Wartile

Da tempo ormai sfrutto i miei giorni liberi per coltivare una di quelle che normalmente io chiamo passioni, ma che la vostra ragazza chiamerebbe in altri modi molto fantasiosi e coloriti al contempo: i board game. Non dei giochi da tavolo qualsiasi, ma quelli che prevedono turni, dadi (moltissimi dadi), mostri, missioni, centinaia di carte abilità/funzione, un manuale di quelli da far impallidire i ricettari di suor Germana, ma soprattutto dove l’utilizzo di miniature – che mi fanno letteralmente impazzire – è imprescindibile.

Così, un giorno come un altro, ricevo una telefonata dal Direttore di redazione, il quale mi dice: «Vinz, ciao! Abbiamo per le mani un gioco per PC, Wartile. È un gioco strategico, e sembra che ci siano delle miniat…» «MIO!». E così comincia la mia recensione.

Tessere di Guerra

Wartile, “tessera di guerra“: mai traduzione letterale è stata più azzeccata. Si tratta di un gioco di guerra strategico in cui i personaggi (sia amici, che nemici) sono delle vere e proprie miniature con tanto di base tonda, che si muovono su una mappa suddivisa in piccole tessere esagonali, disseminate di oggetti bonus o ostacoli.

Il gioco gode inoltre di elementi di chiara natura GDR. Questo richiamo al gioco di ruolo classico si nota in diversi aspetti durante ogni partita a Wartile: i personaggi (le nostre care miniature) che salgono di livello, la possibilità di equipaggiarle a nostro piacimento in base al “drop” dei nemici o agli acquisti dal mercante e tanto altro. Andando avanti nell’avventura, si potranno acquisire anche nuove miniature nella “taverna“, spendendo l’oro accumulato durante le nostre quest. Il numero di miniature a disposizione non determinerà la nostra potenza di attacco, poiché in ogni missione potremo usufruire di un numero ben definito di personaggi, che va da 2 a 5 alla volta.

È importante che io sottolinei come ogni miniatura incontrata e assoldata nel nostro team, rappresenti un personaggio specifico, provvisto di background e abilità speciali di classe. Purtroppo, però, bisogna aggiungere che la campagna affrontata in Wartile non entusiasma moltissimo, risulta priva di significato e non riesce a intrattenere davvero: quello che voglio dire è che personalmente la sostanza del gioco si è tradotta più nella voglia di collezionare le diverse miniature che in quella di seguire la campagna, risultata poco incisiva sin dall’inizio.

Il combat system

È un sistema semplice e collaudato, quello adottato da Playwood Project. Le miniature si muovono sulla mappa in base al loro punteggio di movimento: una volta mossa una miniatura, si dovrà attendere un brevissimo “cooldown” per poter riattivare nuovamente la stessa miniatura. Una volta vicini alla miniatura nemica, l’attacco avverrà in maniera del tutto automatica, mentre noi ci limiteremo a utilizzare delle carte bonus o malus (se dobbiamo giocarle sui nostri nemici).

Nel caso in cui avessimo in squadra miniature di “lancieri” o “arcieri” ovviamente l’attacco avverrà da una o più caselle di distanza (quest’ultimo è il caso specifico degli arcieri). Ogni miniatura amica o nemica verrà sconfitta se i suoi punti ferita verranno portati a zero.

Graficamente parlando

Il gioco a un primo sguardo non brilla certo per il suo comparto grafico, il quale però, a una analisi più attenta, rivela dettagli molto apprezzabili.

Fra questi, gli effetti grafici di luminescenza ambientale sulle superfici (gli shader), ma si apprezza anche l’originalità e la cura con la quale sono state sviluppate le contenute ma minuziosamente dettagliate mappe di gioco.

Il comparto audio

Durante l’intero gameplay di Wartile siamo accompagnati da un tappeto sonoro abbastanza rilassante ed evocativo – perfettamente in clima da gioco da tavolo – e da effetti sonori che non sono di certo i migliori mai sentiti in un titolo del genere.

Tirando le somme

Tirando le somme, non c’è dubbio che Wartile sia un ottimo passatempo, un giochino che riesce a far passare fluidamente agli appassionati del genere qualche ora davanti al monitor. Purtroppo, anche a causa della campagna forse eccessivamente “secondaria” e non sempre solida, si perde il “grip” d’attenzione dell’utente, spingendolo a smettere di giocare dopo qualche partita. Questo è un vero peccato, il gioco ha dell’ottimo potenziale che si sarebbe potuto sfruttare con più attenzione da parte del team di sviluppo, inserendo magari una narrativa più accattivante che magari ci avrebbe spinto a giocare qualche oretta in più. Ma tutto sommato, essendo uno dei pochi titoli del genere, pollice in su per Wartile.




Atlus chiede ai propri fan quali titoli sviluppare e su quale piattaforma

Oggi Atlus ha rilasciato un lunghissimo questionario rivolto ai fan. Nonostante sia in giapponese, è importante sapere di cosa si tratta dato che riguarda il rilascio di nuovi titoli sulle diverse piattaforme, tra cui un nuovo capitolo della saga Persona, un picchiaduro, un RPG online o, più semplicemente, Persona 6. Oltre a ciò, sono presenti domande che riguardano le saghe di Etrian Odyssey, Digital Devil Saga, Devil Survivor, Shin Megami Tensei, e tutti i capitoli dedicati a Persona. Per tutte queste opzioni dovranno essere specificate le console di rilascio. Le domande successive indicano di esprimere la propria opinione riguardo alla creazione di alcuni spin-off dei giochi Atlus creati, però, da altri sviluppatori. I titoli della lista sono Soul Hackers, Devil Summoner, Devil Survivor, i picchiaduro della saga Persona, i Persona Dancing All Night, Persona Q, Etrian Odyssey, la saga principale di Persona e di Shin Megami Tensei. La domanda successiva riguarda un dubbio di Atlus se sviluppare o meno una nuova IP, una saga numerata o, ancora, degli spin-off delle proprie serie principali, un remake, o magari un porting di vecchi titoli sulle nuove console. È presente anche l’idea di creare delle serie animate o collaborazioni con altre compagnie. Nel momento in cui si deciderà di rispondere “la creazione di una nuova IP”, verrà richiesto anche lo sviluppatore, scegliendo tra diversi studi, come ad esempio il team di Shin Megami Tensei, il nuovo Studio Zero, il team di PersonaVanillaware o il team di Etrian Odyssey. Infine, ma non meno importante, verrà chiesto nuovamente su quali piattaforme rilasciare i nuovi titoli, da scegliere tra PS4, Playstation VR, PS Vita, 3DS, Nintendo Switch, Smartphone oppure una nuova console che potrebbe arrivare in futuro. terminato il questionario, troverete una sorpresa dai Phantom Thieves: sarà un piccolo artwork riguardante un gioco in uscita dello Studio Zero chiamato Project Re Fantasy.

 

 

 

 

Fonte: Dualshockers.




Beamdog annuncia Neverwinter Nights: Enhanced Edition

Il preorder di Neverwinter Nights: Enhanced Edition sarà disponibile dal 21 novembre, data alla quale verranno selezionati alcuni utenti che potranno provare l’esperienza in anteprima.

«Neverwinter Nights è stato un gioco unico, che rappresenta la vera essenza di Dungeons & Dragons che consente ai giocatori di costruire, condividere e agire come un Dungeon Master all’interno di esperienze uniche.»

Dichiara Trent Oster, CEO di Beamdog.

Neverwinter Nights: Enhanced Edition unirà la tradizione di Forgotten Realms con nuove feature, come shader rinnovati, supporto per la risoluzione 4K, traduzioni in aggiornamento (anche in italiano) e bug fix richiesti dalla community. La remaster includerà tre degli originali moduli premium: Pirates of the Sword Coast, Infinite Dungeons e Wyvern Crown of Cormyr.




Annunciato Valkyria Chronicles 4 per Playstation 4, Xbox One e Switch

Sega oggi ha annunciato che l’uscita di Valkyria Chronicles 4 è prevista per la primavera 2018 per Playstation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

Valkyria Chronicles 4 è ambientato nella stessa timeline dei precedenti giochi e prende luogo nel 1935, in uno scenario simile alla Seconda Guerra Mondiale che vede da un lato la Federazione Atlantica e dall’altro l’Alleanza Autocratica Imperiale dell’Est.

«Sebbene la Federazione combatte valorosamente contro l’impero, l’implacabile armata imperiale minaccia di distruggerli», legge un rigo della conferenza stampa Sega. «A pochi passi della vittoria, la Federazione da il via all’operazione Northern Cross: un ultimo disperato tentativo per conquistare la capitale e mettere fine alla guerra. Il comandante Claude Wallace con i suoi fedeli amici d’infanzia all’interno della Squad E sono inviati a combattere per il successo della disperata operazione, ma dovranno affrontare un freddo clima ostile, orde di soldati imperiali, una terrificante Valkyria… e fare una scoperta che scuoterà la realtà fino alle fondamenta».

Valkyria Chronicles 4 è ancora un RPG tattico le cui artwork, spiega Sega, saranno “in uno stile vibrante ed evocativo, come una tela in acquarelli che prende vita”.

Il sistema di combattimento in Valkyria Chronicles 4 mischia elementi di strategico a turni, RPG e third person shooter. Le novità in Valkyria Chronicles 4 vedono una nuova classe, il granatiere, insieme a più opzioni di supporto per le corazzate.

Il compositore della saga, Hitoshi Sakimoto, tornerà per comporre la colonna sonora per Valkyria Chronicles 4. Un sito teaser per il gioco è stato aperto ma non c’è molto al suo interno. Per adesso potete solo guardare il trailer nel sito o qui sotto.

La serie di Valkyria Chronicles è cominciata nel 2008 con Valkyria Chronicles su Playstation 3, seguito da un sequel su PSP nel 2010. Il sequel Valkyria Chronicles 3 è stato pubblicato solo in giappone per PSP; non esiste un rilascio ufficiale di una versione in inglese ma i fan hanno tradotto il gioco per conto loro.




Destiny 2

Destiny 2 non è certo un gioco da recensire dopo poche ore di gameplay: bisogna dedicargli il giusto tempo per scoprire e completare la maggior parte delle missioni sia primarie che secondarie e fare la conoscenza più approfondita di attività un po’ più complesse come gli Assalti, il Cala la Notte o L’Incursione.
È per questo motivo che ho voluto scrivere questa recensione dopo giorni di prova e soprattutto dopo l’uscita delle attività end-game come il raid e le Prove dei Nove.
Ma, adesso che ogni angolo è stato esplorato, veniamo un po’ a questo nuovo, succulento titolo di Bungie.

Il 9 settembre 2014 fa ha fatto la sua comparsa il primo capitolo e, a distanza di ben 3 anni dall’uscita del suo celebre FPS, Bungie torna con il sequel di uno shooter sci-fi che ha lasciato il segno con componenti RPG e soprattutto con una marcata impostazione social.
Il nuovo capitolo firmato Bungie è stato presentato durante una live tenutasi su Twitch il 31 marzo 2017, live streaming che è stata preceduta da un piccolo trailer che accennava la trama che avremmo trovato in Destiny 2.
Infatti, essendo un sequel, i fatti accaduti durante i 3 anni di Destiny si riprendono anche nel secondo capitolo, ma Bungie ha fatto sì che anche chi non avesse mai giocato Destiny e quindi non conoscesse approfonditamente la lore potesse senza problemi, seguire la trama, che risulta molto piacevole e intrigante.

Una delle caratteristiche che ha lasciato insoddisfatti moltissimi giocatori nel primo capitolo è stata infatti la storia, che presentava buchi di trama e una pessima narrazione, ma con Destiny 2 Bungie è riuscita a colmare in gran parte questo vuoto, creando una trama avvincente e allo stesso tempo lineare e ben strutturata. La nostra avventura comincia con il rapimento, da parte della Legione Rossa dei Cabal, del Viaggiatore, figura misteriosa che ha donato alla Terra e agli esseri umani la Luce, una forza che ha creato i Guardiani, fornendo loro dei poteri sovrannaturali, come lo Spettro che riesce a riportare in vita il proprio guardiano.
Il rapimento del Viaggiatore, però, ha causato la perdita di questo potere e l’attacco dei Cabal, guidati dal comandante Ghaul, ha solo peggiorato le cose, creando un mondo senza Luce e pieno di distruzione.
Il piano di Ghaul non è quello di distruggere il Viaggiatore, ma quello di impossessarsi della Luce e usarla per creare un esercito Cabal immortale.
Le circa 15 missioni di storia sono parecchio lunghe, se paragonate a quelle di Destiny, e regalano più di 12 ore di gioco. Anche la trama è migliorata moltissimo, si nota una più grande attenzione verso il metodo di narrazione, inserendo varie cutscene che riescono a raccontare e a rispondere a molti interrogativi che aveva lasciato il precedente capitolo. L’ottima trama è sorretta da una personalizzazione dei personaggi che è indubbiamente eccellente.
La longevità della storia è sorretta da molte missioni secondarie, chiamate Avventure, che ci offrono parecchie altre ore di gameplay. Le avventure sono sparse per tutti i pianeti/satelliti che visiteremo, ma molte missioni faranno riferimento ad avvenimenti accaduti durante il primo capitolo, quindi, se non si è a conoscenza della lore di Destiny, alcune parti potranno presentarsi poco chiare, ma non più di tanto, visto che i riferimenti sono superficiali e semplici, dato che Bungie ha voluto mantenere un legame con la storia dietro Destiny rendendo fruibile a tutti il contenuto del secondo capitolo.

La nostra avventura ci porterà a visitare i satelliti Titano, Nessus e IO e, come nel primo capitolo, il pianeta Terra.

Titano, luna più grande di Saturno, è stato invaso dall’Alveare. La particolarità di Titano è quella di non avere una terra ferma, e la nostra avventura si svolgerà all’interno di una gigantesca stazione di estrazione del metano.
Nessus è invece un asteroide che orbita attorno al Sole, a Giove e a Nettuno: questo planetoide sarà colonizzato dai Vex, che lo hanno reso simile a Venere. Su Nessus faremo la conoscenza di FailSafe, la simpatica voce che ci ha accompagnato durante la Beta.
Ultimo satellite che incontreremo sarà IO, satellite naturale di Giove, in cui troveremo basi cabal e incontreremo anche i caduti.
In questi luoghi si potranno svolgere, oltre alle missioni secondarie, anche delle speciali attività chiamate “Settori perduti“, che prevedono l’arrivo di orde nemiche e un mini-boss da sconfiggere per poi aprire la cassa che custodisce.
Queste attività rendono sicuramente il gameplay di Destiny 2 molto più duraturo, si potranno contare circa 50 ore di gioco, per completare tutte le attività principali e non, se contiamo anche la possibilità di creare altri 2 personaggi e quindi rifare queste attività, la durata complessiva del titolo si triplica.

Se Bungie, tramite trama, narrazione e ambienti, è riuscita a migliorare quello che era il progetto iniziale di Destiny, con il Crogiolo (modalità PvP) ha fatto qualche passo indietro, creando un ottimo e divertente gunplay, ma al contempo lasciando al giocatore ben poca scelta delle attività.
Il gunplay del primo capitolo è stato completamente stravolto: non ci sono più scontri 6v6 o 3v3, ma tutte le partite si svolgono con una squadra composta da 4 giocatori, quindi un 4v4; la disposizione delle armi è cambiata, adesso fucili a pompa, fucili di precisione e fucili a fusione appartengono alla categoria delle “Armi distruttive“, lasciando il posto ai fucili automatici, a impulsi, da ricognizione e ai cannoni portatili, che occuperanno il primo slot e il secondo.
Le modalità che potremo scegliere saranno: “Partita Veloce” e “Partita Competitiva“.
Partita Veloce ci farà giocare a modalità come “Scontro” o “Controllo“, mentre l’altra playlist ci darà l’opportunità di lanciarci in attività competitive come “Detonazione” o “Sopravvivenza“.
Il tutto è accompagnato dai commenti di Lord Shaxx che ci divertirà con le sue stravaganti frasi ad effetto ed esilaranti esultanze.

Per salire di potere, Destiny 2 ci offre la possibilità di esplorare i nuovi satelliti e affrontare eventi pubblici, missioni secondarie e Settori Perduti per poter ricevere armamenti più potenti, ma è qui che arriva il tasto dolente: il Farming.
Il grinding è diventato molto semplice, basta completare una partita nel Crogiolo (sia vinta che persa), un evento pubblico o una qualsiasi attività per poter ricevere armamento raro o leggendario, quindi basta ripetere queste attività per riuscire a salire velocemente di livello.
Ma il grande problema è il loot-system che, sì, riesce a regalarti armamenti più forti, ma non gratifica per niente. Tutti possono ricevere un loot più potente del tuo anche se hanno fatto una pessima partita in Crogiolo, perdendo.

Passando all’aspetto tecnico di Destiny 2, non si può non soffermarsi sul motore grafico utilizzato che è lo stesso del precedente capitolo, ma con modelli poligonali dei vari nemici, personaggi e NPC completamente rivisti. Adesso le skin sono molto più curate e dettagliate, così come gli ambienti, molto più vasti, godono di giochi di luce e ombre che rendono il tutto un po’ più realistico il titolo.
La grafica rende il gioco molto più piacevole agli occhi, regalando a Destiny 2 un tocco di “next-gen”, anche se il gioco continua a girare a 30 FPS fissi anche sulle console più potenti come PS4 Pro e Xbox One X.
Eccellente anche il comparto sonoro, con soundtrack che ben si amalgamano alle ambientazioni e ai ritmi di gioco, creando un’atmosfera che contempera benissimo l’elemento epico con il mistero che permea l’intera storia.
Bungie ci ha viziati con le magnifiche soundtrack di Destiny, e continua a farlo con questo nuovo capitolo, con le composizioni di Michael Salvatori, Skye Lewin, Paul Johnson, Rotem Moav e Pieter Schlosser.

Bungie ha saputo imparare dagli errori commessi nel primo Destiny ed è ritornata con un secondo capitolo bello, avvincente ed equilibrato, con una buona trama e un gameplay unico.
Anche un neofita riuscirà a godersi l’enorme panorama di attività che Destiny 2 offre, riuscendo ad ammaliare la maggior parte dei giocatori con un mix di trama, gameplay e con un comparto tecnico davvero ben congegnato.




Nier: Automata supera i due milioni di copie vendute

Square Enix ha annunciato oggi che NieR:Automata ha venduto oltre due milioni di copie tra fisiche e digitali.
Fin dal lancio del gioco su PS4 e su PC a inizio d’anno, il titolo creato da Yoko Taro è stato accolto con favore dal pubblico e dalla critica (anche dalla nostra redazione) e ha ricevuto moltissimi riscontri positivi grazie a un ottimo gameplay e a una storia ben curata dal game director per Platinum Games.
Dal 25 settembre 2017 ricordiamo che partirà in Europa e nei territori che adottano lo standard PAL il pre-order del cofanetto della colonna sonora su vinili NieR:Automata/NIER: Gestalt & Replicant in esclusiva su Square Enix Online Store.
Il cofanetto verrà pubblicato a dicembre e includerà quattro vinili con una serie di brani selezionati dal compositore Keiichi Okabe e delle illustrazioni esclusive di Sui Ishida (illustratore di Tokyo Ghoul).
I fan potranno anche riascoltare le musiche inquietanti di NieR:Automata nei Blu-ray NieR Music Concert & Talk Live e NieR Music Concert: The Memories of Puppets, già disponibili per il pre-order sempre su Square Enix Online Store.




Smentita l’ipotesi di nuovo gioco di Bethesda su Game of Thrones

C’era stata forte eccitazione quando era trapelato che Bethesda potesse star lavorando al nuovo RPG di Game of Thrones, come rivelato dai rivenditori americani di Target.
A quanto pare però la notizia non sarebbe vera, almeno, secondo una dichiarazione resa a Forbes da un portavoce di Target. «Non si trattava di un prodotto reale, ci dispiace per questa confusione», hanno detto, infrangendo innumerevoli cuori, quasi quanto in un episodio medio di Game of Thrones.
Considerata la reputazione di Bethesda in campo fantasy-RPG e il ricco mondo di Game of Thrones, le aspettative sarebbero state altissime, ma per il momento pare che nulla di questo si concretizzerà.
Certo la reazione degli utenti potrebbe essere un ottimo parametro per la casa di Rockland per valutare seriamente la possibilità di sviluppare un simile titolo.




Nuovo gioco di Bethesda su Game of Thrones potenzialmente in fase di sviluppo

Bethesda starebbe lavorando a un nuovo gioco basato sulla celebre saga di R.R. Martin: Game of Thrones.
Una pagina del sito Target, segnalata da NeoGAF,è apparsa oggi e non è ancora stata rimossa: non c’è altro a parte il nome “Bethesda: Game of Thrones” , non si sa nemmeno se sarà un video game.

Con l’esperienza maturata con la serie The Elder Scrolls, Bethesda potrebbe essere un ottimo candidato per un gioco basato sull’universo fantasy  di Game of Thrones e degno degli standard dettati dalla serie tv omonima.
Anche se non c’è nessuna conferma ufficiale, sappiamo che lo sviluppatore americano sta già lavorando a 5 progetti non ancora annunciati, tra cui 2 che a detta del direttore Todd Howard saranno più grandi di quello a cui Bethesda ci ha  abituato.
Abbiamo già visto alcune iterazioni videoludiche basate sulla celebre saga, come l’RPG di Cyanide Studios del 2012 e I’avventura grafica di Telltale del 2014, ma un RPG targato Bethesda potrebbe rivelarsi una vera gemma per gli appassionati.




Portal Knights


Portal Knights è il perfetto anello di congiunzione tra Minecraft e Dragon Quest Builders, che lascia libertà quasi totale lasciata al giocatore ma al contempo incanalandolo attraverso gli stilemi classici dei giochi di ruolo.
Un evento denominato “Frattura” ha diviso il globo in 47 distinti biomi, ora accessibili solo attraverso la scoperta di portali, ognuno dei quali necessiterà di diversi materiali per potere essere ripristinato. Il gioco ci presenta il suo carattere ruolistico fin dalla creazione del personaggio: avremo la possibilità di scegliere tra le classi Cavaliere, Mago e Arciere, ognuna contraddistinta con un apposito albero delle abilità. Portal Knights  dà la possibilità di affrontare il gioco in diverse modalità: sarà possibile costruire un nuovo equipaggiamento per uccidere i mostri e salire di livello o varcare i portali col solo scopo di prendere i materiali necessari e dedicarci esclusivamente al crafting.
Come ogni buon sandbox, il gioco permette di distruggere ogni singolo cubo sulla mappa e poi riposizionarlo dove meglio si ritiene per costruire edifici, fortificazioni, dungeon o fortezze volanti: quelli della propria fantasia saranno gli unici limiti per il giocatore.

Se il vostro scopo è unicamente quello di saltare da un’isola all’altra il più velocemente possibile costruendo i portali, in una quindicina d’ore potreste aver già fatto tutto quel che vi serve ma, nel caso voleste prendervela con calma e creare un mondo tutto vostro, le ore da spendere nel gioco potranno essere infinite. Potrete poi invitare anche altri tre amici sulla vostra isola e lavorare in quattro a un progetto comune o persino andare a caccia di materiali rari insieme, altra nota di merito per una produzione che offre un’esperienza piuttosto valida.
Tuttavia, ciò che rende veramente Portal Knight distante dall’essere un epigone di altri modelli già visti, sono i vari elementi GDR: talvolta incontreremo altri personaggi che ci forniranno numerose side quest, rinfocolando la motivazione a continuare l’esplorazione dei vari mondi.
L’unico appunto che ci sentiamo di sottolineare, semmai, concerne l’inventario, basato su un’impostazione a menù e sottomenù che non sembra fare dell’immediatezza la propria virtù: navigarci risulta macchinoso, a tratti sgradevole.
Da un titolo come Portal Knights, che presenta una struttura lineare di crescita e di scoperta ci si poteva aspettare una storia di maggior spessore, la narrazione rimane sullo sfondo e non si erge praticamente mai nel procedere del gameplay, lasciando la sensazione che siano i giocatori stessi a creare il proprio racconto (e questo non è sempre un bene).

Sotto il profilo tecnico, il titolo gode infine di 60 fps e non mostra segni di cedimento regalando dei buoni colpi d’occhio: il ciclo giorno e notte, con alcuni nemici che compaiono solo all’imbrunire, e una dinamica dei fluidi particolarmente riuscita sono solo altre piccole chicche che migliorano l’esperienza globale.
Dal punto di vista sonoro, il gioco gode di un buon impianto tipico degli adventure game, pensata in maniera accurata con effetti realistici in azioni elementari (dai colpi sferrati a un nemico ai semplici passi in fase di movemento). È probabilmente la colonna sonora a far però la differenza, con deliziose variazioni melodiche che vanno di pari passo con i cambi di scenario e d’azione. Il lavoro orchestrale è davvero di pregio, le composizioni della Synthetic Orchestra (dietro la quale si nasconde il nome del solo Blake Robinson, che aveva già contribuito al lavoro sulla OST di Terraria) richiamano sonorità di maestri come John Williams e Danny Elfman innestandosi benissimo nell’opera di Keen Games.
Pur non risultando esente da bug, Portal Knights risulta davvero un bel prodotto, estremamente leggero e affascinante sul piano visivo e sonoro, e con un gameplay semplice e mai snervante, con un combat system basilare ma efficace. basato su attacchi e schivate, perfetto per il pubblico giovane a cui il titolo si rivolge.




30 minuti di gameplay per Ni No Kuni 2: Revenant Kingdom

Lo avevamo già visto all’E3, oggi si presenta con un inedito video di gameplay. Ni No Kuni II: Revenant Kingdom, sviluppato da Level 5 e Bandai Namco, subirà un ritardo nell’uscita, slittando al 2018. Il video è un walkthrough a cura proprio del team Bandai, che ci mostra in maniera più accurata la demo già presentata alla fiera E3 2017.
Ni No Kuni II: Revenant Kingdom uscirà il 19 Gennaio 2018 per PS4 e PC.