un video dopo che il suo Switch si è danneggiato. Lo youtuber ha citato il dock prodotto da Nyko come causa del guasto. Da allora la casa produttrice dei “gusci” si è offerta di sostituire la console, il che suggerisce un certo grado di colpevolezza da parte della casa produttrice.

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Questa non è la prima volta che il dock di Nyko è stato citato per simili problemi. Infatti, l’anno scorso è stato riferito che il prodotto causava un malfunzionamento  della porta di ricarica dello Switch, ma la società ha affermato di aver risolto il problema nella produzione.

Avete riscontrato anche voi dei problemi? State utilizzando un dock di terze parti ?




Toy-Con Garage: una modalità “extra” creativa per i kit di Nintendo Labo

Siamo ormai agli sgoccioli dal lancio sul mercato di Nintendo Labo ed è la stessa casa nipponica che ha da pochissimo rilasciato una clip in cui viene mostrata una modalità extra, chiamata Toy-Con Garage, che sarà presente in tutti i kit, ma accessibile solamente dopo diverse ore di gioco. Tale modalità, adatta ai giocatori più creativi, permetterà di far pratica sui concetti della programmazione base di “input-output” o per meglio dire di “causa-effetto“, lasciando quindi la libertà, per esempio, di poter decidere quale sia il comando da dare per una determinata azione da svolgere. In questo modo i giocatori, potranno progettare e sperimentare nuovi modi del tutto personalizzati per giocare.

Negli esempi forniti si può vedere la rielaborazione di una canna da pesca e persino di un simpatico dispenser di caramelle a gettoni realmente funzionante.

I kit saranno disponibili dal 27 Aprile 2018.




Nintendo Direct 08.03.2018: riepilogo e opinioni a freddo

L’ultimo Direct di Nintendo a Gennaio, non contando l’annuncio di Nintendo Labo, è stato abbastanza agrodolce. Pochine le novità, Mario Tennis Aces era l’unico gioco nuovo da parte di Nintendo e per il resto abbiamo ricevuto solamente annunci riempitivi: DLC, date di uscita, re-release, remastered… Insomma, non si può dire di aver testimoniato a dei grandi annunci. Il Direct del 8 Marzo, al contrario, è stato veramente un successo e gli annunci si sono dimostrati all’altezza delle aspettative; la trasmissione live Nintendo ha decisamente messo i possessori di Switch e 3DS sulle spine e i giocatori non vedono l’ora di comprare alcuni di questi favolosi titoli. Diamo un’occhiata più da vicino agli annunci del Direct del 3 Marzo.

Warioware Gold

Un po’ come Mario Party: The Top 100, la saga di Warioware riceverà un titolo simile per 3DS; una collezione di 300 minigiochi che impiegheranno, al solito, l’uso del touchscreen, il microfono e altro. Un bellissimo annuncio visto che l’ultimo titolo della serie, Game & Wario, è uscito nel 2013; dal 3 Agosto 2018 in poi i giocatori potranno divertirsi con l’atipico personaggio Nintendo a scaccolare nasi, mangiare aglio e tuffarsi in altre imprese bizzarre!

Dillon’s Dead Heat Breakers

L’ultimo titolo della saga Dillon’s Rolling Western; questo gioco, che fonde meccaniche action e tower defense, vi darà la possibilità di fare squadra con i vostri Mii in forma animale. L’uscita del gioco è prevista per il 24 Maggio su 3DS ma i giocatori potranno provare la demo a partire da giorno 10 dello stesso mese.

Mario & Luigi: Bowser’s Inside Story + Bowser Jr.’s Journey

L’acclamato gioco per Nintendo DS, il terzo nella saga RPG Mario & Luigi sviluppata da AlphaDream, fa il suo ritorno su 3DS con una nuova grafica e nuove feature, come la possibilità di alternare il controllo fra Bowser e i fratelli e una nuova prospettiva della storia dagli occhi di Bowser Jr. Queste nuove caratteristiche faranno di questo gioco più di un semplice remake e, anche se la scelta è caduta su un titolo “vintage”, i nuovi giocatori che non hanno avuto modo di provare il titolo originale su DS non si sentiranno certamente estranei né alla storia e né alle meccaniche, che da sempre contraddistinguono questa spettacolare saga. Non abbiamo notizie esatte sul rilascio di questo titolo ma Nintendo prevede l’uscita per il 2019.

Detective Pikachu

Un titolo bizzarro… tanto quanto interessante! Chi l’avrebbe mai detto che avremmo visto Pikachu parlare in questo modo, bere caffè e prendere le vesti di un detective? L’uscita di questo titolo per 3DS è prevista per il 23 Marzo ma l’annuncio del Direct si è concentrato di più, oltre all’apertura dei preorder sul Nintendo eShop, sul nuovo Amiibo di Detective Pikachu che verrà lanciato il giorno dell’uscita e sarà alto ben 13 cm.

Luigi’s Mansion 3DS Remake

È stato uno dei titoli di lancio dell’ormai lontanissimo Nintendo Gamecube, una saga che negli anni è stata un po’ dimenticata; ma l’uscita di Luigi’s Mansion: Dark Moon per Nintendo 3DS nel 2013 (annunciato come l'”anno Luigi“) ha dato nuova vita alla serie che vede protagonista l’adorabile fratello del più famoso Mario. Nintendo oggi ci propone il classico che ha dato vita alla saga e che, stranamente, non ha visto alcuna re-release dal 2001 a oggi; questa nuova versione include una mappa attiva nello schermo inferiore della console e una nuova modalità Boss Rush. Non è stata annunciata una data ben precisa ma Nintendo dovrebbe riuscire a consegnare questo gioco entro il 2018.

Kirby Star Allies

Questo titolo verrà lanciato fra pochissimo su Nintendo Switch, esattamente giorno 16 Marzo; il Direct ha mostrato solamente l’interazione con alcuni personaggi storici della saga come King Dedede e Meta Knight. Altri personaggi verranno lanciati successivamente alla data d’uscita e i primi saranno Rick, Kine, Coo, Marx e Gooey. Nel frattempo vi ricordiamo che potete avere un assaggio di questo gioco grazie alla demo presente sul Nintendo eShop di Switch.

Okami HD

Uno di quei giochi che ha decisamente superato il confine fra videogioco e opera d’arte. L’acclamatissimo titolo Capcom è in arrivo su Nintendo Switch in HD; in questa nuova versione potrete usare il pennello celestiale, caratteristica principale di questo titolo, tramite touch screen in modalità portatile o con i Joycon in modalità dock. A quanto pare Okami HD verrà lanciato solamente in versione digitale sul Nintendo eShop per l’estate 2018.

Sushi Striker: The Way of Sushido

Da Indieszero arriva questo particolarissimo titolo puzzle per Nintendo Switch e 3DS. Lo scopo del gioco sarà mangiare più sushi possibile da piatti di uno stesso colore; una volta fatta una bella pila di piatti potremo lanciarla al nostro nemico e accumulare più punti possibili. Il gioco, da buon puzzle game che si rispetti, avrà una modalità multiplayer online e uscirà simultaneamente per entrambe le console per l’8 Giugno.

Octopath Traveler

L’attesissimo RPG targato SquareEnix, dalla grafica che mischia elementi 3D e 2D a la SNES, uscirà il 13 Luglio; il Direct ha introdotto i personaggi Tressa e Alfyn ed è stata annunciata la versione speciale del gioco che includerà una mappa, un libro animato e una replica di una moneta presente nel mondo di Octopath Traveler. Purtroppo la confezione speciale non includerà la colonna sonora ma sarà disponibile in un secondo momento in formato digitale.

Travis Strikes Again: No More Heroes

Travis Touchdown e la sua Beam Katana tornano su Nintendo Switch in una nuova fantastica avventura. L’esuberante protagonista della saga esplorerà i meandri di una potentissima console da gioco, la Death Drive Mark II, e affronterà giochi d’azione, di corsa, puzzle e molti altri; sarà possibile giocare anche in multiplayer locale affiancando Travis al suo amico Badman; questa bizzarra avventura sarà disponibile entro il 2018.

Dark Souls

Il rilascio di questo titolo invidiato dai possessori di Wii U sta per arrivare finalmente su Nintendo Switch. Prima del lancio verranno effettuati dei collaudi di rete e Dark Souls verrà rilasciato giorno 25 Maggio insieme all’Amiibo di Solaire of Astora, che vi permetterà di eseguire il gesto “praise the sun” a piacimento; una vera chicca anche per chi ha già giocato al primo capitolo di questa popolare saga altrove.

Captain Toad: Treasure Tracker

Un altro gioco proveniente dalla libreria del Wii U che arriverà su Switch e 3DS giorno 13 Giugno, un titolo molto particolare e dal successo semi-inaspettato; nato come bonus stage di Super Mario 3D World, Captain Toad: Treasure Tracker è un gioco che mischia elementi action ma soprattutto puzzle simili a Fez. Il gioco includerà nuovi stage tratti da Super Mario Odyssey, una modalità co-op per la versione Switch e dei controlli rivisitati per la versione 3DS.

Mario Tennis Aces

Già annunciato durante lo scorso Direct, qui ci vengono date un’infinità di notizie riguardante il prossimo gioco sportivo con protagonista l’idraulico più famoso al mondo. Il nuovo filmato di Mario Tennis Aces ci mostra un’infinità di personaggi diversissimi, modalità multiplayer locale da i 2 ai 4 giocatori (dando la possibilità di collegare fino a 4 Nintendo Switch), colpi tipici del tennis più un sacco di tiri speciali, come il colpo intenso che fa uso del giroscopio della console, danni alla racchetta, e la modalità online che si snoda in tornei dove sarà possibile ottenere costumi alternativi e personaggi sbloccabili. Come se non bastasse, i più fanatici del tennis potranno sfruttare i motion control dei Joycon per una sfida ancora più intensa e, in un certo senso, realistica. L’uscita ufficiale del gioco è prevista per giorno 22 Giugno ma presto Nintendo rivelerà delle nuove informazioni riguardanti un torneo online gratuito che avverrà poco prima del lancio.

Undertale

Toby Fox, sin dall’uscita del suo popolarissimo gioco, ha sempre mostrato interesse verso il mondo Nintendo ma finora, a detta sua, non ha potuto convertire il gioco per il Wii U in nessun modo; dopo il porting su Playstation 4, Undertale sta per arrivare su Nintendo Switch. I possessori della console della grande N avranno finalmente la possibilità di giocare a questo fantastico titolo nella casa che ha dato i natali alla saga di Mother/Earthbound, serie che ha profondamente ispirato il titolo di Toby Fox. Questo potrebbe anche dimostrare la facilità con la quale è possibile fare dei porting veloci da PS4 a Switch (anche se ovviamente parliamo di un gioco 2D che di certo non spinge la console allo stremo), come l’interno della macchina Nintendo sia diventato più accessibile verso gli indie developer ma soprattutto i cambiamenti di Nintendo dal Wii U allo Switch. Purtroppo non c’è ancora una data ben precisa ma Sans ci rassicura che il gioco arriverà… prima o poi.

Crash Bandicoot: N-Sane Trilogy

Questa non è la prima volta che vediamo un titolo di Crash Bandicoot su una console Nintendo ma la trilogia originale è da sempre rimasta esclusiva Sony. Tuttavia Crash Bandicoot: N-Sane Trilogy sta per arrivare su Switch e sembra che al porting non mancherà nulla dalla sua versione PS4; il gioco sembra eccellente sia in modalità dock che in portatile e potremo averlo dal 10 Luglio.

Little Nightmares: Complete Edition

Anche questo titolo indie, sviluppato da Tarsier Entertainment, sta per fare la sua comparsa su Nintendo Switch. Questa versione includerà tutti i DLC delle precedenti incarnazioni e, visto che il publisher è Namco Bandai, sarà possibile ottenere un costume alternativo scansionando l’Amiibo di Pac Man; dal 18 Maggio potremo mettere le mani su questo intrigante puzzle platformer che ci ricorda, in un certo senso, il popolarissimo Limbo.

South Park: The Fractured But Whole

L’ultimo titolo della saga RPG di South Park, ideata da Trey Parker e Matt Stone, sta per arrivare su Nintendo Switch. I DLC non saranno presenti nella versione base, che uscirà il 24 Aprile, ma potranno essere acquistati singolarmente o col season pass. Speriamo che Ubisoft possa rilasciare in futuro anche South Park: The Stick of Truth, gioco che non ha mai visto un rilascio su una console Nintendo.

Hyrule Warriors: Definitive Edition

È stato già annunciato che la versione Switch dello spin-off della saga di The Legend of Zelda, sviluppato dai creatori della saga di Dynasty Warriors, includerà tutti i DLC e le componenti delle versioni Wii U e 3DS; la sua presenza all’ultimo Direct è servita solamente ad annunciarne la data, stabilita per il 18 Maggio.

Arms

Sul fronte Arms nessuna novità se non l’annuncio di un Global Testpunch che partirà giorno 31 Marzo e durerà per tre giorni; se non avete ancora preso in considerazione l’acquisto di questo titolo questa è l’occasione buona per provare Arms nella sua interezza.

Splatoon 2

I fan di Splatoon 2, che ha di recente toccato le 2 milioni di unità in Giappone e 5 milioni in tutto il mondo, possono considersi i più fortunati di questo Direct. Il filmato si apre con l’annuncio delle finali dello Splatoon European Championship che avverrà giorno 31 Marzo al Polymanga in Svizzera; lo stesso giorno ci sarà un concerto delle idol del gioco, Alga e Nori, accompagnati da una vera band e il tutto, torneo incluso, sarà visualizzabile via streaming. A fine Aprile il gioco si aggiornerà alla versione 3.0 che porterà più di 100 nuovi capi d’abbigliamento, tre nuovi stage e il nuovo Rango X per le partite pro. Ma la più grande sorpresa del filmato è l’annuncio della Octo Expansion, una nuova campagna single player che ci farà vestire i panni di un octariano, Numero 8, ed espanderà la lore di Splatoon 2. Questo DLC sarà acquistabile separatamente e arriverà per l’estate 2018.

Super Smash Bros

Al termine della parte dedicata a Splatoon 2, Nintendo ci rivela un’ultima esplosiva sorpresa. Sembrerebbe un ulteriore annuncio riguardante il precendente gioco: due Inkling se le danno di santa ragione quando tutto l’ambiente si oscura e in lontananza si vede lo stemma di Super Smash Bros che si illumina glorioso nel buio; alla base dello stemma si possono notare i partecipanti classici della nota saga picchiaduro, dopo di ché, la vera sopresa del trailer, ovvero l’uscita prevista per il 2018. Speriamo solamente si tratti di un nuovo Super Smash Bros e non di un porting dell’ultimo titolo della serie per Wii U o 3DS (ma nulla sembra puntare verso quella direzione)… Purtroppo il trailer è solamente un teaser ma non vediamo l’ora di vedere ulteriori aggiornamenti su questo fantastico titolo Switch.




Super Smash Bros. annunciato al Nintendo Direct

L’8 marzo si è svolto il Nintendo Direct e Nintendo ha stupito tutti con novità di rilievo. Fra questo, in chiusura dell’evento la grande N ha presentato il trailer del nuovo Super Smash Bros. Il video non è molto dettagliato: viene mostrata infatti all’inizio, una battaglia tra Inkling interrotta da una dissolvenza in nero che da spazio all’annuncio Super Smash Bros., seguito da un  “2018” che ne segna l’arrivo per quest’anno. Facile presumere che sarà un titolo per Nintendo Switch, aspettato con ansia dai fan, dato che l’ultimo uscì sul mercato nel 2011. Ecco qui il filmato di presentazione: